14/01/2013 10:42 CEST - Rassegna Nazionale

Sugarpova, ovvero il lato (troppo?) dolce della Sharapova (Semeraro), Djokovic-Murray, comincia la nuova sfida? A Melbourne via gli Australian Open (Crivelli)

14-01-2013

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

Sugarpova, ovvero il lato  (troppo?) dolce della Sharapova

Stefano Semeraro, la stampa.it del 14.01.2012

Maria Sharapova ha fama di agonista feroce e di donna freddina – in fondo viene dalla Siberia… – ma quando serve sa anche essere molto dolce. Forse troppo. Il suo più recente successo infatti Masha non l’ha ottenuto sul campo, calata in uno dei vestitini che la Nike prepara dietro sua consulenza, ma come businesswoman proprietaria del marchio di caramelline gommose Sugarpova, dolcettini tentatori che vengono smerciati (per ora solo negli Usa ) in confezioni che contengono 4 pacchetti ciascuno con 5 pezzi, per un contenuto di 480 calorie e 80 grammi di zucchero. L’equivalente, è stato calcolato, di 21 cucchiani da caffè o di due lattine di Coca-Cola. Un business studiato a tavolino insieme con il suo agente Max Eisenbud, e nato dalla considerazione che nel settore dei “candies” gommosi c’era una nicchia di mercato vuota, quella di più alto costo: ogni confezione di Sugarpova costa 5,99 dollari, ovvero 4,5 euro, circa sei volte il prezzo dei dolcetti prodotti dalla Haribo. Così nel 2012 la Sharapova ha curato maniacalmente prima la preparazione poi il lancio delle sue caramelline coloratissime e dolcissime, dedicando al progetto, sempre secondo quanto sostiene Eisenbud, «il 60 per cento del suo tempo». Gusto, dimensioni, colori: Masha ha voluto decidere tutto, tanto che il giorno dopo la sua storica vittoria al Roland Garros era già in fabbrica a controllare gli ultimi dettagli. La commercializzazione è partita durante gli ultimi Us Open, e dopo tre mesi le morbide Sugarpova sono già state vendute in 250 mila confezioni. Maria, che a Melbourne in questi giorni ha lanciato il prodotto anche in Australia, nell’operazione ha investito (fonte Bloomberg) circa 500 mila dollari, e prevede di arrivare a quota 1 milione di “pezzi” venduti nel corso di un anno, quando la distribuzione partirà anche in Gran Bretagna, Giappone, Canada, Russia, India e Cina. Mica male, considerato che Maria incassa 1,1 dollari su ogni confezione piazzata sul mercato. «Non abbiamo un grande budget per pubblicità e marketing – ha detto la ex-numero 1 del mondo – e quindi siamo stati sorpresi per primi dal successo che ha avuto la faccenda». Sulla quale però qualcuno ha avuto da ridire. Per la precisione alcune associazioni di consumatori che hanno giudicato «inappropriato» il fatto che dietro un prodotto così calorico, e quindi sicuramente poco salutista, ci siano la mente e il volto di una sportiva famosa in tutto il mondo. «Maria è una atleta capace di influenzare molte persone – ha dichiarato ad esempio Corrina Langelaan, dirigente della The Parent’s Jury, una società australiana che si batte per la promozione responsabile degli alimenti – ed è ammirata soprattutto da genitori e bambini. Ha un ruolo nel promuovere stile di vita sani, con la crescita del problema dell’obesità infantile il fatto che diffonda quel tipo di spuntini è marketing irresponsabile». Opinione condivisa dallo psicologo infantile Justin Coulson – che almeno dalle nostre parti, va detto, non è proprio famosissimo. La miglior pubblicità per le Sugarpova sono sicuramente la linea invidiabile e il sorriso bianchissimo della stessa Maria, che sostiene di essere stata golosissima di caramelle da bambina «ma di aver imparato a controllarsi». Masha ha anche promesso di premiare con un pacchetto di Sugarpova le migliori domande che riceverà dai giornalisti durante gli Australian Open, ma temiamo che da quel lato siano in agguato soprattutto amare sorprese. 

Djokovic-Murray, comincia la nuova sfida? A Melbourne via gli Australian Open

Riccardo Crivelli, gazzetta.it del 13.01.2013

All'1, ora italiana ,scatta il primo Slam 2013: senza Nadal, per fisico e cuore si va verso la rivincita Us Open. Federer terzo incomodo col tabellone più difficile, Tomic possibile sorpresa. Seppi e Fognini speranze azzurre. Donne: tutte contro Serena; Sara Errani difende i quarti dello scorso anno
Spetterà a Maria Sharapova, stanotte all’una italiana, l’onore di aprire sulla Rod Laver Arena l’edizione 2013 degli Australian Open, il primo Slam stagionale. Un torneo già da record: per il montepremi, salito di quasi quattro milioni di dollari australiani (3.100.000 euro in più per un totale di 17 milioni e 300 mila euro, di cui un milione e 900mila ai vincitori e 21.300 agli eliminati al primo turno, la vera ragione dell’aumento) e per il numero di spettatori, con il sogno neppure troppo nascosto di superare le 700.000 presenze complessive (l’anno scorso furono 686.000, primato storico).


UOMINI — Senza Nadal, che rivedremo a febbraio se le ginocchia ballerine gli daranno finalmente tregua, il pronostico tra gli uomini non può uscire dai soliti tre, con il campione in carica Djokovic numero uno e poi Federer e Murray, finiti dalla stessa parte del tabellone per un’eventuale semifinale stellare. Nole prova a diventare il primo tennista dell’era Open a conquistare l’Australia per tre anni consecutivi (Emerson l’ultimo in assoluto, dal ’63 al ’67), dopo che qui vinse già nel 2008: "E’ lo Slam in cui ho ottenuto le soddisfazioni maggiori - dice il numero uno - per questo lo affronto senza pressioni e con la rilassatezza che mi deriva da sei-sette settimane in cui ho potuto recuperare le fatiche del 2012 e prepararmi come si deve". Il serbo, che ha cambiato racchetta e ha Berdych come avversario più pericoloso dalla sua parte prima della probabile semifinale con Ferrer, non ha disputato tornei ufficiali ad inizio stagione, la stessa scelta compiuta da Roger Federer. Lo svizzero potrebbe pagare un po’ dazio nei primi turni, con il sorteggio che non è stato molto tenero con lui (Paire, Davydenko e la mina vagante Tomic già al terzo turno): "Forse ci sarà un po’ più di pressione su di me, ma non mi preoccupo: alla fine dipende tutto da quello che hai nella tua racchetta". Andy Murray, che molti addetti ai lavori ritengono favorito almeno alla pari con Djokovic, prova a sfatare il tabù recente che vuole sempre sconfitto nello Slam successivo chi ha vinto per la prima volta un Major. Lo scozzese si presenta da campione degli Us Open: "Finalmente non mi devo preoccupare di giustificare le mancate vittorie negli Slam".

GLI OUTSIDER — Ferrer è il quarto incomodo, ha avuto un eccezionale avvio di stagione con la semifinale a Doha e la vittoria ad Auckland, ma non è mai stato in finale di uno Slam; l’argentino Del Potro sa come si vince un Major (Us Open 2009) ma deve ancora trovare continuità di rendimento; Berdych è un cavallo pazzo come Raonic o l’emergente Dimitrov, Tsonga qui ha disputato la finale del 2008 eppure sembra ancora troppo tenero mentalmente per puntare alla vittoria.

 

Così, in un torneo che tradizionalmente, proprio perché ad inizio stagione i valori non sono ancora definiti, si è spesso aperto alle sorprese le attenzioni, specialmente per i media di casa, sono tutte su Bernard Tomic, l’australiano di origine croata che a Sydney ha appena vinto il primo torneo in carriera e prima aveva sconfitto Djokovic seppur nell’esibizione della Hopman Cup. Un successo che conferma le qualità del ventenne nato a Stoccarda, già straordinario a livello giovanile e atteso come il messia da una nazione che ha fatto la storia del tennis e aspetta un altro fenomeno dopo le imprese ormai lontanucce di Hewitt. E’ probabilmente il segnale della maturità finalmente raggiunta, dopo un 2012 cominciato con una sconfitta contro Federer agli ottavi proprio qui in Australia dopo aver eliminato Verdasco e Dolgopolov e proseguito in sordina malgrado le aspettative, tanto che McEnroe si era spinto a definirlo un bluff. Del resto, l’anno scorso Tomic ha fatto scrivere di sé soprattutto per i comportamenti extrasportivi, con il processo per guida vietata e mancato stop al segnale della polizia che gli è costato anche la convocazione in Coppa Davis e la polemica con il capitano Rafter. Ma A-Tomic ha il potenziale per scompaginare le carte del torneo.

DONNE — La domanda è semplice: ammesso che Serena Williams sembra imbattibile, potrebbe davvero cominciare dall’Australia il cammino verso il Grande Slam? L’americana, che sta vivendo una seconda giovinezza, insegue il sesto trionfo a Melbourne e sembra non dare peso ai pronostici così sbilanciati: "Vincere i quattro Major in un anno? La storia insegna che è un’impresa durissima. Certo, io non sono mai stata così rilassata". La bielorussa Azarenka, campionessa in carica e numero uno del mondo (per difenderlo dalla Williams e anche dalla Sharapova, però, deve arrivare almeno in finale), sembra l’unica, per gioco ed attitudine, a poter in qualche modo contrapporsi al previsto dominio di Serena, soprattutto se avrà dimostrato di aver superato l’infortunio a un alluce dopo una banale pedicure.
Gazzetta TV

La terza star, Maria Sharapova, finalista l’anno scorso e vincitrice nel 2008, non ha ancora giocato dopo l’infortunio di fine dicembre e quindi dissipare i dubbi sulle reali condizioni fisiche. Tra di loro, potrebbe inserirsi la polacca Agnieszka Radwanska, in forma eccezionale con il suo gioco classico da nuova Hingis: due tornei vinti nel 2013 e ancora nessun set perduto.

GLI ITALIANI — Occhi puntati, come ovvio, su Sara Errani, che proprio dall’Australia, dove raggiunse i quarti da numero 45 del mondo, intraprese la favolosa corsa che l’ha portata dritta dritta nella top ten. L’attuale numero 7 del mondo è nella parte di tabellone con la Azarenka e sulla strada verso i quarti con la bielorussa dovrà guardarsi da Hsieh e Wozniacki in un tabellone tutto sommato alla portata se la condizione sarà quella mostrata in tutto il 2012. Dalla stessa parte c’è la Vinci, in coppia con la quale affronta il doppio da testa di serie numero 1 e con la finale persa dell’anno scorso da riscattare: Robertina potrebbe trovare la Azarenka negli ottavi. Per la Schiavone, scesa al numero 44, primo turno assai ostico con la ceca Kvitova, peraltro in crisi profonda. In tabellone anche la Giorgi e la qualificata Knapp. Tra gli uomini, Seppi è testa di serie numero 21 e al terzo turno potrebbe incrociare il croato Cilic per un anticipo di Coppa Davis, prima di trovare eventualmente Del Potro; Fognini è dalla parte di Berdych, che potrebbe affrontare nel terzo turno, mentre Bolelli, da poco affidatosi alle cure di coach Rianna, apre con il polacco Janowickz, la grande rivelazione d’autunno con il servizio che spacca, ora un po’ persosi per strada. In tabellone anche Lorenzi (subito con il pericoloso Anderson fresco finalista a Sydney) e Cipolla (con Kamke): per tutti, la seconda settimana sarebbe un traguardo da ricordare.

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