Erano una coppia in missione e la missione è stata compiuta. Per il secondo anno consecutivo sono Sara Errani e Andrea Vavassori i vincitori del torneo di doppio misto allo US Open. È variato il formato, è variato il parterre degli sfidanti ma ad emergere è stata l’unica coppia di specialisti presente in tabellone. Dopo i due successi nella giornata di martedì, Errani/Vavassari mettono a segno altre due vittorie, sotto il tetto a causa della pioggia, sconfiggendo prima Collins/Harrison e poi in finale Swiatek/Ruud. Vediamo le principali dichiarazioni rilasciate dai due tennisti in conferenza stampa e poi quelle in esclusiva al nostro vicedirettore Vanni Gibertini.
MODERATORE: Sara e Andrea, congratulazioni. Potete dirci i vostri pensieri sul titolo.
ANDREA VAVASSORI: “Sì, penso che stasera sia stato incredibile. L’atmosfera era pazzesca. L’ultima partita è stata incredibile anche per il livello. Credo ci siano stati tantissimi punti bellissimi, tanti highlights. Penso che questi due giorni saranno davvero importanti per il futuro del doppio perché abbiamo dimostrato che i doppisti sono grandi giocatori. Penso che questo prodotto possa crescere in futuro. In passato ci sono state tante leggende che hanno giocato in doppio. Ho parlato con John McEnroe negli spogliatoi. Mi ha detto che per lui era importante venire a dirmi: “Stai facendo qualcosa di buono per il doppio”. Quindi penso che sarà davvero importante in futuro sapere che è un prodotto che può crescere. Con un miglior marketing può diventare qualcosa di ancora più grande.”
SARA ERRANI: “Sono felicissima. È stato così speciale vincere di nuovo qui il torneo. Non era facile dopo aver perso il secondo set in finale. Andrea mi ha aiutato tantissimo, mi ha dato tanta energia, ha creduto in me. Credo abbia giocato un super tiebreak incredibile. È stato speciale. Sono troppo felice (sorride).”
D. Quando hanno annunciato questo nuovo format, eravate sicuri del fatto che, essendo i campioni dell’edizione precedente, alla fine sareste stati invitati?
SARA ERRANI: “Non proprio. Non ci credevo. Stavamo aspettando, è stato difficile. Per me era più no che sì.”
ANDREA VAVASSORI: “In realtà, credo che, se non avessimo fatto quella dichiarazione [qui il link], non avremmo giocato questo torneo. Credo fosse importante per noi giocare. Devo dire anche che l’iniziativa era importante perché era davvero una dichiarazione che il doppio può diventare qualcosa di più grande. Lo stadio era pieno. La gente si è divertita. Se lo si considerava come qualcosa che non funzionava [il doppio, ndr], come abbiamo mostrato oggi, invece funziona. Anche il super tiebreak, così tanti punti belli. Essere qui con il trofeo è qualcosa di cui siamo orgogliosi”
D. Quali sono state le vostre emozioni durante il torneo, volevate dimostrare qualcosa ma divertendovi molto allo stesso tempo? Sara, hai servito dal basso sul match point per titolo, cosa ti è passato per la testa?
SARA ERRANI: Non lo so.
ANDREA VAVASSORI: Onestamente non l’ho vista, perché stavo guardando solo Casper.
SARA ERRANI: L’ho già fatto a volte in altre partite. L’ho fatto alle Olimpiadi in semifinale per vincere la medaglia e sul match point. Volete sapere la verità? Sentivo che se avessi servito normalmente avrei fatto doppio fallo, allora ho fatto la battuta dal basso. A volte non è facile rispondere a una battuta dal basso. Scende bassa. Alcuni si innervosiscono. Ho sentito di farlo e l’ho fatto. Ma abbiamo perso quel punto. Abbiamo perso quel punto, quindi…
ANDREA VAVASSORI: “Durante il torneo abbiamo sentito la pressione. Noi eravamo la coppia che aveva tutto da perdere. Se avessimo perso contro Fritz-Rybakina, non sarebbe stato un bel segnale per il doppio. Credo che tutti pensassero che avremmo perso contro di loro. Quindi dimostrare che si sbagliavano era importante per noi. Ma noi conosciamo il nostro valore come squadra, lo abbiamo già dimostrato in passato. Anche giocando altre finali di Slam con Simone e Sara. Credo che Sara abbia giocato tantissime finali di Slam. È qualcosa che ti fa crescere come giocatore. Sei abituato a giocare sotto questo tipo di pressione. Ti costruisce come giocatore in queste occasioni.”
D. Continuate a dire che giocate non solo per voi stessi ma per tutti i giocatori di doppio. Se doveste dare un consiglio alla USTA per migliorare questo evento in futuro, quale sarebbe?
ANDREA VAVASSORI: “Onestamente, non è facile, perché se vuoi far giocare le stelle del singolare, devi scegliere i giorni giusti. Questi giorni erano perfetti perché avevano anche il tempo per recuperare. Se lo fai nella seconda settimana, forse non è facile.
Abbiamo giocato questo torneo anche per gli altri giocatori di doppio, sono entrato anche nel consiglio dei giocatori per cambiare un po’ la narrativa del doppio, per dire che il doppio è un prodotto che può crescere in futuro. Credo che, come ho detto prima, sia la cosa più importante perché i giocatori possono cambiare, ma è il prodotto che ha valore. Se dimostri che è qualcosa che la gente si diverte a guardare, allora si può fare qualcosa, tipo mettere più highlights dei tanti punti belli che ci sono in doppio. Anche raccontare le storie delle coppie, come si sono create. Credo che ci siano tante squadre che lo meritano.”
D. Il premio da un milione di dollari è un enorme aumento rispetto agli anni precedenti.
ANDREA VAVASSORI: Molto enorme (ride).
D. Quanto vi ha motivato questo? Come hanno reagito gli altri doppisti non potendo competere per quel premio?
ANDREA VAVASSORI: “Penso che di sicuro gli altri non fossero molto contenti. Immagino, perché se non avessi avuto l’opportunità di giocare, mi sarei arrabbiato anch’io. L’anno scorso è stato fantastico per noi. Credo che l’iniziativa sia qualcosa di positivo per lo sport. Ma in futuro dobbiamo dare ai migliori giocatori di doppio la possibilità di competere.“
SARA ERRANI: Anche perché è il loro lavoro, penso sia giusto nei confronti dei giocatori di doppio, che sono ottimi giocatori. Come ha detto lui, penso che se la gente conoscesse meglio le persone, le coppie che giocano, allora li seguirebbe di più e si divertirebbe a conoscerli. Penso che quest’anno hai tolto lavoro ai doppisti, alla fine tutti giocano anche per soldi.”
ANDREA VAVASSORI: “Magari si potrebbero mettere 16 giocatori in più, forse un tabellone da 32, una partita in più. La cosa più difficile è che Cincinnati finisce di lunedì. Il calendario è molto complicato da organizzare. Abbiamo tanti tornei. Ma forse con un turno in più puoi includere tanti altri buoni giocatori.
Magari puoi anche costruire la narrativa singolo contro doppio. Oggi, per esempio, erano due giocatori di doppio al top e due giocatori di singolo al top. È stato un bel confronto anche per il pubblico. Vedere uno stadio pieno per il doppio misto è qualcosa che onestamente non ci aspettavamo. Dobbiamo dare merito al torneo per aver creato qualcosa che valeva la pena. Ma possiamo fare qualcosa, magari aggiustare qualcosa in futuro se continuerà così. Sarebbe fantastico dare l’opportunità anche ad altri giocatori di doppio che lo meritano. Arevalo era n. 1 al mondo e non ha avuto l’opportunità di giocare. Siniakova che ha vinto così tanti Slam. Credo che, come ho detto, ci sono stati tanti aspetti positivi e alcuni negativi. Ma è qualcosa su cui possiamo lavorare in futuro.”
D. Come coppia più esperta del torneo, in quali momenti pensate che la vostra esperienza sia stata più utile?
SARA ERRANI: “Penso che abbiamo mostrato quanto sia importante sapere giocare in doppio. Il doppio non è solo servire bene, colpire bene, rispondere bene. Ci sono molte altre cose che non sono facili. Penso che i giocatori di doppio migliorino molto in queste cose: saper vedere, saper incrociare, tante altre cose che non sono solo colpire la palla. Abbiamo mostrato che bisogna pensare, essere intelligenti. Il singolo ha le sue caratteristiche, il doppio ne ha altre. Abbiamo mostrato che siamo bravi in doppio, a cambiare il gioco, a sapere cosa fare.“
ANDREA VAVASSORI: “Sì, penso che bisogna avere alcune abilità diverse dal singolo. Credo che a volte non si rispetti abbastanza il doppio. Bisogna trattarlo come una disciplina diversa. Nel singolo sei da solo, la pressione è solo su di te. Magari devi essere fortissimo da fondo campo, servire bene, rispondere bene.
Ma nel doppio è più lavoro di squadra. È bellissimo avere connessione con il tuo compagno. È anche bello per le nuove generazioni, ora che i premi in denaro sono più grandi nel doppio, poter costruire una carriera nel doppio. Per qualcuno è difficile giocare da solo, affrontare la pressione, viaggiare solo. Magari non hai tanti soldi da investire.
Per me il doppio è stato fantastico perché vengo da una famiglia che non aveva molti soldi, e sono cresciuto più velocemente grazie al doppio. Ho avuto l’opportunità di arrivare più velocemente ai tornei Challenger, ATP. Anche il mio livello di singolo è cresciuto grazie al doppio. Penso anche che la mia storia possa creare un modello diverso. Forse in futuro ci saranno più persone che arriveranno anche da percorsi diversi, magari dal college. Ci sono tante storie: magari un ragazzo che non era pronto per giocare il singolo ad alto livello è andato al college ed è diventato davvero forte in doppio. Abbiamo tanti giocatori universitari che oggi sono al top del doppio. Posso parlare di Skupski o Salisbury, tutti questi ragazzi erano universitari e sono diventati campioni di doppio. Credo che mostrare che c’è un percorso diverso sia importante. Se non sei pronto per il singolo, puoi diventare forte in doppio. Sarà qualcosa di grande anche per il futuro. C’è sempre stata la tendenza a mettere il doppio da parte, ma è un prodotto che c’è e funziona. Penso sia un grande prodotto.”
VANNI GIBERTINI (UBITENNIS): La finale è stata la partita in cui avevate più motivazione, perché ovviamente c’erano tanti motivi per vincere, oltre a quello ovviamente di portare a casa la coppa e l’assegno. È stata la partita che avete giocato in cui c’era più motivazione ulteriore?
SARA ERRANI: “Io sinceramente le ho giocate tutte con la motivazione al massimo. Fin dal primo turno, durissimo contro Fritz e Ribakyna, la motivazione per me, credo anche per Andrea, è stata al massimo. Anche l’energia, perché comunque un set a quattro è corto e può cambiare in un niente, quindi ci abbiamo messo tutta l’attenzione del mondo fin dal primo turno e siamo riusciti a esprimere un gran livello.“
VANNI GIBERTINI (UBITENNIS): Sembra che le Olimpiadi abbiano più o meno sposato questo questo formato. Io volevo sapere da Andrea, come membro del Player Counsel, cosa ne pensa e da Sara se questa cosa cambia magari i programmi?
SARA ERRANI: “Ma è già stato deciso?” (sorpresa)
VANNI GIBERTINI: “Più o meno sì”
ANDRE VAVASSORI: “Me lo hanno detto, me lo hanno accennato, ma non è una cosa definita però il fatto che ci sia l’opportunità, magari, per un singolarista forte di giocare tutti e tre i tornei è una cosa che può essere buona. Secondo me è sbagliato cambiare il formato, ad esempio game punti, cioè devono essere come abbiamo fatto questa finale qui. La variazione nel programma è una cosa che potrebbe essere buona, vediamo se non ci toglieranno la possibilità di partecipare e se sarà sempre a 16 coppie come a Parigi”