Novak Djokovic nell’ultima classifica pubblicata dall’ATP (lunedì 21 luglio 2025) occupa, con i suoi 4130 punti, la sesta posizione: un numero solo apparentemente banale ma in realtà molto più profondo, perché il campione serbo, grazie a questo risultato, ha potuto festeggiare le 900 settimane totali in top 10. Nole si sta avvicinando sempre di più alle 912 di Rafa Nadal (in questo caso il sorpasso è ormai scontato) e soprattutto alle 968 di Roger Federer: un record che sembrava inarrivabile e che invece, grazie alla longevità di Nole, sta iniziando seriamente a scricchiolare (gli mancano 69 settimane per il sorpasso, stiamo parlando di poco meno di un anno e mezzo, e non sembra impossibile).
Il 24 volte campione Slam, infatti, nel corso della parte finale del 2025 – considerando che i Giochi Olimpici di Parigi del 2024 non misero in palio neanche un punto – difenderà le briciole del terzo turno US Open e della finale di Shanghai (750 punti totali) e, di conseguenza, il vantaggio di oltre 1000 punti nei confronti del numero 11 Tiafoe rappresenterà un cuscino piuttosto comodo, che gli consentirà sicuramente di terminare il 2025 tra i primi 10 ATP (ricordiamo, a tal proposito, che, nella classifica Race, Nole si trova addirittura al terzo posto, dietro ad Alcaraz e Sinner).
Di quelle 900 settimane in Top 10 Djokovic ne ha trascorse 428 al numero 1 (stracciate le 310 di Federer, le 286 di Sampras e le 270 di Lendl. Sinner, per la cronaca, è arrivato a 59, Alcaraz è fermo a 36), 171 al numero 2, 157 al numero 3, 40 al numero 4, 29 al numero 5, 34 al numero 6 (inclusa quella in corso), 32 al numero 7, un paio al numero 8, nessuna al numero 9 e solamente sette al numero 10.
Record di titoli e quota 100 negli Slam: le altre mission (im)possible di Nole
La stagione del 38enne di Belgrado è stata, fino ad ora, di tutto rispetto: ha raggiunto le semifinali nei tre tornei dello slam e, nel corso di quella dell’Australian Open con Alexander Zverev, si è fermato solamente di fronte a un problema all’adduttore. Al Roland Garros e a Wimbledon si è invece arreso alla nuova (e giovane) versione di sé stesso, e ovviamente ci riferiamo a Jannik Sinner, ma nel frattempo, in quel di Ginevra, ha festeggiato il 100esimo titolo a livello ATP della carriera, avvicinandosi, anche in questo caso, ai 103 di Roger Federer e, perché no, ai 109 di Jimmy Connors, diventando oltretutto il primo tennista dell’Era Open ad alzare un trofeo in 20 stagioni differenti. Nole sta riuscendo nell’impresa di avvicinare (o di superare) Federer a livello di longevità: adesso entrambi vantano 20 stagioni consecutive con almeno una finale e inoltre sono appaiati a quota 71 per i titoli conquistati sul duro (il serbo ha mancato il sorpasso a Miami, qualche mese fa, dove è stato battuto in finale da Mensik).
Roger – a cui sarà probabilmente impossibile strappare altri record, come quello delle 7 vittorie nelle prime 7 finali slam della carriera (Alcaraz ha perso la sesta, a Wimbledon, dopo aver vinto le prime cinque) o come quello delle 24 finali vinte consecutivamente tra l’ottobre del 2003 e l’ottobre del 2005 – ha chiuso la carriera con almeno 100 vittorie in due slam (Wimbledon, 105, e Australian Open, 102), un traguardo che sembrava, in apparenza, ineguagliabile. E invece… e invece a Djokovic, attualmente, mancano appena 10 vittorie (un paio di edizioni potrebbero essere sufficienti) allo US Open e solamente una nella “sua” Melbourne (dove vanta 10 titoli) per arrivare a quota 100 partite vinte in tutti e quattro i Major. Nel 2025, infatti, è arrivato a quota 101 a Parigi e a quota 102 a Wimbledon. Numeri mostruosi, impressionanti, a forma di GOAT.
Djokovic – inoltre – detiene il primato per quanto riguarda sia il numero di partite giocate nei major sia per le vittorie ottenute nei quattro principali eventi tennistici dell’anno. Le 105 vittorie di Federer a Wimbledon rappresentano il record per il torneo inglese ma Djokovic potrebbe superarlo raggiungendo i quarti di finale della prossima edizione mentre per superare le 102 vittorie – sempre di Roger – a Melbourne avrà bisogno di raggiungere i quarti nel 2026. Le 112 vittorie di Nadal al Roland Garros, invece, rappresentano, forse, un numero imbattibile (Nole avrebbe bisogno di 12 successi e quindi, almeno, di altri due grandi Roland Garros).
Il 25esimo slam è inevitabilmente la grande motivazione per la fase finale della carriera del serbo (ormai da molti anni a questa parte tutti “gli altri” tornei rappresentano solamente il paesaggio sullo sfondo dell’obiettivo principale) ma, al tempo stesso, la cascata dei record continua a gonfiarsi di numeri sempre più grossi, sempre più imbattibili: in attesa del futuro.