Ha salutato il torneo con un colpo fuori giri, una smorzata disperata su match point che dice tanto della stanchezza, ma anche della lucida follia. Titouan Droguet esce di scena dall’ATP 250 di Umago, dopo una cavalcata iniziata nelle qualificazioni e proseguita fino ai quarti di finale con un colpo quasi senza senso, figlio più della mente annebbiata che della reale consapevolezza di ciò che stesse facendo. Cinque partite in sei giorni, un tennis fatto di slancio, gambe e incoscienza buona, quella che serve per sorprendere avversari più quotati, ma alla lunga il fisico ha presentato il conto.
A sbarrargli la strada verso le semifinali è stato Damir Dzumhur, che si è imposto in tre set (3-6 7-5 6-2) rimontando un match che sembrava in controllo del francese, almeno per un’ora abbondante. Bravo il bosniaco a restare aggrappato quando il tennis di Droguet sembrava fluido e incisivo, ancora più bravo a cambiare marcia quando l’avversario ha cominciato a perdere campo e lucidità.
Il terzo set è stato un monologo: Droguet non ne aveva più, le gambe lo tradivano sul lato sinistro e la prima di servizio non gli dava più punti gratis. Il tentativo di smorzata sul match point – da fondo campo, praticamente in corsa, quasi un colpo alla roulette – ha certificato che le energie residue erano ormai finite. Il pubblico ha comunque salutato con un applauso sentito il 23enne mancino di Villeneuve-Saint-Georges, che da lunedì tornerà tra i primi 150 del ranking ATP. Un traguardo simbolico, ma importante per chi cerca stabilità nel circuito maggiore.
Per Dzumhur, invece, sarà la prima semifinale ATP da Marrakech 2023: affronterà lo spagnolo Carlos Taberner con un posto in finale sul piatto.