Ben Shelton non è più soltanto una promessa, ma una solida realtà del tennis mondiale. Entrato per la prima volta in Top 10 nel giugno scorso, il mancino di Atlanta insegue adesso i vertici del ranking, senza timore. Il padre, Bryan Shelton, head coach per l’Università della Florida sino al 2023, ha deciso – in quell’anno – di dare le dimissioni per seguire full time il promettente Ben.
Quando un padre è anche coach dell’atleta, distinguere i ruoli diventa l’enigma principale: “Abbiamo dei momenti in cui indosso completamente il cappello da allenatore e quello da papà è completamente fuori, fino a quando la partita non è finita e la giornata al campo è terminata. Poi saliamo in macchina, torniamo a casa e non si parla più di tennis“ – ha dichiarato papà Shelton (o coach Shelton?). In casa, Bryan ha dovuto badare a due caratteri molto diversi tra loro, quelli di Emma e Ben, entrambi tennisti sin da giovanissimi: “Erano quasi opposti. Mia figlia è un po’ più introversa, mentre Ben è totalmente estroverso. Uno ha fiducia in sé stesso, qualunque cosa faccia, l’altra è molto critica nei confronti di sé stessa. Il più delle volte, partecipavano a un torneo e lei otteneva risultati migliori di lui, soprattutto all’inizio, e tornava a casa dopo aver vinto un evento junior, mentre lui perdeva magari nei quarti o nelle semifinali. Facevo a entrambi la stessa domanda: ‘Cosa avete fatto bene e cosa avreste potuto fare meglio? Ben non aveva davvero nulla che avrebbe potuto fare meglio, secondo lui, e aveva solo bisogno di crescere e diventare più forte. E poi mia figlia, che magari aveva vinto il torneo, aveva una lunga lista di cose che avrebbe potuto fare meglio. Quindi erano completamente diversi”.
Nell’intervista rilasciata in esclusiva all’ATP, Bryan Shelton ha continuato a parlare del figlio, attuale numero 6 del ranking, in costante ricerca di upgrade e migliorie: “Ben è mancino, quindi è stato divertente approfondire e capire cosa ha reso Nadal così grande, per quanto riguarda il suo comportamento, ma anche per quanto riguarda le sue tattiche e i suoi schemi di gioco, e tutte quelle cose che lo hanno reso davvero difficile da battere. Posso cercare di aiutare Ben a capire alcune delle cose che Rafa ha fatto, che anche lui può provare a emulare. Poi guardi Jack Draper che ha successo ed è un altro mancino. È divertente per me approfondire e guardare non solo le statistiche e le analisi di Ben, ma anche altri giocatori, come Alcaraz e Sinner, e vedere cosa li rende grandi e cercare davvero di continuare ad imparare mentre attraversiamo questo processo“.