Nelle ultime settimane, Sascha Zverev ha fatto molto parlare di sé dopo la visita alla Rafa Nadal Academy, dove si è allenato col mentore del 22 volte vincitore Slam, colui che ha creato su misura la macchina perfetta, Toni Nadal. Parecchi rumors preannunciavano l’inizio della collaborazione tra Sascha e “Zio Toni”, ma un calendario fitto di impegni per il coach iberico ha rimandato a data da destinarsi la nascita di questa intrigante partnership. Di recente, il numero tre del mondo, ha partecipato ad una puntata del celebre podcast “Nothing Major Show”, guidato dagli ex tennisti statunitensi Isner, Johnson e Querrey, e l’episodio che ha visto come ospite il tedesco, si è rivelata parecchio interessante, grazie ad alcuni aneddoti narrati in esclusiva da Sascha.
Il finalista dell’Open di Francia 2024 ha approfondito la parentesi “Toni Nadal”, confessando quanto siano state costruttive le ore passato al suo fianco sul campo d’allenamento: “La verità è che mi è piaciuto molto trascorrere quella settimana a Maiorca con Toni e credo che anche lui ne abbia tratto un bilancio positivo e che si sia divertito – ha dichiarato Zverev durante la puntata, svelando anche qualche dettaglio per il futuro – al momento, quello che posso dirvi è che la sua agenda è piena di impegni come conferenze e questioni relative all’accademia, ma credo che l’anno prossimo sarà molto più presente al mio fianco”. Dopo tali anticipazioni, l’ex numero due del mondo si è soffermato parecchio sulla figura iconica di Rafa, onnipresente ai suoi allenamenti giornalieri durante la settimana in Academy.
La partecipazione del maiorchino, e l’interesse nel dispensare preziosissimi consigli a Sascha, ha particolarmente stupito quest’ultimo, immensamente grato alla leggenda di Manacor: “È stato spettacolare vederlo così coinvolto in campo con me, mi ha davvero sorpreso e non potrò mai ringraziarlo abbastanza. Prima di conoscerlo in questo modo, avrei detto che Djokovic sarebbe stato l’allenatore ideale per me, se mi avessi chiesto di scegliere tra i membri del Big 3, perché mi ha dato molti consigli e abbiamo avuto delle belle conversazioni. Ma quello che ha fatto Rafa quella settimana a Maiorca è stato… Abbiamo cenato insieme fino all’una di notte e, a metà cena, si è alzato in mezzo al ristorante e ha iniziato a colpire con il dritto, per darmi consigli tecnici”.
Una rivalità, quella tra Sascha e Rafa, che ha toccato punti nevralgici della carriera di entrambi, basti pensare alla semifinale del Roland Garros, nel 2022, quando il tedesco subì un terribile infortunio alla caviglia. E due anni dopo, l’ultimo ballo di Nadal – proprio contro Zverev – sul campo che gli ha regalato 14 trionfi Slam, il Philippe Chatrier. I due campioni si sono scontrati ben 11 volte, dunque, il maiorchino conosce a menadito il gioco del tedesco, che può ancora migliorare parecchi aspetti, come suggerito dallo stesso Nadal: “Non so quante volte mi abbia detto durante quella settimana che dovevo essere più aggressivo e coraggioso. So che devo farlo, ma sentirlo dire da lui, con cui ho giocato partite importanti… Mi diceva che quando sono aggressivo è molto difficile farmi male, ma quando divento passivo sono vulnerabile. Non ho ottimi colpi come il drop shot o lo slice, quindi devo essere aggressivo. Mi ha detto un milione di volte che crede davvero che io possa vincere un Grande Slam, ma solo se sarò più aggressivo, specialmente nei momenti importanti”.