Se negli ultimi 25 anni di grande tennis dici mancino, dici Rafael Nadal. È inevitabile e il perché è presto detto. Per palmares, record e longevità nessun giocatore di mano sinistra è comparabile al maiorchino nel XXI secolo. E a suffragio di ciò, se mai ce ne fosse bisogno, c’è un dato che dovrebbe far riflettere: dal 2000 a oggi Nadal è il solo mancino a essersi issato fino alla soglia dei migliori 5 tennisti al mondo. Almeno fino a lunedì, quando il ranking ATP verrà ufficialmente aggiornato e saluterà Jack Draper come nuovo top 5. Con la netta vittoria su Matteo Arnaldi, l’inglese di Sutton si è garantito questo nuovo traguardo, a pochi mesi dal suo ingresso irruento in top 10.
Dopo le fatiche di inizio stagione, con qualche acciacco fisico che ne ha tardato il recupero della condizione atletica, sta giocando un gran tennis Jack. Pesantezza di palla, difese estreme, precisione nei colpi e un servizio sempre efficace. Insomma, nessun ingrediente sembra mancargli nell’alchimia di questo sport. E adesso, con la semifinale a Madrid, parrebbe aver anche sgomberato il campo dai dubbi circa l’adattamento a una superficie come la terra rossa. Certo, non sarà per l’appunto uno specialista come Rafa, ma le caratteristiche di Draper sembrano potersi plasmare su ogni tipo di terreno di gioco. Toccherà a Lorenzo Musetti provare a disinnescare la sua spinta propulsiva, in una sfida che si configura come un banco di prova importante per entrambi. Il carrarino cerca la seconda finale consecutiva in un 1000, mentre il britannico vuole continuare a mandare un segnale ai piani alti.
Per i corsi e ricorsi storici, i mancini in top 5 non sono stati molti in termini assoluti neppure prima del nuovo millennio. Dal 1973 a oggi sono solo 16, infatti, comprendendo Draper e Nadal, di cui cinque sono stati numeri 1 al mondo (Connors, McEnroe, Muster, Rios e Nadal). Una squadra niente male se si aggiungono Vilas, Ivanisevic, Korda, (arrivati a un passo dalla vetta con Orantes), Rod Laver (che è stato anche numero 1 prima del professionismo), saliti sul podio del ranking, e Gomez, Forget, Rusedski, Tanner e Leconte che si sono fermati nelle due posizioni a ridosso.
E no, non dobbiamo fare l’errore di pensare che il tennis non sia uno sport per mancini. Sarebbe fuorviante leggere questi dati senza rapportarli al numero di tennisti di mano sinistra che ci sono e ci sono stati sul circuito, che costituiscono una minoranza ristretta rispetto al totale. Ciò che, tuttavia, colpisce è come gli anni 2000 siano stati così avari di soddisfazioni, almeno in termini di classifica, per i mancini che non rispondono al nome di Rafael Nadal. Si pensi come solo otto di loro possano essersi vantati dello status di top 10 in 25 anni.
Per tornare all’oggi, dando uno sguardo al ranking ATP, Jack Draper dovrà darsi da fare per tenere alto l’onore dei giocatori mancini, perché i colleghi dietro di lui sembrano non essere lanciatissimi. Il più vicino alla top 10 è, al numero 13, Ben Shelton, che, però, sembra aver frenato la sua crescita tennistica da qualche mese a questa parte, e anche Ugo Humbert si è allontanato dal traguardo. Nessuno è ancora pronto a raggiungere Jack Draper e Rafael Nadal al tavolo dei mancini di successo del terzo millennio. Tra l’altro, per una curiosità incredibile o una folle coincidenza, nessuno dei due è un vero mancino. Rafa e Jack nascono destrimani e lo sono nelle azioni quotidiane, ma per la racchetta no. Per quella esiste solo la mano sinistra.
Beatrice Becattini