Iniziare a respirarla, per far scattare un feeling che non ha avuto modo e tempo di esserci. E’ quello che chiede Flavio Cobolli all’erba dei prati di Halle, dove il romano, accoppiato a Joao Fonseca sul Centrale della OWL Arena, inaugurerà la stagione sul verde dopo i gloriosi successi su terra battuta. Dopo Bucarest e Amburgo, il classe 2003 non ha intenzione di crogiolarsi nei suoi primi due titoli ATP e volge lo sguardo anche ad una superficie finora poco esplorata: 11 match giocati con 4 vittorie a referto. Credenziali che non ne fanno propriamente un erbivoro, come dichiarato senza mezzi termini dal diretto interessato: “L’erba non è la mia superficie preferita“.
Quella che potrebbe essere una brutale chiusura, è in realtà un monito di speranza e di curiosità nell’approccio al verde con Flavio che a Sky Sport dichiara tutta la sua ambizione a fare bene spinto dagli ottimi risultati raccolti nell’ultimo periodo: “E’ stata una stagione molto positiva sulla terra, mi porto con me tante buone partite che servono per darmi fiducia anche su una superficie che non è mia. Con una buona attitudine posso fare meglio, sono contento di essere qui e giocare sull’erba”.
Nonostante l’entusiasmo, Cobolli analizza quali potrebbero essere le difficoltà e le insidie per un terraiolo come lui nell’adattamento all’erba su cui ha giocato poche volte: “Non saranno partite facili, perchè è una superficie che ancora non mi appartiene perchè ci ho giocato veramente poco. Ho bisogno di tempo per imparare, sarà una grande sfida. Sicuramente cambia il rimbalzo della palla, bisogna stare attenti anche a come ci si muove. I primi giorni sembra che scivoli e bisogna allenarsi un po’ per abituarsi al grip delle scarpe e della superficie. Rispondere risulta abbastanza facile, ma qui un po’ meno ma credo che bisogni sempre allenarsi e provare cose nuove.”
Il tennista romano è alla seconda partecipazione ad Halle, con il ko di primo turno arrivato lo scorso anno contro uno specialista come Hubert Hurkacz, una sconfitta lottando 7-5 7-6. Un match che strizza l’occhio alla chiosa finale dell’intervista: “Alla fine si gioca sempre a tennis, chi gioca bene a tennis può giocare ovunque”.