Lorenzo, congratulazioni. Puoi parlare del tuo livello di gioco oggi?
LORENZO MUSETTI: Penso che sia stata una partita molto buona, una prestazione solida. Certo, il finale è stato amaro. Non avrei voluto finire così. Immagino che Flavio [Cobolli] abbia giocato molto in questo mese e in questa stagione, e queste due partite sicuramente lo hanno fatto stancare, ma gli auguro di rimettersi presto.
So che non è il modo in cui avresti voluto vincere oggi, ma dopo le semifinali al Roland Garros e a Wimbledon quanto è significativo per te arrivare per la prima volta alla seconda settimana in uno slam su cemento, visto che so che ti sei concentrato molto per avere successo su questa superficie?
LORENZO MUSETTI: Sì, sicuramente sento che molto lavoro è stato fatto, ma c’è ancora tanto da fare. È un lungo percorso, ma mi sento davvero bene in campo. Non mi sentivo così bene sul cemento da tempo, quindi apprezzo molto come sto giocando queste partite.
Su cosa stai lavorando nello specifico sul cemento? Sappiamo che il tuo gioco si adatta bene alle superfici naturali. Quali sensazioni ti servono per avere successo sul cemento? Su cosa ti concentri particolarmente?
LORENZO MUSETTI: La sensazione con la palla è la cosa principale. Poi credo di essere più aggressivo, specialmente con il dritto, iniziando dal servizio e dalla risposta, che sono i colpi chiave per giocare bene su questa superficie. Penso di saper usare bene il mio gioco anche qui. È anche una questione di accettare di poter giocare bene su questa superficie.
Domande in italiano
Lorenzo, complimenti. Vorrei chiederti di quello che è successo in campo. Sei arrivato agli ottavi per la prima volta qui. Fino a qualche anno fa la seconda settimana per gli italiani era quasi un miraggio, ora la situazione è cambiata grazie anche ai tanti campioni che abbiamo. Quando hai capito che gli ottavi sono un punto di partenza e non di arrivo, che dopo gli ottavi bisogna pensare ai quarti, alle semifinali e magari a vincere il torneo?
LORENZO MUSETTI: Sicuramente la mia prima esperienza importante in uno slam è stata l’anno scorso a Wimbledon, avevo fatto vari ottavi di finale a Parigi, però non ero mai riuscito ad andare oltre. Quindi secondo me è stato un po’ una sorpresa, quasi inaspettata, il fatto di arrivare in semifinale in uno Slam, poi c’è stata la riconferma quest’anno a Parigi. Ora so meglio come affrontare queste due settimane, so quello che serve al mio corpo, alle mie abitudini. Cambiano tante cose. Lo Slam è un torneo che va preso partita per partita, però ci sono tante cose da gestire e questo lo impari solo con l’esperienza, facendolo.
Il tuo grande amico Flavio [Cobolli] ci ha detto che secondo lui tu non credi ancora abbastanza in te stesso, pensa che potresti fare più di quello che credi di poter fare. Come ti fa sentire questo giudizio?
LORENZO MUSETTI: Mi fa piacere, ovviamente, soprattutto detto da Flavio. Credo sicuramente oggi di aver espresso un ottimo tennis e specialmente nei momenti importanti ho sempre alzato il livello, questa è una cosa che mi dà fiducia. Credo di aver fatto molto bene quello che ci eravamo prefissati a livello tattico e strategico. Oggi serviva un match molto ordinato, molto solido, facendo le cose giuste e cercando di comandare; ho fatto tutto questo, quindi cerco sempre di spronarmi e ambire a qualcosa di meglio. Mi fa molto piacere quello che ha detto Flavio, sono convinto che devo credere ancora di più in me stesso, specialmente nel mio tennis e in tutto il resto, quindi lo ringrazio per questo.
Anche Simone [Tartarini] mi ha detto che secondo lui devi davvero credere di più in te stesso. Qual è il tuo rapporto con il cemento? Si è sempre detto che giochi bene sulla terra, quest’anno lo hai dimostrato, ma sul cemento ci credi o cosa non va finora su questa superficie? Cosa può cambiare?
LORENZO MUSETTI: È vero in parte, perché comunque sul cemento ho ottenuto la vittoria a Napoli e ho vinto l’Australian Open Junior, ho fatto la finale qui a livello Juniores. Secondo me è più una questione di convinzione mia, il fatto di accettare certe dinamiche che sono diverse rispetto alla terra o all’erba, e portarle avanti con decisione. A volte, essendo molto sensibile anche in campo, il fatto di avere delle buone sensazioni, non solo nel match ma anche nella settimana che precede il torneo, avere una buona sicurezza con la pallina, con le condizioni, mi dà fiducia in più. Ho fatto una settimana qui tra doppio misto e allenamenti molto intensa e positiva, quindi sapevo di arrivare con la fiducia di poter fare bene e infatti sta succedendo. Credo sia il fatto di accettare determinate cose e viverle nel quotidiano, è quello che devo fare non solo sul cemento, ma su tutte le superfici.
Il prossimo avversario sarà un esordiente a livello di finale in uno slam. Puoi dire due parole sui due possibili avversari?
LORENZO MUSETTI: Bergs l’ho incontrato solo una volta a Pechino l’anno scorso. È un giocatore che serve molto bene e che è molto aggressivo, offensivo come tipologia, quindi sicuramente è un giocatore da prendere con cautela e cercare di non farlo esprimere troppo. Munar è molto solido e sta vivendo un’ottima stagione quest’anno. Perse uno dei primi match a Hong Kong contro di lui, fu una partita combattuta e sicuramente è un avversario che non ti regala nulla. Ha una condizione fisica ottima, commette pochi errori, la partita la devi giocare molto e devi essere preciso e costante per portarla a casa.
