Il trionfo di Jannik Sinner a Wimbledon è valsa una nuova e gloriosa pagina nella storia dell’Italtennis, scritta un anno dopo aver accolto per la prima volta un azzurro in vetta alla graduatoria mondiale. I traguardi dell’altoatesino hanno galvanizzato la passione tennistica degli italiani, che come era ampiamente prevedibile si guardano ora intorno alla ricerca del Sinner di domani. Con non poca (e inopportuna) retorica, si è parlato in questi termini della giovane promessa palermitana Federico Cinà, che in Italia ha partecipato a ben oltre la metà dei tornei disputati in carriera. Ma il Sinner di domani può e non deve essere ridotto a un luogo comune.
Il modello italiano
Di questo ne sono consapevoli negli uffici della Fitp, che dall’anno 2000 ha lavorato per aumentare del 57% i tornei minori, come raccontato sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport. Quelli in cui nel 2018 a Santa Cristina Val Gardena Sinner ha raggiunto la prima finale Itf, per poi conquistare il primo trofeo al Challenger di Bergamo nel 2019. Quelli in cui nello stesso anno, il numero 11 Atp Lorenzo Musetti ha raggiunto la semifinale del Challenger di Milano. Insomma, quelli in cui si formano i campioni di domani e soprattutto dove si è costruito il successo del modello italiano. Un modello che ha sedotto nuovi appassionati con la complicità delle Finals di Torino, della tappa bolognese di Coppa Davis e per ultima della Hopman Cup. Oltre che della vincente promozione degli Internazionali.
Gli 88 tornei minori
I dati del 2025 restituiscono il quadro di una crescita enorme dei tornei minori, riflessa nella nascita di promesse come il succitato Cinà, ma anche dell’italo-statunitense Tyra Grant – possibile futura allieva di Renzo Furlan – che prima di esordire sul rosso del Foro Italico ha preferito il tricolore alla bandiera a stelle e strisce. Se nel 2000 si sono disputati 8 tornei Challenger e 16 Itf maschili, nonché 32 tornei tra W10 e W25 femminili, un quarto di secolo dopo i numeri riportano 20 Challenger e 31 Itf maschili e 8 W125 e 29 tra W15 e W75, per un totale di 88 eventi, di cui i 125 di Napoli, Perugia, Sassuolo, Genova, Olbia e San Marino e il 175 di Torino godono della collaborazione con la Federtennis di Angelo Binaghi, che nel 2026 procederà a tagliare il nastro al Challenger di Cagliari (completamento dell’impianto permettendo).
Il 2025 ha conosciuto inoltre un importante rivalutazione dei 125 da parte dei giovani tennisti, impegnati a farsi le osse sui campi di Bari, Parma, Roma, Grado, Tolentino, Cosenza, Rovereto e Palermo (quest’ultimo alla sua prima edizione 125 dopo la cessione della licenza 250 al Transylvania Open per 3 milioni di euro). Rivalutazione a tutto beneficio del tennis femminile e che ha reso l’Italia il Paese con il maggior numero di tornei 125. Insomma, una crescita che non è passata inosservata neppure oltre i confini nazionali. Questo ad esempio il commento dell’ex numero 33 al mondo John Millman: “La Federazione italiana e tutto il mondo del tennis italiano meritano il successo che stanno avendo. Sono una nazione appassionata che ama lo sport e investe tanto nei Futures, nei Challenger e nei tornei Atp e Wta, e così offre tante occasioni di vedere e di praticare tennis”. Un successo dovuto anche al piano di investimento annuale da 10 milioni destinati ai circoli coinvolti nell’organizzazione dei tornei minori, oltre che al supporto diretto della Fitp che da Roma mette a disposizione forniture, strutture e consulenza nella progettazione degli eventi.
“L’aumento dei tornei è la chiave dello sviluppo”
La Federazione provvede inoltre a distribuire un riservare un determinato numero di wild card per le giovani promesse azzurre, sull’esempio di quella concessa nel 2018 dal Challenger di Bergamo all’ex numero 546 al mondo Jannik Sinner. Così l’ex direttore degli Internazionali d’Italia Sergio Palmieri: “Così i nostri ragazzi vengono spinti a confrontarsi a un livello superiore. Il vantaggio di farli giocare in casa, inoltre, sta nella riduzione dei costi delle trasferte, che possono essere proibitivi. La crescita importante del numero dei tornei in Italia è stata, senza dubbio, una delle chiavi dello sviluppo del movimento tennistico. Abbiamo cominciato a incrementare i tornei Wta 125, che sono l’equivalente dei Challenger. L’associazione delle tenniste professioniste ci ha prospettato questo progetto concepito per sostenere le giovani carriere. L’obiettivo della Wta è arrivare a 90 tornei 125 in 2-3 anni. Già in questo primo anno siamo il Paese che ne ospita di più, ben 8. Nella prossima stagione arriveremo a 10”.
(di Enrico Picone)