Renata Zarazua è sicuramente la protagonista del primo lunedì dello US Open. Non solo le ultime partite di Petra Kvitova e Caroline Garcia, o anche la lotta che Venus Williams ha imbastito contro Karolina Muchova sull’Arthur Ashe Stadium. Sullo stesso campo, poco prima, la 27enne messicana ha messo a segno il primo grande colpo di scena dell’ultimo Slam stagionale. Con il punteggio di 6-7(10) 7-6(3) 7-5, in quasi tre ore e un quarto di gioco, la 160 centimetri di Città del Messico ha sconfitto al primo turno la sesta testa di serie del torneo, la numero tre statunitense Madison Keys. “Sono molto felice”, le prime parole di Zarazua in conferenza stampa. “Non credo mi sia ancora resa conto del tutto, ma è stato bello stare là fuori per circa tre ore”.
In quel lasso di tempo è successa qualsiasi cosa. Cinque set point non sfruttati nel primo set, la risalita nel secondo parziale dopo essersi trovata sotto 3-0, e la battaglia nella frazione decisiva che l’ha vista prevalere per la prima volta contro una top 10 su sette scontri giocati complessivamente (prima di questa vittoria il successo più importante era stato quello contro Garcia – curiosamente sempre al primo turno dello US Open, nel 2024 -, allora numero 30 WTA). “Ero molto nervosa. Credo che i minuti appena prima di entrare in campo siano i più brutti in assoluto. Allo stesso tempo, però, credo che l’aver già fatto esperienze in altri stadi negli Slam mi abbia aiutato parecchio oggi. Non volevo che i miei nervi mi buttassero giù durante l’incontro. Sentivo di starmi allenando bene negli ultimi giorni e volevo trovare un modo per trarne vantaggio. Quindi, ho cercato di lasciare da parte le paure e le tensioni per concentrarmi solo sul gioco e su quello che dovevo fare”.
E tutto ciò lo ha imparato grazie al supporto del fratello Patricio, suo coach nonché persona che le ha consigliato di addentrarsi nel mondo del tennis, sport che nel suo Paese non è decisamente il più diffuso (è l’unica messicana in top 170 mondiale). “Ho ammirato molte tenniste, tra cui Serena e Venus. In Messico il tennis non è lo sport più famoso. Lo è di più il calcio. Ho fatto anche ginnastica e tuffi. Poi ho iniziato con il tennis perché mio fratello giocava e mi diceva che era uno sport più sicuro. Quindi, ho iniziato a praticarlo perché non potevo continuare con tutte e tre le discipline in contemporanea. Ho iniziato subito ad amarlo”.
Poco prima dei 16 anni sono arrivate le prime esperienze di Renata nel circuito professionistico. Dal luglio 2013 Zarazua ha raggiunto tre finali nei WTA 125, vincendone due, e ha intascato sei titoli ITF perdendo poi altri undici ultimi atti. Il miglior risultato nel circuito maggiore è la semifinale ad Acapulco nel 2020, mentre il best ranking è al numero 51, lei che ora si trova all’82esima posizione mondiale. Dal 2015 gioca per la Nazionale messicana e nel 2021 ha partecipato alle Olimpiadi di Tokyo. Nella rassegna a cinque cerchi del 1968, a Città del Messico, il prozio Vicente Zarazua ha vinto sia la competizione di singolare che quella di doppio, le quali al tempo erano però solamente dimostrative e non valevano nel medagliere. Renata predilige le superfici lente e anche in doppio si è fatta spesso valere: lo dicono i quarti di finale all’Australian Open 2025, raggiunti a fianco della nipponica Miyu Kato, un titolo a livello 125 e altri 17 sigilli nel tour ITF. Ora, sfiderà Diane Parry per cercare di accedere per la prima volta al terzo turno di un Major nel singolare.
Ma il tennis non è sempre stata la sua prima scelta. Prima di trasferirsi negli Stati Uniti, altri sport l’hanno tenuta impegnata durante l’adolescenza. “Non sono andata al college, sono partita direttamente nel tour professionistico. Ho smesso con la ginnastica quando avevo 15 anni circa, e non ho preso parte a grandi competizioni in quella disciplina. Poi mi sono spostata negli Stati Uniti quando avevo 16 anni. In quel momento mi sono concentrata sul tennis. Sono andata a San Antonio, in Texas. Amo gli Stati Uniti, ma anche il Messico e tornare una o due settimane là per stare con la mia famiglia e con gli amici è sempre bello. Ora invece la mia base è in Florida. Ovviamente gioco sempre per il Messico e adoro farlo. Però ormai sono più abituata allo stile di vita americano, nel quale è più facile allenarsi e svolgere la propria preparazione. È più facile qui che in Messico. Quando mi ritirerò non so cosa farò. Forse tornerò in Messico, forse no. Vedremo”.