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Reading: Rassegna stampa – Troppo Alcaraz per Musetti, lo spagnolo termina l’anno al n. 1
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Rassegna stampa

Rassegna stampa – Troppo Alcaraz per Musetti, lo spagnolo termina l’anno al n. 1

La rassegna stampa di venerdì 14 novembre 2025. Alcaraz resta al n. 1, Musetti si inchina (Iaria, Nizegorodcew, Azzolini, Martucci). Sinner vede Alcaraz (Crivelli). Per Bolelli e Vavassori ko indolore (Sepe)

Ultimo aggiornamento: 14/11/2025 10:28
Di Alessia Gentile Pubblicato il 14/11/2025
23 min di lettura 💬 Vai ai commenti

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Il trono è di re Carlos (Marco Iaria, La Gazzetta dello Sport)

Quando abbiamo incontrato Carlos Alcaraz a Madrid, in estate, la rincorsa al numero 1 sembrava un chiodo fisso. «In questo momento il mio primo obiettivo è riprendermi la prima posizione», ci disse. Certo, veniva dalla sconfitta di Wimbledon, ed era costretto a inseguire Sinner da oltre un anno. Poi, a settembre, ha conquistato gli Us Open e si è ripreso lo scettro della classifica già detenuto tra il 2022 e il 2023. Missione compiuta. Dopo che il suo alter ego l`ha sorpassato nuovamente vincendo a Parigi, il fuoco è tornato ad ardere. Già all`inizio delle Finals, per effetto degli scarti dell`anno scorso, lo spagnolo ha ristabilito l`ordine delle cose, ma il combattente che è in lui voleva mettere il sigillo a Torino, nel fortino del rivale, il prima possibile. Serviva una vittoria, un`altra vittoria dopo quelle contro De Minaur e Fritz, per la certezza aritmetica di concludere il 2025 in testa al ranking, indipendentemente dai risultati di Sinner. «Cercherò di non pensarci», aveva confessato alla vigilia del match contro Lorenzo Musetti. Un po` di tensione, ieri sera, deve averla avvertita, a giudicare da certi colpi da fondocampo sbagliati per impazienza. Ma sono state brevissime pause, in uno spettacolo da primo della classe. Il carrarino, già ammirevole per essersi qualificato per la prima volta alle Finals e per aver vinto la maratona con De Minaur, nonostante il sostegno dei 13 mila di Torino, ha dovuto compiere un passo indietro e lasciare la scena alle fulminanti accelerazioni di dritto, ai ricami in dropshot, all`atletismo dell`artista combattente di Murcia. D`altra parte, Musetti non ne aveva più: chiuderà l`anno, nella peggiore delle ipotesi, al 9° posto. Alcaraz, invece, sembrava una molla sulla resina dell`Inalpi Arena. Ha estratto tanto dal servizio […], è uscito benissimo dai blocchi e, appena ne aveva occasione, verticalizzava a rete (15 punti ottenuti su 15 discese). È finita 6-4 6-1 in meno di un`ora e mezza: un test proficuo sulla strada verso Sinner, che a questo punto potrà incrociare solo in finale. Prima ci sarà da affrontare il vincente dello scontro diretto di oggi tra Auger-Aliassime e Zverev. Il film, però, sembra già scritto. Sarebbe l`epilogo più bello di una bellissima stagione. Quella di Sinner, fermo tre mesi per il caso Clostebol, è stata incredibile. Quella di Alcaraz, che ha potuto giocare quattro tornei in più (questo è il 16°), è stata estremamente solida. Il primato, Carlos, se l`è costruito sull`amata terra, in primavera: titolo a Montecarlo, finale a Barcellona, titolo a Roma, titolo al Roland Garros. Così, tutto d`un fiato. Poi la finale di Wimbledon e la ricca trasferta americana (Cincinnati e Us Open). In totale, otto tornei in bacheca (compresi i 500 di Rotterdam, Queen`s e Tokyo). Primo in classifica a fine anno, per la seconda volta in carriera dopo il 2022, a soli 22 anni. «Onestamente, per me significa tutto. All`inizio dell`anno vedevo il primo posto in classifica come qualcosa di molto lontano, con Jannik che vinceva tutti i tornei che giocava. Ma da metà stagione ho posto il primato come obiettivo perché ho visto che era raggiungibile. Ho avuto la possibilità di giocare un ottimo tennis in molti tornei di fila per mettermi in una posizione tale da avvicinarmi a Jannik. E poi, negli ultimi 3-4 tornei dell`anno, ho lottato testa a testa con lui per quel posto, e finalmente ce l`ho fatta. Per me, questo significa tutto», esulta Carlos.

Alcaraz resta n. 1. Musetti, no alla Davis (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)

A tutto Carlos. Alcaraz supera Musetti 6-4 6-1, trionfa a punteggio pieno nel girone e chiude ufficialmente al numero 1 la stagione 2025. Nonostante il pubblico della Inalpi Arena ce l`abbia messa tutta, l`azzurro, che ha annunciato la (prevedibile) rinuncia alla Coppa Davis, nulla ha potuto contro lo strapotere di “Carlitos”. Lo spagnolo se la vedrà nella semifinale delle Nitto ATP Finals con uno tra Auger-Aliassime e Zverev. Lorenzo è stato a tratti eccezionale nel primo set e il giorno di riposo, anche grazie al lavoro eccellente del preparatore fisico Fiorucci, ha giovato alle gambe e alla mente dell`azzurro. Carlos vince, ma Lorenzo si conferma a livello molto alto. «Il numero 1 significa il mondo per me – ha raccontato Alcaraz, che verrà premiato oggi prima del match di Sinner – è ciò per cui io e il mio team lavoriamo ogni giorno. Negli ultimi tornei ho combattuto spalla a spalla con Jannik e sono veramente orgoglioso di aver raggiunto quest`obiettivo. Sono molto felice di aver visto Lorenzo qui a Torino – ha proseguito Alcaraz -, Siamo cresciuti e abbiamo giocato insieme quando avevamo tredici anni ed è stato un piacere dividere con lui un palco così importante». I primi minuti, in questi incontri, sono fondamentali Se Alcaraz scappa via è praticamente impossibile rimontarlo. Il pubblico ne è consapevole, ed esplode dopo ogni “15”; Lorenzo lo sa, e inizia la sfida con una concentrazione straordinaria. “Muso” deve spingere sempre, perché perdere l`iniziativa contro Alcaraz vuol dire consegnarsi. Si arriva sul 4-4 senza che lo spagnolo abbia avuto palle break. Sul 5-4 in favore di Carlitos, servizio Musetti, arriva
il primo set point. Alcaraz commette un errore banale su un passante di diritto. Anche Carlos sente il match, il numero 1 ATP a un passo è un obiettivo importante. Sulla parità Lorenzo gioca uno dei punti più belli della sua carriera, il pubblico è in visibilio; ma lo sguardo di Alcaraz, dopo infinite rincorse, mentre si fa passare l`asciugamano, è quello del leone. Ferito ma ancora in piedi. In pochi minuti Alcaraz chiude 6-4 6-1. «Sapevo che oggi avrei dovuto compiere un miracolo – ha raccontato Musetti -. Nel primo set ho servito molto bene e sono rimasto nel match, nel secondo sono un po` crollato fisicamente. C`è dispiacere e rammarico ma per quest`anno non disputerò la Coppa Davis». Musetti ha annunciato così, nella conferenza stampa post partita, la rinuncia alla maglia azzurra. «La decisione è arrivata di comune accordo con il capitano Volandri. La mia condizione fisica, nonché familiare (il secondogenito Leandro nascerà durante la competizione), hanno portato a questa scelta difficile». […]

Torino applaude Muso (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Vince da numero uno, Carlitos Alcaraz. Lo fa dall`alto di un tennis evoluto, carico di effetti speciali, che richiamano applausi, li strappano anche ai tifosi giunti al Pala Inalpi per spingere Musetti a una nuova impresa. Tre successi, uno dietro l`altro, quelli che servivano per conservare il podio più alto del tennis. La prima sfida di queste Finals è vinta. Ora c`è quella con Sinner che già conosce il nome del suo avversario in semifinale, Alex De Minaur. Musetti non se ne va da sconfitto, esce tra gli applausi. Troppo stanco per ribellarsi ad Alcaraz, ma le sue prime Finals l`hanno visto tra i protagonisti. Considerazioni che valgono come una vittoria. Chiude con un successo su De Minaur con tre buone prove, con gli applausi del pubblico che gli faranno compagnia nei giorni a venire, che saranno dedicati all`arrivo del piccolo Leandro, il secondo figlio. Nel gioco delle parti, s`intuisce che Musetti attenda uno di quei momenti d`impalpabile evanescenza che Alcaraz sparge, talvolta a piene mani, nelle sue prove. Sono come special che si accendono nel flipper dell`incontro, attimi di estraniamento che consentono di avvicinarlo. Fanno parte del corredo dello spagnolo, e compaiono qui e là anche in questa serata che il pubblico dedica al nuovo idolo italiano con cori calcistici. Dal grande display in alto emergono volti noti, c`è Berrettini in completo beige, Sonego con la compagna, Del Piero con signora e signorina (la figlia). Sono tutti lì per Musetti, per il ragazzo che rende facile e comprensibile, uno sport irto di difficoltà. Lorenzo ha vinto con il cuore il match con De Minaur è ancora in corsa per le semifinali, ma se cuore e anima sono pronti a nuove avventure, le gambe restano le stesse che già nel match contro l`australiano erano pronte a dare le dimissioni. Muso viene da otto settimane di tennis senza tregua, Alcaraz da otto settimane di quasi totale riposo. La differenza, alla fine, la fanno quei pochi momenti, non più di quattro nel corso del primo set, in cui l`italiano non trova subito la miglior posizione per colpire, e disperde qualche punto “facile” nel bel mezzo di un confronto fondato su una sostanziale parità. La fase di studio è lunga quasi quanto l`intero primo set. A smuovere le acque, sul 5-4 per lo spagnolo, servizio Musetti, sono due chiamate di Alcaraz a rete, cui l`italiano non può dire di no, ma finisce per scoprire il fianco alle ficcanti accelerazioni di Carletto. C`è la palla break, infatti, ma Musetti la recupera, e si va avanti in un game che presto si trasforma in rissa tennistica. Musetti ha due palle per il 5 pari, Alcaraz altre due palle break, e alla fine sfonda le linee difensive dell`italiano. Messi da parte i disagi che aveva portato con sé in un match che sapeva complicato, Alcaraz riparte come si fosse liberato della zavorra. La seconda frazione lo vede più fluido, e anche propositivo. E Musetti ad andare in difficoltà, sempre meno capace di mascherare le fatiche accumulate. Momenti di reazione non mancano, arrivano anche due palle break, sul 3-1, con Alcaraz che il suo se l`è procurato partendo a razzo. Lo spagnolo gliele concede, su due scambi che Musetti gioca a tutto braccio, ma poi se le riprende, forzando il servizio che viaggia su medie da formula uno. «Come faccio a fargli il punto, in queste condizioni» dice Musetti, rivolto alla sua panca. Non c`è nemmeno modo di rivolgersi al cuore, come nel finale del match con De Minaur. C`è tempo di annullare due match point ad Alcaraz, ma non di rimettere in discussione la sfida. Carlitos la chiude con mano ferma. È la seconda volta che mette piede nella semifinale delle Finals. Terza vittoria, quella che serviva per tenersi il numero uno e portarlo fino al termine dell`anno. […]

Sinner terminator, e Musetti saluta (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Fine dei sogni. Dopo la miracolosa rimonta contro de Minaur, senza gambe dopo la dura rincorsa per qualificarsi a Torino, Lorenzo Musetti si arrende alla superiorità di Carlos Alcaraz, alla speranza di impedire l`emorragia di 5 ko di fila (6 col ritiro al Roland Garros) contro il numero 1 del mondo e quindi non solo di qualificarsi alle semifinali al suo primo Super8 ma di impedirgli la terza vittoria a Torino. Risultato di cui lo spagnolo aveva bisogno per garantirsi aritmeticamente di chiudere l`anno al comando della classifica, a prescindere dalla conferma o meno sul trono delle Finals di Jannik Sinner. “Muso” regge al peso di palla e alla velocità di Carlitos fino al 4-4 del primo set. Poi cede 6-4 6-1. E nel dopomatch ufficializza quello che era già nell`aria: «Mi dispiace ma vista la mia condizione fisica e la mia situazione familiare per quest`anno non giocherò la coppa Davis». Così Alcaraz è primo del girone, con de Minaur 2°, grazie al successo inatteso su Fritz: incrocerà domani in semifinale Sinner col quale è 0-12. «Sto cercando di giocare nel modo giusto, per essere perfetto contro ogni avversario». In queste parole c`è Jannik Sinner, 1 del mondo come esempio di lavoro, umiltà, applicazione e progressi. Perché, come promesso dopo il ko con Alcaraz nella finale degli US Open, è uscito dalla zona di comfort – da attaccante di fondocampo, formidabile nei colpi a rimbalzo e in risposta – , pur rischiando di perdere punti e magari anche partite, per verificare, nei tornei, quello che prova in allenamento, per crescere e durare nel tempo. Così a Torino il maggior successo del Profeta dai capelli rossi non sta nella qualificazione alle semifinali già dopo i primi due ostacoli, ma nelle variazioni che pure non gli vengono naturali come a talenti più dotati di tecnica e fisico, tipo Sascha Zverev, battuto per la quinta volta di fila. Il tedesco, emulo della famosa cicala della favola, è bello, alto e forte ma anche presuntuoso, ostinato, viziato. E, protetto dallo scudo del potente e fantastico servizio-rovescio, cerca sempre un alibi invece di recitare il “mea culpa” per il dopo-scuola di dritto e avvicinamento alla rete che ha saltato 4-5 anni fa quand`era il primo candidato a raccogliere l`eredità dei Fab Four. Tanto che anche a 28 anni, pur bocciato in tre finali Slam e per la terza volta in 17 giorni da Sinner, il 3 del mondo, che pure ha avuto un grave infortunio alla caviglia, soffre di diabete da sempre e di schiena da inizio stagione, non pensa che, ancora a gennaio, pur finendo in lacrime la finale, si consolava: «Almeno in un colpo non mi batte, negli ace». Mentre mercoledì ne mette giù 7 contro i 12 dell`italiano (vincenti 28-17). Stavolta trova una scusante nella pur eclatante statistica di Jannik che annulla con la prima di servizio le 7 palle-break: «La differenza è stata lì. Non è ingiocabile, spero di rincontarlo questa settimana». Mentre Zverev canta e, dopo aver abbozzato una tattica più offensiva, torna prestissimo a palleggiare da fondo dove non gli fa più male, Sinner, come Alcaraz, lavora come una febbrile formichina. Ha trasformato il servizio in un`arma sicura e decisiva come il miglior Djokovic, ma in largo anticipo e, contro il campione di due Finals, ha firmato 4 punti su 5 sulle smorzate, gestendo senza problemi il confronto contro la bestia nera di 2 anni fa “stressandolo nello scambio sul dritto e poi attaccandolo sul rovescio”, come concordano Vincenzo Santopadre e Renzo Furlan. Perché governa il timing, elemento decisivo dello sport, e spinge o alza il piede dall`acceleratore alla bisogna senza disperdere energie. In attesa di insistere anche col back. Variando anche con la sua arma paralizzante, la risposta. […]

Sinner vede Alcaraz (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Non è una questione di onore ferito. Non ci sono lame che guizzano o Colt da estrarre dalla fondina più velocemente dell`altro. Il duello tra Alcaraz e Sinner riguarda solo il talento, l`inestinguibile anelito alla vittoria — un premio da ottenere con l`esaltazione delle proprie qualità — nonché la feroce volontà di sottrarsi alla sconfitta. E soprattutto coinvolge il sentimento più nobile, il rispetto reciproco. Per quest`anno, la corsa si è conclusa: Carlos sarà il numero 1 di fine stagione, come già nel 2022, e Jannik gli farà da valletto una posizione più giù, in attesa di rinfocolare la contesa tra un paio di mesi in Australia; un nuovo inizio. Si confrontano i dominatori del circuito, i nuovi dioscuri del tennis, la vetta del mondo sarà una questione personale tra di loro per tanto tempo ancora. Intanto, però, il momentaneo vinto Sinner abbraccia metaforicamente il vincitore: «Alcaraz se l`è meritato, ma io sono contento della posizione in cui mi trovo, di essere già in semifinale qui e di poter giocare almeno altre due partite, o magari tre in un torneo così speciale. Quello che c`è, c`è». Ma confermarsi Maestro un anno dopo, magari battendo in finale proprio Alcaraz, sarebbe un`impresa dirompente, capace di andare oltre gli aridi numeri di una classifica: in una stagione nella quale lui e l`arcirivale spagnolo si sono divisi equamente gli Slam e hanno battagliato nel ranking sul filo dei punti, il trionfo a Torino assegnerebbe senza dubbio il trofeo virtuale ma dalla portata psicologica enorme di miglior giocatore del mondo, a prescindere dal ranking. A ogni modo per Jannik, sicuro del primo posto, ora c`è da continuare il percorso immacolato alle Finals cominciato nel 2024 e arrivato a sette partite: nuova tappa, la sfida di oggi pomeriggio (dalle 14) con Shelton, già eliminato, prima di affrontare da strafavorito la semifinale di domani, non prima delle 14.30, contro De Minaur, sconfitto 12 volte su 12 (qualificato, a parità di vittorie e set vinti con Fritz, grazie alla miglior percentuale di game conquistati). Davanti alla sua gente, su una superficie che ne esalta le doti tecniche, Sinner non si lascerà certo abbindolare dalle mollezze di una qualificazione già ottenuta e da un pronostico a senso unico sulla strada verso la finale. […] Ma la mente è già oltre l`orizzonte, perfino delle Finals: «Numero uno oppure no, onestamente per me è stata una stagione incredibile, pazzesca, per come l`ho giocata. Carlos se lo merita e sono contento per lui. Ce lo giocheremo il prossimo anno». Nel 2026, esibizione in Corea a parte, il programma non cambierà: il primo torneo dell`anno saranno ancora una volta gli Australian Open, da doppio campione in carica: «Durante la preparazione invernale, se qualcosa non funzionerà, proverò a cambiarla. Ma non ci saranno magie. Comincerò direttamente a Melbourne e non sarà facile arrivare subito lì con la pressione del grande torneo». Ad accompagnarlo ci sarà ancora Darren Cahill, che ha rimesso nelle mani del pupillo la decisione di prolungare di un altro anno un rapporto tecnico e umano profondissimo, anche se la conferma arriverà solo alla fine del torneo: «Non abbiamo ancora deciso nulla — confessa Jannik — ne parleremo dopo Torino». […]

Per Bolelli e Vavassori ko indolore (Antonio Sepe, Corriere dello Sport)

Niente ciliegina sulla torta per Bolelli e Vavassori, sconfitti nel terzo e ultimo incontro della fase a gironi delle Nitto ATP Finals. Già qualificati e certi del primo posto nel gruppo Peter Fleming, gli azzurri sono stati battuti dai campioni uscenti – i tedeschi Kevin Krawietz e Tim Puetz – per 7-6(5) 4-6 13-11 al termine di una battaglia di circa due ore. Una partita che ha catturato anche l`attenzione di Sinner, il quale a un certo punto ha interrotto il suo allenamento per guardare sul maxischermo il match point. Bravi a reagire dopo aver perso il set d`apertura, gli italiani hanno ristabilito la parità salvo poi mancare una palla match nel super tie-break, subendo così il primo ko del torneo. Domani torneranno in campo per la loro prima semifinale a Torino. Se la vedranno contro i vincenti della sfida tra Heliovaara/ Patten e Arevalo/Pavic, in programma sull`Inalpi Arena oggi alle 11:30. A prescindere da come finirà il torneo, Bolelli e Vavassori hanno mandato un segnale importante anche in ottica Coppa Davis. Protagonisti a Bologna per le Final Eight, rappresenteranno una certezza per capitan Volandri: «Siamo carichi e siamo pronti a dare il nostro contributo». […]


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