C’era grande attesa, c’era grande curiosità, e soprattutto c’era un numero che risuonava con orgoglio: undici. Tanti erano gli italiani al via nel tabellone principale maschile del Roland Garros 2025. Una cifra che racconta di un movimento in salute, di una generazione ricca e variegata, ma anche di un sistema che, traendo giovamento anche alle qualificazioni (Gigante e Zeppieri su tutti) sa costruire presenze in massa. La quantità, si sa, senza qualità rischia di lasciare il tempo che trova. E allora la vera domanda è: come si sono comportati i nostri?
La risposta è incoraggiante, se non entusiasmante. Cinque azzurri hanno superato il primo turno: meno della metà, certo, ma il dato va letto nel contesto. E il contesto racconta che, tra le grandi potenze tennistiche, Francia e USA, nazioni che hanno più partecipanti dell’Italia nel tabellone maschile, hanno performato leggermente meglio: come? Andiamo nel dettaglio.
I numeri della presenza globale
Partiamo dalla mappa, perché uno Slam è sempre anche un censimento geopolitico del tennis mondiale. Analizzando il tabellone maschile del Roland Garros 2025, considerando tutte le modalità d’ingresso (teste di serie, qualificati, wild card, lucky loser e ranking protetto), ecco le nazioni con il maggior numero di rappresentanti nel main draw:
- 🇫🇷 Francia – 17 giocatori
Tra i nomi, Gasquet, Humbert, Fils, Monfils, Moutet, Herbert, Halys, Mpetshi Perricard, Gaston, Atmane, Cazaux… Un esercito. - 🇺🇸 Stati Uniti – 15 giocatori
Fritz, Paul, Tiafoe, Shelton, Korda, Michelsen, Opelka, Brooksby, Giron, Nakashima: un gruppo solido e competitivo. - 🇮🇹 Italia – 11 giocatori
Sinner, Musetti, Arnaldi, Cobolli, Sonego, Darderi, Bellucci, Gigante, Zeppieri, Nardi, Passaro. Una generazione diffusa, giovane e promettente. - 🇦🇺 Australia – 9 giocatori
De Minaur guida la pattuglia dei canguri, seguita da Thompson, Popyrin e Hijikata. - 🇦🇷 Argentina – 9 giocatori
Da Cerúndolo a Baez, passando per Navone e Etcheverry: tanta terra rossa nelle vene. - 🇪🇸 Spagna – 8 giocatori
Alcaraz, Davidovich, Bautista Agut, Munar… sempre presenza qualificata. - 🇩🇪 Germania e 🇷🇸 Serbia – 5 giocatori
Zverev e Djokovic guidano i rispettivi gruppi, ma dietro non è folto il seguito. - 🇨🇿 Repubblica Ceca – 4 giocatori
Mensik e Lehecka i nomi più conosciuti. - 🇬🇧 Regno Unito – 3 giocatori
Draper, Norrie e il giovane Fearnley. - Altre nazioni (Canada, Danimarca, Austria, Paesi Bassi…) si fermano tra 2 e 3 rappresentanti. Per molte, la bandiera è retta da un solo alfiere (vedi Grecia, Croazia, Svizzera, Libano…).
L’Italia a confronto: numeri e rendimento
Come detto, erano 11 gli italiani nel tabellone principale maschile. Vediamoli uno per uno:
- Jannik Sinner [1] – Vittoria agevole su Rinderknech in tre set (6-4, 6-3, 7-5). Nessuna sbavatura, nessuna distrazione. Il n.1 al mondo non ha tradito.
- Lorenzo Musetti [8] – Un altro 3-0 convincente su Hanfmann (7-5, 6-2, 6-0). Il carrarino sembra aver trovato il giusto feeling con la terra parigina.
- Matteo Arnaldi – Prova di maturità superata: sotto due set a zero contro Auger-Aliassime, ha ribaltato il match con un crescendo da campione (5-7, 2-6, 6-3, 6-4, 6-2).
- Flavio Cobolli – Vittoria netta e senza discussioni su Marin Cilic (6-2, 6-1, 6-3). L’ex campione Slam non è più quello di un tempo, ma Flavio è stato solido e concreto.
- Matteo Gigante [Q] – Bravo a non tremare contro un altro qualificato, Benjamin Hassan: 6-4, 6-2, 6-0. Prima vittoria Slam per lui.
Questi i cinque che hanno passato il turno. E gli altri?
- Mattia Bellucci – Ha vinto il primo set contro Draper, poi l’inglese ha preso il largo: 3-6, 6-1, 6-4, 6-2.
- Francesco Passaro – Buon inizio anche per lui, ma Jesper de Jong ha ribaltato l’inerzia: 3-6, 7-6, 6-4, 6-7, 6-1.
- Luciano Darderi – Lotta per due set contro Sebastian Korda, poi cede: 6-2, 4-6, 6-3, 6-2.
- Lorenzo Sonego – Peccato, perché aveva messo in difficoltà Ben Shelton, ma ha finito per cedere al quinto: 6-4, 4-6, 3-6, 6-2, 6-3.
- Luca Nardi – Giornata no contro Marozsan: 6-2, 6-3, 7-6(3). Il romano ha faticato ad entrare in partita.
- Giulio Zeppieri [Q] – L’ostacolo Alcaraz era francamente insormontabile: 6-3, 6-4, 6-2. Nulla da rimproverargli.
Cinque su undici. Un rendimento che può sembrare tiepido a prima vista, ma che merita un’analisi più profonda. Perché ha vinto chi doveva vincere. Sinner e Musetti, le due teste di serie, hanno fatto il loro dovere. Arnaldi ha battuto un tds come Auger-Aliassime in rimonta. Cobolli ha confermato i suoi progressi. Gigante ha colto al volo l’occasione. Nessun tonfo clamoroso, nessun passo falso contro avversari nettamente inferiori.
Il confronto con Francia e Stati Uniti
- 🇫🇷 Francia – 17 al via, 8 qualificati al secondo turno. Percentuale di vittorie: 47%.
- 🇺🇸 Stati Uniti – 15 partecipanti, 8 passaggi di turno. Percentuale: 53%.
- 🇮🇹 Italia – 11 partecipanti, 5 vittorie. Percentuale: 45%.
I numeri direbbero che USA e Francia hanno fatto meglio. Ma la realtà, a ben vedere, è diversa. Perché nel caso dell’Italia non si registrano sorprese negative: nessun top player eliminato al debutto, nessuna prestazione al di sotto delle aspettative. Gli Stati Uniti, invece, hanno perso subito nomi di peso come Taylor Fritz, Brandon Nakashima, Alex Michelsen e Marcos Giron. La Francia ha beneficiato di un tabellone più “morbido” per i propri giocatori, molti dei quali sono entrati con wild card.
L’Italia, pur con meno rappresentanti rispetto a USA e Francia, ha piazzato più successi pesanti e, soprattutto, ha lanciato segnali concreti di profondità. Che si stia vivendo un momento d’oro per il tennis maschile italiano è ormai palese. Ma è nei dettagli che si misura la solidità del movimento. E allora colpisce la varietà: tra i cinque vincitori ci sono un numero 1 del mondo (Sinner), un top 10 (Musetti), due giovani già solidi (Cobolli e Arnaldi) e un qualificato (Gigante). Quattro vittorie sono arrivate in tre set netti, una in rimonta da due set sotto, e tutte hanno mostrato una comune cifra di convinzione e determinazione.
La nuova generazione azzurra, insomma, non parte più battuta contro nessuno. E anche chi ha perso – come Darderi, Passaro o Sonego – ha venduto cara la pelle.
Ora che il secondo turno è alle porte, l’Italia si presenta con cinque alfieri ancora in corsa, uno dei quali (Sinner) è il principale candidato al titolo. Un dato che da solo basterebbe a raccontare la trasformazione di un movimento che, nel giro di pochi anni, è passato dalla speranza all’ambizione. In questo primo turno del Roland Garros, c’è anche dell’altro: c’è la profondità, c’è la varietà, e c’è la sensazione che comunque possa non essere finita qui, soprattutto per quei giocatori che in teoria, non ci si aspetterebbe nella seconda settimana. Intanto però, in mezzo a 128 nomi, gli azzurri continuano a farsi largo. Con personalità, con fame, e con una nuova normalità vincente.
