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Reading: US Open, Gauff: “Ero in fiducia. L’obiettivo era non perdere nello stesso modo dell’anno scorso”
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Interviste

US Open, Gauff: “Ero in fiducia. L’obiettivo era non perdere nello stesso modo dell’anno scorso”

Battuta da Naomi Osaka, Coco Gauff non nasconde la delusione, ma vede anche gli aspetti positivi. E adesso come “ogni anno dopo lo US Open per me inizia la fase di lavoro in vista dell’Australia”

Ultimo aggiornamento: 02/09/2025 10:37
Di Redazione Pubblicato il 02/09/2025
9 min di lettura 💬 Vai ai commenti
Coco Gauff – US Open 2025 (foto Darren Carroll/USTA)

Coco Gauff è uscita sconfitta dal match di cartello con Osaka. Un 6-3 6-2 per Naomi che lascia la statunitense comprensibilmente delusa, un po’ sorpresa per l’inaspettato rendimento “invertito” di servizio e risposta”, ma anche positiva dopo aver sentito il proprio team. Di questo, dell’approccio ai tornei dopo l’ultimo Slam e del futuro ha parlato Coco dopo l’incontro.

D. Ovviamente il risultato è deludente. Considerando come sei arrivata al torneo, come giudichi complessivamente la tua prestazione di oggi? Naomi ha giocato bene.
Coco Gauff: “Sì, Naomi ha giocato bene. Oggi è stato deludente, perché credo sia stata la miglior partita al servizio di tutto il torneo. Ho fatto molti ace. Sì, ci sono stati anche dei doppi falli, ma penso comunque sia stata una buona prestazione al servizio.
Da fondo campo, invece, ho commesso troppi errori, davvero troppi, e proprio quella era la parte del mio gioco in cui mi sentivo più sicura entrando in questo torneo. È stata una partita strana: mi sono sentita più sicura in aree del gioco diverse dal solito.
Non è stato il livello che volevo esprimere, ma credo sia comunque un passo nella direzione giusta. E vista anche la carica emotiva di questa settimana, oggi forse ero un po’ svuotata. Lei mi ha costretto a guadagnarmi ogni singolo punto.”

D. Dici sempre che impari molto dalle avversità. Cosa speri di imparare non solo da oggi, ma da tutta l’esperienza di questo torneo?
Coco Gauff: “Penso di dover imparare a essere più positiva. Dopo la partita ero molto delusa e mi sono sfogata con il mio team. Sentire il loro punto di vista mi ha aiutata a vedere anche molti aspetti positivi. Credo che se avessi continuato con lo stesso approccio che avevo a Cincinnati, qui sarei uscita al primo turno. Il mio servizio dall’inizio del torneo a oggi è migliorato tanto.
Ora devo solo riuscire a far funzionare tutto insieme. Sapevo che sarebbe stato un torneo difficile per me. Dopo la partita precedente mi sentivo molto sicura, e questo mi aveva dato grande fiducia. Proprio per questo oggi la sconfitta pesa di più: è più amara rispetto a una che sarebbe potuta arrivare al primo o secondo turno.

D. Se confronti questa sconfitta con quella dello stesso turno l’anno scorso, quando avevi avuto problemi di continuità, cosa cambia? Anche considerando che ora hai un team diverso, con idee e piani diversi. Su cosa ti concentrerai andando avanti?
Coco Gauff: “Il mio obiettivo entrando in questo torneo era non perdere nello stesso modo dell’anno scorso. Non ricordo quanti doppi falli feci contro Emma, ma sicuramente furono in doppia cifra. Oggi no. È stato un periodo difficile dopo il Roland Garros. So quali miglioramenti devo fare e credo di aver preso la decisione giusta iniziando a lavorarci. Avrei voluto avere più tempo tra questo torneo e Cincinnati, ma ho dovuto accettare il calendario.
A volte sento di mettermi troppa pressione, e ho solo 21 anni. Poi penso a quante giocatrici raggiungono i loro migliori risultati a 25-26 anni. Questo mi entusiasma: se ho davanti quattro anni per lavorare duramente e fare le cose giuste, chissà dove potrò arrivare. Negli ultimi quattro anni il mio gioco è già migliorato tanto. Se riesco a fare un salto simile, c’è davvero tanto di cui essere entusiasta per il futuro”.

D. E ora cosa ti aspetta? Sei all’inizio di un percorso con Gavin [MacMillan] e il resto del team: pensi di fare un blocco di allenamento per lavorare al progetto o continuerai direttamente nei tornei?
Coco Gauff: “Non ho scelta: devo fare un blocco di allenamento tra adesso e Pechino, che è il prossimo torneo a cui sono iscritta. Ogni anno dopo lo US Open per me inizia la fase di lavoro in vista dell’Australia. Anche l’anno scorso dopo lo US Open ho avuto buoni risultati, forse perché ero più leggera mentalmente. Non voglio dire che non mi importasse, ma l’approccio è diverso quando i tornei dello Slam sono finiti.
Da qui a fine stagione voglio solo migliorare, non mi interessano i risultati. L’anno scorso se mi avessero detto che avrei vinto a Pechino e alle Finals, avrei risposto “vedremo”, perché non ci pensavo troppo. Andrò avanti con la stessa mentalità: se farò bene, bene; se no, pazienza. Per me i veri progressi si misurano negli Slam”.

D. Dicevi che da Roland Garros in poi è stato difficile. Perché pensi sia stato così?
Coco Gauff: “Ho vinto Roland Garros, un grande risultato, ma sapevo che nel mio gioco c’erano cose da migliorare. Dopo Parigi abbiamo provato un approccio diverso, ma non ha funzionato. Forse non ci credevo davvero. Poi è arrivata l’opportunità di lavorare con Gavin. Con JC e Matt avevamo fatto un lavoro straordinario – grazie a loro ho vinto Roland Garros – ma il servizio non era ancora al livello giusto. Sapevo che dovevo cambiare qualcosa, e ho provato. Credo che questa sia la strada giusta. A Cincinnati non ho avuto abbastanza tempo per assorbire i cambiamenti.

D. Se confronti la Naomi di oggi con quella dell’ultima volta che l’hai affrontata, hai notato differenze nel suo gioco?
Coco Gauff: “L’ultima volta è stata a Pechino l’anno scorso, ma lei si infortunò, quindi non è un buon termine di paragone. Non ricordo nemmeno la volta precedente. Oggi mi è sembrata molto rilassata. Sulla carta era lei l’outsider, forse questo l’ha aiutata. Ha giocato bene, mi ha costretta a giocare in un certo modo. Penso sia migliorata molto da quando è tornata.
Comunque, a prescindere dalla sua forma, Naomi resta sempre una giocatrice pericolosa, soprattutto sul cemento. Nessuna la prende mai alla leggera.

D. Voglio tornare a una cosa che hai detto prima. Hai servito molto bene. È giusto dire che tutte le emozioni, le modifiche al servizio e lo sforzo di queste ultime settimane ti abbiano lasciato svuotata emotivamente oggi?
Coco Gauff: “Appena uscita dal campo non l’ho sentito così, perché sono molto competitiva e non mi piace cercare scuse. Dopo aver parlato con il mio team, però, forse è vero: fisicamente stavo bene, ma a livello emotivo ero un po’ scarica.
In realtà stamattina mi sentivo bene, pensavo che sarebbe stata una buona giornata. Poi in campo non so cosa sia successo. Forse ripensandoci a freddo darò ragione al mio team, ma al momento prevale la delusione per come ho giocato.

D. Alla risposta, che di solito è una delle tue armi migliori, oggi hai faticato molto ad entrare nei suoi turni di battuta. Lei è rimasta perfetta sul primo servizio fino a metà del secondo set. Quanto è dipeso dalla sua qualità e quanto da te?
Coco Gauff: “Credo entrambe le cose. Ha servito bene, ma io ho commesso troppi errori sulla risposta, soprattutto sulla seconda. Nel primo set la sua percentuale di prime non era altissima, ma non riuscivo comunque a entrare nello scambio, che di solito è un mio punto di forza. Mi sentivo un po’ disorientata: servivo bene, ma rispondevo male. Negli ultimi due anni non è mai stato così.
Sono comunque ottimista: se riesco ad abbinare un buon servizio a un buon rendimento in risposta, potrò ottenere grandi risultati. Ci sono molti aspetti positivi da portare a casa da questo torneo. Anche se ora non lo sento, non permetterò a questa sconfitta di abbattermi. Guardando avanti, sono sicura che migliorerò ancora come giocatrice e come persona.

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