Quando, nel 2021, Torino si apprestava a organizzare per la prima volta le ATP Finals, dopo gli anni londinesi, si respirava nell’aria un imminente cambiamento per il tennis italiano. Non solo in termini di ampliamento dei tornei importanti su suolo nazionale. Si aveva la sensazione che la svolta per la racchetta azzurra fosse a portata di mano, vista anche la finale di Wimbledon raggiunta da Matteo Berrettini pochi mesi prima. E in pochi anni così è stato. Jannik Sinner è arrivato sul tetto del mondo e ha aggiunto alla bacheca quattro Slam, Lorenzo Musetti ha fatto irruzione in top 10, si registra la crescita settimana dopo settimana di giovani azzurri come Luciano Darderi e Flavio Cobolli. Questo solo a titolo esemplificativo, per il circuito maschile.
È proprio vero che vincere aiuta a vincere. E la crescita del tennis in Italia pare inarrestabile. Addio, allora, all’aura di esclusività che per decenni ha caratterizzato questa disciplina e benvenuto a uno status di sport nazionalpopolare. E l’incremento dei biglietti veduti per gli Internazionali d’Italia, oltre che per le Finals, ne è la testimonianza più pacifica.
Tuttavia, la vittoria non è un richiamo solamene per il pubblico, bensì si prospetta anche come un catalizzatore di attenzioni da parte della politica, che inizia a scrutare con un occhio di riguardo. Il perché è presto detto: questi eventi sono una fucina di soldi.
Decreto Sport: gli eventi sportivi e il rischio dell’autonomia smarrita
Nei giorni scorsi avevamo già dato conto dei cambiamenti – potremmo dire netti – che il Decreto Sport, approvato alla Camera dei Deputati e prossimo ad approdare al Senato, potrebbe apportare nel mondo sportivo e, nella fattispecie, nell’organizzazione delle manifestazioni.
La FITP ha da poco festeggiato la riconferma, voluta dall’ATP, per le Finals, che rimarranno in Italia fino al 2030, con un probabile avvicendamento tra Torino e Milano. Anche il Governo è pronto ad aumentare i finanziamenti riservati a questo torneo, da 81 a 97,5 milioni di euro a quinquennio, fatto che potrebbe aver contribuito a convincere appieno i vertici decisionali dell’ATP a rinnovare l’accordo con la Federazione Italiana per i successivi cinque anni.
A cambiare le carte in tavola adesso è però la politica stessa. Con l’approvazione del suddetto decreto la FITP rischia di perdere l’autonomia nell’organizzazione delle Finals – come tutti gli eventi che godano di un contributo statale superiore ai 5 milioni di euro – in quanto si prevede che Sport e Salute, società partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia, esprima un proprio rappresentante nel comitato delle Atp Finals e due nella commissione tecnica di gestione, che in tal modo diventerebbe a maggioranza pubblica. Un gran bell’affondo nei confronti di Angelo Binaghi, che tarda a pronunciarsi in merito, forse in attesa di qualche modifica da parte dell’altra branca del Parlamento, date le perplessità espresse dal Quirinale. Il presidente federale, tuttavia, ha mostrato una lettera firmata da Andrea Gaudenzi, massimo esponente dell’ATP, in cui si mette in dubbio la formalizzazione del nuovo long form agreement se la FITP non continuerà “a disporre dell’autonomia necessaria per governare tutti gli aspetti organizzativi ed esecutivi dell’evento”.
Sarebbe un peccato imperdonabile se il Master di fine anno si tramutasse in una battaglia politica, in cui il rischio sarebbe che a rimetterci siano tutti i protagonisti coinvolti, soprattutto la platea degli appassionati. Un emendamento aggiunto a lavori in corso prevede che la FITP possa ritrovare l’autonomia nel caso in cui scelga di rinunciare ai finanziamenti pubblici.
I numeri delle ATP Finals: 70 milioni di ricavi vs 55 milioni di costi
Tutto questo, però, rischia di scontrarsi con la realtà. Sarebbe possibile per la Federtennis sganciarsi completamente dal Governo? Per rispondere ci vengono in soccorso i numeri.
In un recente articolo pubblicato sulla Gazzetta dello Sport, si leggono alcuni dati interessanti, con la doverosa premessa di come i conti ufficiali non siano disponibili nel dettaglio, ma siano ricavabili incrociando i resoconti della FITP e le stime degli addetti ai lavori. Su base annuale, i costi organizzativi delle Finals si attestano intorno ai 55 milioni – di cui la metà suddivisa tra le tasse da corrispondere all’ATP (17,5 milioni di dollari) e il montepremi per i giocatori (15,25 milioni) – a fronte di 70 milioni di ricavi provenienti dal botteghino, dalle sponsorizzazioni e dai contribuiti della Regione Piemonte e il Comune di Torino. In questa cifra non sono compresi i circa 16 milioni annui di sovvenzioni statali. È sui 15 milioni, dunque, la quantità di utile prodotto, che la Federazione reinveste nella crescita del movimento azzurro, dal settore tecnico ai circoli. Al netto dell’incremento per il prossimo quinquennio sia delle tasse per l’ATP sia del montepremi, il margine per un’autonomia della FITP c’è, anche se si andrebbero a limitare sensibilmente i fondi da riutilizzare. Non certo una mossa alla Robin Hood, ma il trend, soprattutto relativo ai biglietti venduti – passati dai circa 156.000 del 2022 (2021 a capienza ridotta per la pandemia) ai 203 mila dello scorso anno, con un incremento del 30% – suggerirebbe che le entrate nelle casse della Federazione sarebbero destinate ad aumentare.
Dal canto suo Palazzo Chigi mira a un controllo diretto dell’organizzazione per poter accedere ai relativi benefici economici. Ad oggi, l’accordo con Sport e Salute prevede che la Federtennis, unico organo deputato all’aspetto organizzativo, possa avvalersi della società a partecipazione statale per la logistica e la parte tecnica. Se Sport e Salute dovesse trovare, come vorrebbe il Governo e come prevede il Decreto caldeggiato dal Ministro Abodi, accesso agli utili, potrebbe riutilizzarli a suo piacimento, anche per altri sport, in particolare per le infrastrutture – si ricordi come Sport e Salute sia titolare del Foro Italico e, tramite una partnership certificata, disponga del 30% degli utili provenienti dagli Internazionali d’Italia da destinare alle strutture.
L’ATP si è già espressa in merito e pone l’autonomia dell’ente organizzatore, la FITP, come condito sine qua non per ratificare l’accordo con Torino. Non sarà una sfida semplice, come tutte quelle che si disputano lontano dai campi di gioco. Perdere le Finals sarebbe una sconfitta per tutti. Per il tennis, ma anche per il Governo, considerato che l’impatto economico di questo evento nel 2024 è stato di 503 milioni di euro, con 3431 posti di lavoro generati.