Dopo quasi più di due anni dall’ultima volta, Daniil Medvedev è tornato a vincere un titolo ATP. Questa volta, il tennista russo è riuscito a conquistare il premio di Almaty, garantendosi un primato assoluto, ovvero quello di esser riuscito a vincere 21 titoli in 21 campi diversi.
Per il secondo anno consevutivo, un tennista russo è riuscito a festeggiare in Kazakistan. Lo scorso anno il torneo è stato vinto da Karen Khachanov e quest’anno Daniil ha trovato la via del successo. Uno dei pensieri del numero 14 al mondo è per la figlia e per il suo terzo compleanno: “Cavolo, non ci avevo pensato. Avrei dovuto dedicare la vittoria anche a lei. E’ ancora piccola, non capisce bene cosa fa suo padre. Sa che suo padre gioca a tennis. Ma cos’è? Qualche torneo internazionale, ATP 250, ATP 500, ATP 1000… ancora no. Ma lei stessa gioca un po’ a tennis. Le piace. Crescerà ancora un po’ e capirà meglio. Quando le ho detto che papà aveva vinto, ha sorriso”.
I rapporti con il suo vecchio allenatore Gilles Cervara sono rimasti ottimi, tuttavia Daniil ha confessato che non hanno continuato a sentirsi. “Non ho ancora letto tutti i messaggi. Non sono in contatto con Gilles. E’ perfettamente normale. Abbiamo un ottimo rapporto, ma non credo che manterremo alcun tipo di contatto. Quando inizierà a lavorare con qualcuno, ci vedremo ai torneo. Forse lì potremo parlare. E’ un capitolo chiuso sia per me che per lui. Non so nemmeno se mi scriverà. Probabilmente lo farà. Vedremo”.
Sinner sceglie Will Smith per il film della sua vita. Medvedev…
Al neo campione di Almaty è stato chiesto quale attore sceglierebbe per recitare in un suo film, con la trama incentrata sul successo appena ottenuto, facendo riferimento alle dichiarazioni di Sinner su Will Smith. “Probabilmente il torneo di Almaty sarebbe un cortometraggio. Posso citare due persone che potrebbero interpretare me. Quentin Tarantino, gli assomiglio un po’ e adoro i suoi film e Ivan Yankovsky, ama molto il tennis, quindi direi lui”.
Medvedev non ha alcun dubbio: il film sarebbe a tutti gli effetti un dramma. “In ogni film artistico tutti gli eventi sono esagerati. Sono arrivato qui da Shangai, il primo giorno mi sono allenato per 20 minuti e mi è venuto il mal di schiena, non riuscivo a muovermi. Il secondo giorno mi sono allenato per 40 minuti. Ho giocato contro Karen Khachanov e gli ho detto: “Basta! Non ce la faccio più”. E’ successo lo stesso a Miami. Allora ho perso. Ad Almaty il campo è diverso, è più alto. Non riuscivo a raggiungere quelle palle perché le gambe non mi rispondevano. Al servizio non spingevo, ma grazie al fatto che qui il campo è veloce riuscivo a indirizzarlo. Questo mi ha aiutato a vincere“.
La lotta con Moutet per due traguardi diversi
Ad Almaty, in campo, non c’erano solo due semplici finalisti, ma due tennisti con obiettivi diversi. Moutet alla caccia del primo titolo in carriera, mentre Medvedev alle prese con il suo periodo negativo e la grande voglia di tornare a esprimere il suo miglior tennis. “E’ un giocatore fantastico. Moutet gioca sempre meglio. Quando giochi per il tuo primo titolo, puoi sentire la pressione. Per questo in alcuni punti si sentiva questa pressione. Ma nel secondo set ha trovato più motivazione. Ad essere sincero, non mi importava molto di vincere il titolo. Per me era più importante giocare bene. Qui ci sono riuscito. Sono contento di aver vinto il titolo”.
La partita è stata una vera e propria battaglia durata quasi tre ore di gioco. Tuttavia, Daniil è uscito soddisfatto dal campo, ritenendo di aver giocato al meglio delle proprie possibilità e di aver dato tutto. “Moutet è un giocatore molto difficile. Forse ci sono tennisti a cui piace giocare con lui, quelli che sanno colpire forte con gli slice. Probabilmente è questa la cosa più importante. Ha uno slice sgradevole. Quando riesci a respingere la palla, per lui diventa più difficile. Per me è più difficile in questo senso. Quindi devo giocare al gatto e al topo. Il servizio era importante. In linea di principio, penso che avrei potuto fare un po’ meglio. Sono contento che nel complesso la partita sia andata bene. Se consideriamo i momenti importanti del primo e del terzo set, ho giocato molto bene“.
Mentalità solida nel finale e dedica speciale al torneo
Nel finale di partita, Medvedev era in controllo sul parziale di 5 a 3. L’esperienza ha fatto la differenza e questo gli ha permesso di raggiungere la vittoria. “Non mi sono rilassato affatto. Era il servizio decisivo per il match. A quel punto bisognava chiudere. Quando si serve, si vorrebbe fare quattro ace. Ne ho fatti due. Ma avrei potuto giocare molto meglio sui punti 30:15 e 15:0. Uno di questi era un colpo corto: la decisione non era male, ma l’esecuzione sì. Anche sul secondo volevo attaccare, ma mi sono bloccato un po’. Sono contento che alla fine sia andata bene. Non avevo mai giocato così bene in vita mia. È stato fantastico. Ci sono giocatori che commettono un paio di errori alla fine e tu vinci la partita. Con Moutet non funziona così. Sai che lotterà fino all’ultima palla”.
Il successo è tornato, dopo due anni dall’ultima volta. Ma questo è un successo diverso, che ha un sapore speciale. “E’ sempre la cosa più importante. Sono contento che sia successo il 21° nella 21° città. È fantastico. Ovviamente sarei felice di difenderlo da qualche parte, ma anche questa statistica è interessante. Nessun altro l’ha mai fatto“.