Ivan Lendl non è mai stato il personaggio più personaggio che il tennis abbia cosciuto. È sempre stato abbastanza schivo, uno di quelli che i media rincorrono invano proprio perché così circondato da un alone di mistero e riservatezza. (Qui potete trovare un profilo scritto in occasione del sessantesimo compleanno).
A margine di un’esibizione contro Gustavo Kuerten a Augusta, in Germania, si è però concesso un’intervista con il settimanale francese JDD. E, come spesso gli capita, la banalità non lo caratterizza.
C’è stato tempo e modo per parlare di tutto, dal tennis di ieri, che il nativo di Ostrava ha contribuito a sublimare con i suoi otto Slam, all’attualità.
“Ivan il Terribile”, come è stato soprannominato dai media, – “Non l’ho mai trovato divertente. Molti non si sono neppure sforzati di volermi realmente conoscere” – ammette di aver regalato pochi sorrisi sul campo da tennis. Ma non era freddezza, piuttosto concentrazione. Perché quando i tuoi avversari si chiamano Borg, McEnroe, Becker, Wilander o Connors l’attenzione deve essere massima. Oggi Lendl si sente più disteso, crede di aver perso quell’aria gelida che lo ha accompagnato per tutta la carriera. Anzi, per le carriere. È giusto parlare al plurale. Perché l’ex numero 1 al mondo si è rivelato anche un coach di grandissimo successo. Gli deve molto Andy Murray, divenuto anche lui allenatore, in quella folle accoppiata con Novak Djokovic. E anche Ivan ha trovato nel tennista scozzese il modo di completare quel vuoto, l’unico della sua immensa vita tennistica, che gli aveva lasciato più di qualche rimpianto: la vittoria di Wimbledon. Certo, è comunque un surrogato del successo, un po’ come quando Nicola Pietrangeli vinse la Coppa Davis da capitano non giocatore. Ma così è stato. Andy trionfa sui prati londinesi per ben due volte sotto la guida di Lendl e si issa fino al tetto del mondo. La collaborazione tra i due dura a fasi alterne dal 2012 al 2023, lungo periodo in cui Murray, finché il fisico lo ha sostenuto, è riuscito a iscriversi al club dei Fab Four. “Chiunque alla fine della sua carriera avrà vinto più titoli dello Slam potrà dirsi il miglior giocatore dell’Era Open. E dato che Djokovic ne ha 24, è lui il numero 1” sostiene il campione naturalizzato americano circa il dibattito sul GOAT del tennis. “A essere sincero pensavo che il record di Pete Sampras di 14 vittorie nei Major sarebbe durato più a lungo. Nadal ha vinto 14 volte solo il Roland Garros, è folle!”.
Spazio poi all’oggi. “Il livello dei top player è formidabile. È incredibile osservare come negli ultimi cinque-dieci anni il livello di gioco si sia evoluto. Il tennis è diventato molto più esigente a livello fisico e questo si riflette anche negli allenamenti. Io sarei spacciato contro i top 5 attuali”.
A proposito di allenamenti, chissà se Lendl freme dalla voglia di rimettersi alla prova su una nuova panchina. A giudicare dalle sue parole no, ma lascia comunque una porta aperta, uno spiraglio di luce per tutti quei giocatori che dovessero aver bisogno di stimoli inediti: “Ogni volta che guardo un match alla TV, ci sono tennisti con cui mi immagino di poter lavorare in base al loro stile di gioco. Ma non sono alla ricerca attiva di un posto. L’interesse dovrà venire dal giocatore stesso”.
E su quel paragone con Jannik Sinner non si sente di dissentire, anche se con qualche riserva: “È vero che ci sono alcune similitudini. Ma è sempre delicato comparare due tennisti di epoche diverse”.
La chiusura è riservata a una breve quanto pungente riflessione sulle personalità di oggi, che appaiono essere meno forti rispetto a quelle della sua epoca: “Le personalità ci sono, ma c’è un quadro che li priva della libertà di muoversi liberamente. Ed è un peccato. Troppe cose ormai sono regolate dettagliatamente”.
Le quote antepost
Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Presente e futuro prossimo del tennis, i due favoriti a prendere in mano il circuito…ma anche a trionfare qui al Roland Garros. Potrebbero incontrarsi solo in quella che sarebbe la finale dei sogni, quella che tutti vogliono. Alcaraz è un passo, Sinner dovrà prima superare l’ostacolo Bublik ai quarti. Intanto sono i due favoriti alla vittoria finale. Ed entrambi godono di una maggiorata a premiarli.

Su Sisal la vittoria di Sinner, per il terzo Slam consecutivo, è pagata specialmente a 8 volte la posta. Una quota favorevole…ma mai quanto quella di Carlitos. Anche lo spagnolo, campione in carica e che ha di netto recentemente battuto Sinner sul rosso di Roma, è quotato a 8 da Sisal. Due super quote, esclusive a questi link, per due campioni.

Beatrice Becattini