Ubitennis Ubitennis Ubitennis
Notification Show More
Font ResizerAa
  • HOME
  • ULTIME
  • SCANAGATTA
  • RUBRICHE
    • Pronostici
    • Ranking
    • (S)punti Tecnici
    • Area test
    • Al femminile
    • Nei dintorni di Djokovic
    • Pagelle
    • Tennis e TV
    • Circoli in vista
    • INTERVISTE
  • ATP
  • WTA
  • SLAM
    • Australian Open
    • Roland Garros
    • Wimbledon
    • US Open
  • VIDEO
  • PODCAST
    • DIRETTE LUCA & VANNI
    • Il DIRETTORE
  • UBIGAMES
    • UBICONTEST
    • UBIVERBA
Reading: “I tennisti hanno una libertà impensabile in altri sport”. Dal calendario ai profitti, Gaudenzi difende la riforma 1000 e le sue politiche
Font ResizerAa
UbitennisUbitennis
Search
  • HOME
  • ULTIME
  • SCANAGATTA
  • RUBRICHE
    • Pronostici
    • Ranking
    • (S)punti Tecnici
    • Area test
    • Al femminile
    • Nei dintorni di Djokovic
    • Pagelle
    • Tennis e TV
    • Circoli in vista
    • INTERVISTE
  • ATP
  • WTA
  • SLAM
    • Australian Open
    • Roland Garros
    • Wimbledon
    • US Open
  • VIDEO
  • PODCAST
    • DIRETTE LUCA & VANNI
    • Il DIRETTORE
  • UBIGAMES
    • UBICONTEST
    • UBIVERBA
Follow US
  • Lavora con noi
  • Pubblicità
  • Newsletter
  • Cookie policy
  • Privacy Policy
  • Servizi Vincenti
  • Il Grande Slam
  • UBICONTEST
Opinioni

“I tennisti hanno una libertà impensabile in altri sport”. Dal calendario ai profitti, Gaudenzi difende la riforma 1000 e le sue politiche

Le lamentele dei top sono giustificate? La realtà è che non si torna indietro e toccherà scendere a compromessi. E sui forfait di Sinner e Alcaraz...

Last updated: 22/08/2025 20:17
By Pellegrino Dell'Anno Published 21/08/2025
Share
12 Min Read
Andrea Gaudenzi


📣 Guarda il torneo ATP di Shanghai in streaming su NOW! 

Che l’ATP sia cresciuta e abbia conosciuto nuove vette in termini di organizzazione e qualità sotto Andrea Gaudenzi è un dato di fatto. L’ex tennista azzurro, ricoprendo la carica di presidente, ha introdotto varie innovazioni, dai Bonus Pool al piano pensionistico, fino ai tanto bistrattati 1000 da 12 giorni. In ogni caso un dirigente dinamico e sempre pronto a prendere l’iniziativa, che essa venga poi ben accolta o meno.

Sezioni
La disputa sul calendarioEsibizioni e adattamento1000 da dodici giorni: bastano i guadagni?Le conclusioni di Ubitennis

E spesso pronto a spiegare le cose, seppur a modo suo: rilasciare un’intervista ad un proprio ente, da parte del presidente, è una mossa perfetta, visto che si ha la possibilità di rileggerla e di poter grossomodo tagliare parti che non passano la revisione. Ciononostante, di certo è venuta fuori un’intervista interessante e che ha toccato i temi più caldi del momento. Qui trovate la traduzione integrale, della quale abbiamo deciso di analizzare i passaggi più interessanti.

La disputa sul calendario

Si gioca troppo. Il tennis è troppo fisico. I 1000 da 12 giorni sono un disastro, il calendario è troppo fitto. Il numero di lamentele riguardo la questione calendario non ha fine, e sicuramente una parte di queste è assolutamente vera e comprensibile. Al contempo, l’impressione è che i giocatori, che non sono del tutto esenti da responsabilità rispetto a questo aspetto, vorrebbero avere “la botte piena e la moglie ubriaca”.

Ci sentiamo di condividere, a tal proposito, le risposte di Gaudenzi: “Il nostro calendario è complesso. È una stagione lunga e andare avanti settimana dopo settimana è impegnativo. Ma questo è anche uno sport individuale: un giocatore può uscire al primo turno, un altro può alzare il trofeo in finale. Trovare una soluzione che funzioni per entrambe le situazioni non è mai semplice, e non si può costruire un calendario attorno a un solo gruppo di giocatori. E c’è un punto che spesso viene trascurato: i giocatori scelgono i propri programmi. Questa libertà è rara nello sport professionistico. Ma con essa arriva anche la responsabilità e il sapere quando spingere e quando recuperare”.

Sono due le considerazioni da fare. Prima: a lamentarsi sono quasi sempre i top player, coloro che arrivano in fondo ai tornei e sono effettivamente sottoposti ad uno sforzo maggiore. Il tennis è però un iceberg di cui loro costituiscono solo la punta, ci sono tutti gli altri che escono al primo turno e che hanno bisogno di giocare. In termini sia economici e di classifica quanto di allenamento. Dunque appunto non si può modellare un intero calendario su un gruppo ristretto. La seconda considerazione riguarda invece la programmazione, sulla quale i giocatori godono di totale controllo. Che sfruttano quando conviene, fanno finta di ignorare in situazioni scomode.

Esibizioni e adattamento

È più che giusto affermare che i tennisti, specie quelli d’élite, sanno benissimo quando spingere e quando fermarsi. Certo, si potrebbe obiettare che il bonus pool e le sanzioni siano un valido tentativo di portarli a giocare il più possibile non solo i grandi eventi ma anche qualche ATP500. La risposta è semplice: a giocatori che guadagnano svariati milioni tra montepremi e sponsor, quanto può effettivamente interessare non poter accedere a qualche bonus in più o perdere qualche punto? Anche perché, e qui si apre un altro tema di discussione, le esibizioni le giocano.

Posto che ognuno è libero di gestire la propria carriera come meglio crede, il giocare ricchi eventi come il Six Kings Slam (la Laver Cup è un momento di cameratismo e lo sforzo profuso è raramente eccessivo) cozza un po’ con le lamentele sul calendario. Anche se Gaudenzi non ha criticato più di tanto questo punto. Fornendo anzi un punto di vista che tratta grosso modo le esibizioni come un male necessario: “I tornei d’esibizione? Non necessariamente rappresentano un problema. Le esibizioni offrono ai giocatori un altro modo di guadagnare, e questo fa parte della libertà che deriva dall’essere lavoratori indipendenti“.

“Non ho nulla contro il concetto. Ma dobbiamo essere onesti: le esibizioni avvantaggiano un numero molto ristretto di giocatori. Non offrono punti validi per il ranking, non reinvestono nell’ecosistema e non sostengono la più ampia base di giocatori che dipende dagli eventi del Tour per il proprio sostentamento. Ecco perché il nostro focus deve rimanere sugli eventi ATP. Sono le fondamenta dello sport, costruiti per sostenere centinaia di giocatori, non solo pochi. Quando i giocatori scelgono di dare priorità al Tour, rafforzano l’intera piramide”.

Tradotto: i top player hanno pieno di diritto di giocare quante esibizioni gli pare…finché non vanno ad intaccare i tornei ATP. L’invito a concentrarsi maggiormente sugli eventi del tour non è velato, visto che gli Slam (che, ricordiamo, non fanno capo all’ATP) stanno riducendo sempre più l’interesse e la voglia dei migliori verso i Masters 1000. Per tacere degli ATP 500 o dei 250, categoria di tornei che Sinner non disputa dal giugno 2023 (‘s-Hertogenbosch), Alcaraz addirittura dal febbraio 2024 (Buenos Aires). E, con il decimo Masters 1000 che si svolgerà in Arabia Saudita, contando che Gaudenzi ha detto senza mezzi termini che l’attenzione massima verte sui principali tornei ATP, l’impressione è che negli anni a venire i tornei più piccoli avranno sempre meno spazio. E saranno destinati, se non a scomparire del tutto, ad accontentarsi di una fetta di torta ancora più piccola.

1000 da dodici giorni: bastano i guadagni?

Qui ci sentiamo di porre un asterisco a quanto detto da Gaudenzi, che ha lodato i 1000 da 12 giorni citando i maggiori profitti. “Avere un sistema di profit sharing è un segnale di un ecosistema sano e in crescita, e anche un forte indicatore che i tornei stanno andando bene. Solo al secondo anno del piano strategico, 18.3 milioni sono una cifra enorme. Per mettere le cose in prospettiva, equivale a un aumento del 25% del montepremi base nella categoria Masters 1000”. Tutto giusto…ma con quasi una settimana di torneo in più, tra biglietti e affini, era abbastanza consequenziale aumentare i guadagni. E, come hanno confermato in maniera netta i 1000 in Canada (“i ritiri ci sono sempre stati e sempre ci saranno, specie in uno sport fisico come il tennis”) e Cincinnati, l’estrema ricerca del profitto non fa per nulla bene al tennis.

Ciononostante, tutti i discorsi sul gioco che sta avendo la peggio e lo spettacolo che ci rimette vanno a sbattere sulla dura realtà: non si torna indietro. E il discorso economico è chiaramente decisivo e, se vogliamo, anche per una “buona causa” sotto alcuni punti di vista. “Il format ampliato sblocca il potenziale di ricavi necessario per far crescere l’intero Tour. Riforme come queste sono state discusse a lungo con il Player Advisory Council e con il Board nel corso di diversi anni. Uno dei nostri obiettivi strategici chiari è dare più soldi a più giocatori“.

“Lo abbiamo fatto con il fondo pensione, che si è ampliato da 165 a 300 giocatori, e raddoppiando i montepremi a livello Challenger dal 2022. E lo stiamo facendo anche con grandi eventi, grandi palcoscenici e tabelloni più ampi, che alimentano il motore commerciale dello sport. Basta guardare a ciò che sta accadendo: bonus pool da record, progetti infrastrutturali da centinaia di milioni a Roma, Madrid, Shanghai, Cincinnati. Niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza il margine temporale offerto dai 12 giorni. Dobbiamo pensare a lungo termine. Concediamo a questo modello cinque o dieci anni”.

Secondo Gaudenzi sul lungo termine si scenderà a patti, in un modo o nell’altro, con il nuovo formato. Diventerà un’abitudine con cui poter andare a nozze guardando a tutti i benefici che porta. E su questo non possiamo che dar ragione al presidente dell’ATP. Alcuni interventi strutturali operati dai tornei sarebbero stati impossibili senza un incremento dei guadagni. Così come sarebbe stato impossibile creare un adeguato fondo pensionistico o aumentare i montepremi nei Challenger. Anche qui, una crescita avvenuta sotto Gaudenzi. Che ha più volte sottolineato come i tennisti, essendo lavoratori autonomi e indipendenti, hanno molte più occasioni e libertà rispetto a colleghi di altri sport. Il contraltare è che, ad eccezione della cupola assoluta, molti di loro non abbiano delle entrate fisse a differenza degli sport di squadra. Ma è un argomento che esula da quanto trattato qui.

Le conclusioni di Ubitennis

Abbiamo esaminato i passaggi di maggior rilievo di una lunga intervista, in cui Gaudenzi, più o meno sottilmente, ha ribadito due concetti. Il primo: l’importanza dei Masters 1000 su tutto il resto (“i giocatori sono obbligati a disputare 18 tornei”), oltre ovviamente agli Slam. Il secondo: i tennisti sono padroni di loro stessi, possono decidere dove giocare; dunque le lamentele lasciano il tempo che trovano. Riteniamo che il presidente dell’ATP abbia gestito politicamente in maniera perfetta questa intervista.

È infatti stata pubblicata il giorno della finale di Cincinnati, in seguito alle tante polemiche su Toronto e a qualche ora dalla partita da sogno (finita purtroppo nel peggiore dei modi) tra Sinner e Alcaraz. Quasi un segnale, che dopo la tempesta c’è sempre il sole e che, nonostante qualche torneo ci vada a perdere, lo spettacolo del tennis funziona. D’altronde, finché i biglietti vengono esauriti e i fan sono entusiasti di poter godere di più giorni di tennis nelle proprie città, sarà difficile dar torto alle politiche dirigenziali.

Il pensiero di chi scrive è che le tematiche più scomode siano state dribblate con eleganza, ma mettendo in luce dati oggettivi che permettono di poter usare questo tipo di atteggiamento. Per quanto Gaudenzi abbia alla fin fine detto la verità, né più né meno, rimane la convinzione che urga una riunione ben fatta, in cui si parli chiaro, tra vertici ATP e vertici dei giocatori nell’ATP Council. Per trovare un giusto compromesso e far trasparire un’unità di intenti che possa far bene al tennis. Situazione che ad oggi appare ben lontana.


Tabelloni ATP / WTA | RASSEGNA STAMPA FREE | ⚠️ Iscriviti alla newsletter


✍️ PUOI COMMENTARE GLI ARTICOLI SCORRENDO LA PAGINA DOPO I BANNER

Grazie per la comprensione, la pubblicità ci aiuta a sopravvivere ⤵️
TAGGED:Andrea GaudenziatpATP Masters 1000
Leave a comment

Ultimi articoli

Peyre (coach Atmane): “Terence può essere un mix tra Nadal e Leconte. Sinner? Cerca di lavorare per batterlo” [ESCLUSIVA]
Interviste
ATP Almaty: Medvedev e Khachanov guidano il main draw, ci sono Cobolli e Darderi
ATP
ATP Shanghai, Vacherot: “Non ho pensato che ci fosse Djokovic dall’altra parte della rete. Che gioia per Monaco!”
Interviste
ATP Shanghai, Rinderknech: “Il sogno insognabile. Ci saranno comunque due vincitori”
Interviste
  • Lavora con noi
  • Pubblicità
  • Newsletter
  • Cookie policy
  • Privacy Policy
  • Servizi Vincenti
  • Il Grande Slam
  • UBICONTEST

“la migliore lettura sul tennis”

Così dicono i fan di Warning, ma ci sono anche i detrattori. La nostra newsletter arriva una volta la settimana, ci sono oltre 9000 iscritti.

Stay Connected

FacebookLike
TwitterFollow
InstagramFollow
YoutubeSubscribe
TiktokFollow
LinkedInFollow
TwitchFollow
UbitennisUbitennis
© Ubitennis, dal 2012 il posto del tennis.
  • ENGLISH
  • ESPANOL
Welcome Back!

Sign in to your account

Lost your password?