A cura di Enrico Picone
Non è stato il finale migliore per l’Italtennis, che all’ultimo atto di Cincinnati ha visto arrendersi entrambi i suoi numeri 1. Ma se Jannik Sinner ha alzato bandiera bianca dopo avere visto nero già dalla prima battuta, confessando al suo stesso di rivale di essere sceso in campo solamente per il pubblico, Jasmine Paolini ha onorato il 1000 di Mason fino all’ultimo set, senza però riuscire a sfatare il tabù Iga Swiatek, che sul cemento del Lindner Family Tennis Center si è imposta ancora una volta. 7-5, 6-4 lo score che è valso il secondo titolo dell’anno per la polacca dopo il trionfo di Wimbledon. Il bilancio dei precedenti riporta così 6 vittorie a 0 per l’ex numero 1 al mondo, ora accomodatasi alle spalle di Aryna Sabalenka. L’azzurra farà invece il suo ingresso al Flushing Meadows da testa di serie numero 8, e con un rinnovato coraggio che la finale in Ohio le ha restituito dopo i tanti alti e bassi stagionali.
Paolini: “Obiettivo migliorare le prime”
Queste le parole di Paolini, intervenuta in conferenza stampa per fare il punto sulla finale di Cincinnati: “Sono state due settimane molto positive dopo un mese e mezzo molto difficile. Sono felice del livello raggiunto in questo torneo. Avrei potuto servire un po’ meglio, ma resta comunque un torneo positivo per me. Come andrò a New York? Il mio livello qui non è bastato, avrei potuto mettere più prime palle, perché lei risponde molto bene. Avrei potuto sicuramente servire meglio. Allo stesso tempo, quando iniziavano gli scambi, mi sentivo bene. Però è dura giocare sempre tante seconde palle contro di lei, o prime non molto veloci. L’obiettivo è ovviamente migliorare quella percentuale, migliorare il servizio e la precisione, perché i primi colpi su questi campi sono troppo importanti. L’affetto del pubblico? È stato incredibile. Anche quando ho giocato contro Coco Gauff. È davvero bello giocare qui, mi è sempre piaciuto. Quest’anno ancora di più, perché l’impianto è fantastico. Mi piace questo torneo e mi piace il pubblico in generale. Mi piace molto il pubblico americano: è molto caloroso. E indipendentemente da chi tifino, sostengono la persona, la personalità che preferiscono. Ed è davvero bello”.
Paolini: “Il pubblico mi ha aiutata”
“Cosa ho cambiato in finale? Non so, penso che questo campo sia più adatto al mio gioco rispetto alla terra contro di lei. Ho cercato, quando avevo la palla giusta, di essere aggressiva, perché è l’unico modo per provare a vincere i punti contro di lei: essere aggressiva, muoverla, prendere la palla prima di lei, perché lei ti toglie tanto tempo. Non è facile, ma negli scambi mi sono sentita bene. Ovviamente, come ho detto, devo migliorare i primi colpi, soprattutto il servizio. Qui è troppo importante. Penso che il servizio abbia fatto la differenza, anche se forse lei ha fatto più doppi falli di me. Penso che l’atmosfera qui sia elettrizzante. Non so come dirlo meglio. È rumorosa. Mi è piaciuto tantissimo il pubblico. Anche oggi è stato fantastico. A volte, anche nei momenti difficili, sorridevo perché mi sostenevano: ‘Forza Jasmine, forza!’. Poi ho messo a segno un punto difficilissimo, correvo da una parte all’altra, e quando ho visto che il mio colpo superava lei a rete ho pensato ‘Ce l’ho fatta!’. È davvero difficile fare punto contro di lei”.
Paolini: “Il doppio con Musetti? Devo pensare al mio corpo”
Paolini ha poi risposto sul forfait al doppio misto di New York, dove avrebbe giocato a fianco di Lorenzo Musetti. “Ho deciso di ritirarmi dopo la semifinale di ieri, sto giocando singolare e doppio ogni settimana ed è dura. Prendere l’aereo di notte e giocare la mattina o il pomeriggio dopo è un po’ troppo. Ho bisogno di recupero. Mi sarebbe piaciuto giocare con Lorenzo Musetti. È una competizione bellissima. Ma allo stesso tempo devo pensare al mio corpo, e credo che la cosa migliore sia recuperare uno o due giorni per essere pronta mentalmente e fisicamente allo US Open. Io testa di serie numero 8? Non so quale possa essere la differenza se fossi stata numero 9, dipende. Certo, è bello essere testa di serie, ma che sia otto o nove non so quanto cambi. L’obiettivo è pensare al mio gioco e provare a fare un buon torneo, essere pronta, e mi preparerò nei prossimi giorni per lo US Open. Io sempre sorridente? A dire il vero non sono sempre così, ovviamente. Ma quando do tutto e faccio il massimo, allora sì. Potevo fare meglio, certo: servire meglio, fare meglio alcune cose. Ma sono stata lì su ogni punto, anche nelle situazioni difficili ho cercato di reagire. Quindi non so, cerco anche di vedere le cose positive. Sono stati dieci giorni molto positivi, dopo un mese e mezzo molto duro per me. Ho dato tutto. Va bene così. Non tutto è sotto il mio controllo. Sono felice di come sono stata in campo e di come ho lottato punto dopo punto. Non ho vinto, ovviamente volevo vincere, ma c’era anche un’avversaria dall’altra parte”, ha concluso.