27 maggio 2002. È Iniziata in una primavera di ventitré anni fa la storia d’amore tra Richard Gasquet e il Roland Garros, che conobbe per la prima volta il timido ragazzino francese – allora quindicenne -, destinato a diventare l’emblema del rovescio old style e icona del tennis moderno. Il classe ’86 vive in una piccola casa situata nel minuscolo villaggio della provincia di Languedoc-Roussillon, nel sud del Francia, ma un talento ingombrante come quello di Richard, soffoca in un edificio così striminzito, che ben presto sarà costretto ad abbandonare per calpestare i campi più prestigiosi del mondo. Il piccolo Gasquet è un eletto, proprio come l’uomo celebrato qualche dì or sono sul Philippe Chatrier, Rafael Nadal – anch’egli classe ’86 – col quale si sfidò ai quarti di finale del torneo giovanile “Les Petits As” nell’edizione 1999, conquistata dal padrone di casa, Richard Gasquet. A soli 12 anni, la stella di Beziers gioca un tennis da favola. La camminata frenetica tra un punto e l’altro, il rovescio a una mano eseguito a regola d’arte, sono pezzi immancabili del puzzle del giovane Richard, che soltanto parecchi anni dopo trasformerà radicalmente il suo dritto, rendendone complicata l’interpretazione anche agli appassionati.
Il debutto nel Principato. “Per me è cominciato tutto da qui”
Corre l’anno 2002. La famiglia Gasquet è pronta al grande salto. Il sedicenne Richard, accompagnato dai genitori, abbandona la sua umile dimora per trasferirsi in un’altrettanto modesta abitazione – dotata di una sola camera da letto -, ma situata a Parigi, così da potersi allenare sui gloriosi campi del Roland Garros. Nell’aprile dello stesso anno, l’enfant prodige del Sud della Francia, sbarca nella ricca ed elitaria Monte-Carlo, dove giocherà le qualificazioni sognando di prendere parte al tabellone principale. Approdato al Principato di Monaco, in punta di piedi, il giovane Richard spazza via un tale Nikolaj Davydenko (ex numero 3 del mondo), concedendogli appena due game in una partita intera, e richiamando a sé tutta l’attenzione della noblesse monegasca. Manca soltanto una vittoria per conquistare un sogno chiamato main draw, e il perfetto incontro disputato con il romeno Voinea – sconfitto per 6-3 6-4 – gli permetterà di affrontare, per la prima volta in assoluto, i grandi del circuito. “Per me da qui è cominciato tutto – ha dichiarato recentemente Richie, in merito al suo “battesimo” in quel di Montecarlo – dopo niente è stato più come prima”.
Il suo debutto assoluto in un main draw – avvenuto peraltro nel prestigiosissimo torneo del Principiato – fu sconvolgente. Il quasi sedicenne di Beziers, al tempo numero 589 del mondo, si aggiudicò un sanguinoso duello con Franco Squillari, semifinalista dell’Open di Francia due anni or sono, battuto in tre set col punteggio di 7-6 3-6 7-5 in favore del francesino, che nel turno successivo tenne testa – per un set – all’ex numero uno del mondo, Marat Safin, impostosi in due parziali. Al di là dello score, era quasi impensabile che un ragazzino di appena 15 anni e 10 mesi potesse giocare in quella maniera, sconfiggendo gli esperti della superficie e intimidendo le prime teste di serie.
“Quando rivedo le immagini, mi sembra qualcosa di incredibilmente speciale. Ho l’impressione che tutto sia successo veramente in
un’altra vita. Mi ricordo degli spogliatoi, degli asciugamani sempre a disposizione, dell’ingresso in campo con Safin. Momenti magici”.
La prima volta al Roland Garros
Messosi in mostra in terra monegasca, Richie guadagna una wild card per il suo primo Open di Francia, dove debutterà dinanzi alla sua gente. Il sorteggio non è affatto dei più fortunati, e il novellino di Beziers dovrà affrontare all’esordio uno dei favoriti dello Slam parigino, Albert Costa. Il pubblico casalingo prevede un massacro contro l’ostico terraiolo di Lerida, ma una volta giunti al giorno del verdetto, sotto il piovoso cielo della Capitale francese, il beniamino di casa incanta. Il Suzanne Lenglen acclama a gran voce Gasquet, che supera le molteplici interruzioni per maltempo, e mette in cassaforte il primo parziale per 6-3. Lo spagnolo sembra spaesato, ma grazie agli svariati anni d’esperienza e i numerosi titoli alle spalle (tutti conquistati su terra battuta), riuscirà a rimontare Richard, sconfitto dopo quattro set. “Non penso ai nomi, ai pronostici, alla pressione – dichiarò il quindicenne con un inglese risicato – Io gioco solo le partite”. D’altra parte, Costa, molto meno schivo del timido francesino, disse apertamente: “Ha un gioco incredibile, colpi incredibili. È stato come giocare contro uno dei migliori. Mi aspettavo più errori, ma il ragazzo non sbaglia mai. Stava prendendo il controllo su di me all’inizio. Sono solo fortunato che abbia piovuto. Di sicuro diventerà un grande giocatore”. Una premonizione azzeccata da parte dello spagnolo, che dopo aver battuto Gasquet al primo turno, si fece strada verso il primo ed unico Roland Garros della sua carriera, battendo in finale il connazionale Juan Carlos Ferrero.
Parigi, 23 anni dopo.
Un volo pindarico riporta Richard Gasquet a Parigi, a 23 anni di distanza dal fatidico esordio. Sono diventati tanti, troppi, gli overgrip “tagliati” a metà, e poi montati sulla racchetta, lunghi quanto basta per far aderire la magica mano di Richie sul manico. L’edizione 2025 dell’Open di Francia, a prescindere dall’esito finale, sarà l’ultima del padrone di casa, della leggenda che ha fatto innamorare il popolo francese – e non solo – con i suoi strettini di rovescio e con la sua manualità da maestro, ormai in procinto di appendere la racchetta al chiodo. Nonostante i 38 anni d’età, il francese non si è mai dato per vinto, e mettendo da parte i limiti fisici, ha regalato i duelli più intensi proprio al tramonto della sua carriera, poiché supportato maggiormente dal pubblico sugli spalti, sempre a sostegno dell’icona classe ’86. Il fattore “tifo” si amplifica ancor di più tra i campi del Roland Garros, e nell’ultimo biennio, i primi turni nello Slam casalingo hanno superato abbondantemente le aspettative per Gasquet, capace di sconfiggere Borna Coric all’esordio nel 2024, e il connazionale Atmane nella corrente edizione. Cosa accomuna queste due annate Parigine? Semplice, Jannik Sinner.
Jannik, ancora tu!
Riallacciamoci alle righe precedenti. Gli immani sforzi del navigato tennista francese, nel 2024, sono stati poi gettati in fumo a causa di un secondo turno complicatissimo, nel quale Richard si è ritrovato contro colui che pochi giorni dopo sarebbe diventato ufficialmente il numero uno del mondo. Fu un match quasi a senso unico quello del 29 maggio, sul Philippe Chatrier, dove Jannik Sinner fece valere il suo sconfinato talento e la sua scalpitante giovinezza, anche se, per soli cinque giri d’orologio, la folla francese andò in estasi per un inaspettato break – l’unico – ottenuto da Richard nel terzo set. Grande illusione si diffuse tra gli spalti, stracolmi di gente speranzosa di assistere ad un set glorioso del beniamino di casa. L’incontro terminò di lì a poco.
365 giorni dopo, l’azzurro ritornerà sul campo centrale del Roland Garros per sfidare ancora una volta (la quarta in carriera) la leggenda di Parigi, che probabilmente avrebbe preferito “un ultimo ballo” diverso da questo, affascinante in egual modo, ma non accattivante per il pronostico spaventosamente in favore dell’altoatesino.
Comunque vada, Merci Richard.