Gianni Cucelli (finale 1951) – Si dovranno aspettare ben 16 anni per ritrovare un italiano in finale (anche in semifinale) agli Internazionali d’Italia. Cucelli, nato a Fiume, disputò un torneo pazzesco, sorprendendo tutti. Da non testa di serie batté Bergelin (futuro coach di Borg), il leggendario Gottfried von Cramm e soprattutto, dopo cinque set di lotta, la prima testa di serie e campione in carica di Roland Garros e Wimbledon Budge Patty. Un torneo perfetto, a cui mancò solo la ciliegina, negata in una finale abbastanza netta da Jaroslav Drobny, “il professore”.
Fausto Gardini (semifinale 1953, vittoria 1955) – Il “Vampiro” ha scritto pagine fondamentali della storia del tennis italiano. Considerato per un periodo tra i migliori 10 del mondo, vanta un quarto al Roland Garros nel 1953. Anno tra l’altro della sua prima semifinale al Foro Italico, persa nettamente contro Lew Hoad. Il capolavoro arriverà però nello storico torneo del 1955, nella seconda finale tutta italiana nella storia del torneo, contro Beppe Merlo. Una finale dalla storia molto particolare, vinta in realtà per ritiro quando si trovava sotto di due set a uno, 6-6 al quarto. I crampi costrinsero Merlo ad abbandonare, per la gioia di Gardini, agonista puro, espressione della grinta e della voglia di vincere gettata sopra ogni altra cosa in campo.
Giuseppe Merlo (finali 1955-57, semifinale 1960) – Beppe Merlo è considerato l’inventore del rovescio delle due mani, ideale compagno d’avventure nella prima parte della carriera di Nicola Pietrangeli, contro il quale ha giocato e perso in tre la sua seconda finale a Roma, nel 1957. Raggiunta dopo aver battuto il futuro campione (1958) Mervyn Rose in cinque set. L’ultimo momento di gloria romana sarà nel 1960, con la vittoria ai quarti su Neale Fraser prima di perdere in semifinale vincendo 9-7 il primo contro il futuro campione Barry McKay.
Nicola Pietrangeli (vittorie 1957-61, finali 1958-66, semifinali 1959-65-67) – Il più grande a Roma, senza se e senza ma. L’eterno Nicola ha raggiunto ben 7 semifinali agli Internazionali, vincendone 4. E la prima presenza al penultimo punto del torneo fu subito titolo, nella finale tutta italiana con Merlo. La seconda affermazione arriverà 4 anni dopo, a suon di palle corte, contro Rod Laver nell’anno precedente al suo primo Grande Slam, con tanto di vittoria in semifinale su Roy Emerson. Le altre due finali, a distanza di otto anni l’una dall’altra, furono 1958 e 1966: la prima una lotta contro Rose persa solo al quinto, dopo aver piegato in semifinale sempre in cinque set Krishnan; la seconda, dopo una brillante prestazione in semifinale ancora contro Emerson vide prevalere nettamente Tony Roche, dopo che Nicola riuscì a lottare davvero solo nel primo. Roche che sarebbe stato poi anche il giustiziere nell’ultima semifinale a Roma di Pietrangeli, persa in tre set nel 1967. Nel ’59 invece si fermò in quattro contro Luis Ayala. Ma si sarebbe preso la rivincita con gli interessi al Roland Garros.
A pagina 3 le storie dell’Era Open.