Ripartire dopo un infortunio non è mai facile. Per capire, si potrebbe chiedere al tennista ceco Jiri Vesely, 31 anni e attuale numero 355 del ranking ATP. Nominato ATP Newcomer of the Year nel lontano 2013, dopo essere entrato nella top 100 all’età di 19 anni e aver chiuso la stagione come il più giovane tra i migliori 100 al mondo, Vesely negli ultimi anni ha dovuto lottare molto per rientrare nel circuito che conta.
Fino all’agosto 2022 Vesely era ancora in top 100, alla posizione numero 68, sebbene durante la stagione il ginocchio avesse iniziato a dargli problemi. Nell’aprile 2022, a Marrakech, ha subito un infortunio al tendine del muscolo femorale sinistro, problema che si è poi ripresentato qualche mese dopo, a luglio, a Newport. Ha continuato a giocare fino allo US Open prima di fermarsi per dedicarsi alla riabilitazione.
Tornato in campo nell’aprile 2023 da numero 496 del mondo, Vesely non è ancora riuscito a ritrovare il giusto feeling a livello fisico e la continuità necessaria per tornare alle posizioni a cui era abituato. Anche in questo inizio del 2025 ha avvertito qualche fastidio che lo ha costretto a prendersi delle pause.
Delle difficoltà legate al ripartire da zero, ma anche dei momenti migliori della sua carriera, ne abbiamo parlato con l’ex numero 35 del mondo durante il Challenger Roma Garden, torneo che il trentunenne ceco ha disputato partendo dalle qualificazioni.
Il match di esordio al primo turno di qualificazione contro Raul Brancaccio è stato il primo che Vesely ha giocato dopo più di un mese, tempo necessario per riprendersi da qualche fastidio sentito durante un torneo in Grecia: “La prima partita non è mai molto facile, soprattutto perché non gioco da un po’ di tempo a causa di un infortunio. Si tratta del primo match dopo quasi due mesi, e dell’esordio stagionale su terra, quindi è stato molto complicato.”
Il rientro in campo diventa una questione da gestire anche a livello emotivo, nonostante l’esperienza: “Quando non giochi partite per un po’ di tempo, è difficile rimanere concentrati ed è molto difficile stare rilassati. Certo, ero molto più nervoso di quanto avrei voluto, ma questo capita quando non sai davvero a che livello sei. Vado avanti passo dopo passo.”
Gli infortuni sono stati tanti negli ultimi anni e Vesely sente che anche l’età che avanza sta diventando un fattore: “È sempre difficile quando non giochi e i tuoi avversari si allenano, hanno il ritmo partita e tu lo perdi. Quindi tornare nuovamente al livello in cui vuoi essere e poi fare progressi richiede molto tempo. Ho avuto molti infortuni nella mia carriera, ma sono molto contento di com’è andata. Sto ancora cercando di tornare, ma sto invecchiando. I giovani stanno arrivando sempre di più, quindi è molto più difficile adesso.”
Gli ultimi due anni sono stati difficili, ma non sono mancati i momenti positivi: la cavalcata fino al terzo turno dello US Open 2023 e il titolo nel Challenger di Praga davanti al suo pubblico nel 2024. Piccoli sorrisi in due anni complessi. Vesely, tuttavia, ha le idee chiare sui suoi obiettivi e sulle sfide da affrontare: “L’unica cosa è rimanere in salute, migliorare il mio livello, migliorare la mia forma fisica. Le palle stanno diventando più lente, quindi ci sono molti più scambi che in passato. Quindi non è più così facile vincere con il servizio, devi essere in perfetta forma. D’altra parte, io sto invecchiando e i giovani stanno arrivando. Probabilmente l’obiettivo principale è rimanere competitivo contro di loro, sentire di avere la possibilità di vincere. Se sento di poter essere competitivo, allora sicuramente continuerò a provarci.”
Passare dai palcoscenici più importanti a giocare le qualificazioni di un Challenger 50 richiede un grande sforzo anche a livello mentale e il tennista ceco non nasconde le difficoltà da affrontare: “Mentalmente è molto difficile. Essere abituato per così tanti anni a giocare grandi tornei e poi ovviamente ricominciare fondamentalmente da zero non è facile, ma sicuramente non sono l’unico. Molti giocatori l’hanno fatto ed è l’unico modo per tornare nel circuito che conta. Se sarò in grado di farlo, ottimo, altrimenti va bene così.”
Le difficoltà degli ultimi anni si contrappongono a una carriera che ha regalato delle soddisfazioni. Vesely, infatti, può vantare nel suo palmares due titoli ATP conquistati ad Auckland nel 2015 partendo dalle qualificazioni e a Pune nel 2020, salvando per ben due volte match point lungo il cammino verso il titolo. Non solo: il ceco, insieme a Safin, è l’unico tennista ad aver sconfitto Djokovic due volte senza aver mai perso. Alla domanda su quale sia stato il momento migliore, Vesely non ha nascosto una certa difficoltà nello sceglierne uno: “È difficile dirlo. Certo, le due vittorie contro Novak sono state incredibili. In generale, il percorso a Dubai è stato fantastico, arrivare fino alla finale. Però, ho ottenuto risultati molto buoni anche negli Slam. Ho raggiunto il quarto turno a Wimbledon due volte (nel 2016 e nel 2018, ndr).”
Eppure, nella mente del tennista ceco c’è un match che ha lasciato il segno, quello contro colui che per lui era un idolo da giovane: “Ricordo l’incredibile match lottato contro Berdych, perso in cinque set. Penso che per me sia forse una delle partite più memorabili che io abbia giocato, considerando l’aspetto emotivo e tutto il resto. Ovviamente giocare contro tutti i migliori – Thiem, Zverev, Cilic, Nadal, Djokovic – mi ha regalato grandi emozioni. È sempre incredibile giocare sui campi principali e in stadi pieni. Non da meno, vincere i due titoli ATP è stato grandioso. È sempre molto speciale vincere un titolo. Ci sono state tante, tante cose nella mia carriera, ma sì, spero ancora di aggiungerne altre.”