Mancano poche settimane al termine della stagione 2025. Prima di tirar le somme della lunga annata, c’è da attendere l’esito degli ultimi, fondamentali, tornei conclusivi, che hanno ancora parecchio da raccontare. Il numero tre del mondo, Sascha Zverev, tenta di dare una scossa ad un 2025 che lo ha visto partire a razzo nel primo appuntamento Slam, a Melbourne, dove la netta sconfitta rimediata da Sinner in finale pare abbia stravolto il suo equilibrio mentale, inficiando particolarmente sulle sue performance successive. La notizia della sospensione dell’atleta azzurro poteva essere una ghiotta occasione per il tedesco di conquistare la vetta del ranking, ma con un Jannik fuori dai giochi, Zverev si è soltanto riempito di pressioni, sprofondando in una serie di terribili sconfitte, che lo hanno allontanato sempre più dall’obiettivo del primato, diventato una sorta di condanna nell’ultimo inverno.
Alexander Zverev e quella finale in Australia difficile da dimenticare
Trovatosi soffocato da questa spirale di aspettative, il finalista dell’Australian Open, è rimasto nel limbo per parecchi mesi. La tournée sul rosso sudamericano ha rappresentato una fase di profonda crisi per Zverev, che, nel tris di tornei di Buenos Aires, Rio e Acapulco, non si è mai spinto oltre i quarti. Chance sprecata per l’ex numero due del mondo, considerato il favorito per la conquista dei suddetti tornei, anche in virtù di un roaster non del tutto eccezionale, salvo per qualche nome altisonante. Così, la stagione di Sascha – ancora a secco di titoli Slam nonostante le tre finali disputate – è diventata sempre più drastica e allarmante, compromettendo specialmente il suo benessere psichico.
Infatti, dopo un periodo di apparente risalita, grazie al primo titolo della stagione conquistato in casa – a Monaco di Baviera – e qualche discreto risultato estivo, Wimbledon è stato poi crudele con Sascha, il quale, eliminato al primo turno da Arthur Rinderknech, aveva esternato – in conferenza stampa – un preoccupante malessere psicologico: “Mi sento molto solo nella vita. Non provo più gioia, nemmeno quando vinco. Non è una sensazione legata solo al campo da tennis, è una sensazione di vita in generale. Come ho detto, non mi sono mai sentito così prima. È difficile per me trovare gioia al di fuori del campo da tennis in questo momento“. Parole che hanno suscitato scalpore tra i colleghi, e il russo Andrey Rublev ha commentato: “È qualcosa che capita a tutti”.
Terminata la stagione sul green, e chiuso – in fretta – il capitolo Wimbledon, Sascha ha poi trovato una buona continuità di risultati, agguantando le prime due semifinali ‘1000’ del 2025. Nonostante qualche buon piazzamento, però, è uno Zverev ancora lontano dal suo massimo potenziale. E infatti Flushing Meadows lo vede uscir fuori dall’ultimo Slam dell’anno soltanto al terzo turno.
Alexander Zverev: che Vienna sia un punto di ripartenza?
Aperta la parentesi “cemento indoor“, però, la musica sembra cambiare per Zverev. Un piglio diverso, colpi che sembrano ricordare sprazzi della sua miglior versione. Lorenzo Musetti tenta in tutte le maniere di fermarlo in semifinale a Vienna, ma il rendimento al servizio del tedesco è impressionante, e l’azzurro viene messo k.o in due set. Persino Jannik Sinner, in finale, è stato messo alle corde da Sascha, arresosi alla legge del più forte in quasi due ore e trenta di ottimo tennis da ambedue le parti. “Un’altra finale persa”, dirà qualcuno. Ma nello scontro tra Zverev e Sinner, a Vienna, si deve guardare ben oltre il risultato. Sascha dimostra di non essere un abbaglio.
La positiva settimana in Austria non è una casualità, ed è proprio l’ultimo Masters della stagione a confermarlo. A Parigi l’inizio non è esattamente impeccabile, e il terraiolo Ugo Carabelli tiene sulle spine Zverev per due ore e trentacinque minuti, ma il numero tre del mondo riesce comunque ad avere la meglio. Dopo il match d’esordio in tabellone, il finalista di Melbourne lamenta di una velocità estremamente bassa dei campi de La Defense Arena, dicendo ai microfoni: “Non voglio sembrare quello che si lamenta sempre di questo ogni settimana, ma credo che la superficie qui sia piuttosto strana. È molto lenta e la palla rimbalza poco“.
Zverev dai due volti al Masters 1000 di Parigi
I molteplici errori gratuiti di uno Zverev irriconoscibile e le dichiarazioni sulla superficie del nuovo impianto parigino sembravano essere il preambolo di un’eliminazione dal Masters, dove invece, Sascha, ha stupito tutti. Sbarazzatosi in due set di Alejandro Davidovich Fokina, l’ex numero due del mondo si è presentato dinanzi al suo acerrimo rivale, Daniil Medvedev, proveniente da una striscia positiva di cinque vittorie di fila ai danni del tedesco. Quest’ultimo, sul centrale della capitale francese, ha invertito la tendenza dopo due anni di digiuno contro il russo, sconfitto di misura al terzo set. Una prova di forza, mentale e tennistica. Un sorriso che adesso sembra ritrovato, così come la semifinale di un ‘1000’, la terza collezionata in questa stagione rollercoaster. Ci sarà ancora Sinner dall’altra parte della rete, forse meno traballante e più cinico rispetto a Vienna, ma per Zverev sarà un’occasione di dimostrare che “The Roar” è tornato.
