05/11/2013 17:23 CEST - Caso Troicki

Cas: Troicki sospeso 12 mesi "Mi hanno tolto un sogno"

Il testo completo della sentenza (in inglese)

TENNIS - Il Cas di Losanna ha ridotto a 12 mesi la squalifica per Viktor Troicki. Potrà tornare dal 15 luglio 2014. "In un pomeriggio, una dottoressa che non conosco mi ha tolto tutto" ha commentato affranto. "Non so cosa fare, non so dove andare". Ma la decisione del Cas era prevedibile: dichiararlo innocente avrebbe aperto un precedente pericoloso. Alessandro Mastroluca

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Viktor Troicki
Viktor Troicki

Da 18 a 12 mesi. Il CAS di Losanna riduce la squalifica inflitta in primo grado a Viktor Troicki. Ma il panel composto dal presidente Yves Fortier, dal professor Lucio Colantuoni e dal giudice James Robert Reid hanno confermato che il rifiuto di fornire un campione di sangue per il controllo antidoping al torneo di Montecarlo costituisce comunque una violazione del regolamento antidoping.

Troicki è stato sospeso perché il 15 aprile 2013 ha chiesto di non fornire un campione di sangue per il test antidoping: ha da sempre paura degli aghi, e in più quel giorno sta male, e la stessa dottoressa lo vede debole e pallido.

“La dottoressa mi ha detto che nelle mie condizioni potevo rifiutarmi: bastava che scrivessi una lettera all'ITF e non mi sarebbe successo niente” ha spiegato. Troicki ha testimoniato che “la dottoressa mi ha rassicurato quattro o cinque volte che scrivendo una lettera all'ITF motivando il mio comportamento tutto sarebbe andato bene”.  La DCO, la dottoressa Gorodilova, però nega e sostiene di fronte ai giudici di aver sì suggerito a Troicki di scrivere all'ITF, ma solo perché “lui aveva preso la decisione di non fornire il campione; lui doveva spiegare all'ITF perché”. Nessuno può provare la sua verità.

Il giudice Ian Mill crede al medico: è troppo esperta per aver detto una cosa del genere, scrive. E se invece l'avesse detto davvero e abbia poi cercato di salvare lavoro e reputazione una volta accortasi di essersi spinta troppo in là? La possibilità non viene presa in considerazione nella sentenza di primo grado.

"Il CAS ha considerato che il DCO (il Doping Control Officer, ovvero la dottoressa Gorovilova, NdR) avrebbe dovuto essere più chiara circa i rischi cui il giocatore andava incontro rifiutandosi di fornire il campione di sangue" e che" nonostante l'incomprensione con il DCO non ci sono prove che Troicki abbia agito così per evitare che fossero scoperte sostanze proibite nel suo organismo". Per questo ha deciso di ridurre la sospensione a un anno, a decorrere dal 15 luglio 2013.

Non è certo la decisione che Troicki si aspettava. "Questa sentenza pone fine al mio sogno di essere un top player" ha dichiarato, come riportato su twitter dai colleghi Doug Robson di Usa Today e Neil Harman del Times. "Ho lavorato tutta la vita per questo, e mi è stato tolto tutto in un pomeriggio da una dottoressa che non conosco, e che continuerà a fare il suo lavoro domani, mentre io non potrò farlo. Non so cosa fare, non so dove andare".

Come avevo già scritto commentando la sentenza di primo grado, però, si tratta di una decisione prevedibile. a regola 2.3 del regolamento antidoping  stabilisce però che un giocatore non può rifiutarsi di sottoporsi a un controllo salvo “compelling justification”, una giustificazione persuasiva. Il malessere e la fobia degli aghi rientrano nella fumosa categoria della "compelling justification"? Per i giudici, no.

La ratio è facile da comprendere: un tennista x che abbia assunto una sostanza proibita dall'emivita breve potrebbe tentare di differire il controllo per consentire all'organismo di smaltire quella sostanza e passare così indenne i controlli. E i test sui campioni di sangue consentono di individuare sostanze o pratiche proibite che i test sulle urine non possono rivelare. Per questo bisognerebbe impedire quanto più possibile le chance di un atleta di differire il test. Allargare le maglie della “compelling justification”, della giustificazione persuasiva, della valida ragione, fino a comprendere difese come “sto molto male” o “ho paura degli aghi” potrebbe voler dire aprire una breccia per chi in futuro volesse cercare una strada per barare e farla franca.

Certo, rimane una decisione severa se paragonata alla squalifica ridotta a quattro mesi per Marin Cilic, che è stato trovato positivo alla nicotinamide, metabolita della coramina, contenuta, questa la sua difesa, nelle barrette di glucosio che la mamma aveva comprato a Montecarlo, prima del torneo di Monaco di Baviera (in cui è stato trovato positivo); barrette che aveva smesso di prendere cinque giorni prima dell'inizio del torneo. Proprio questa distanza temporale, unita alla considerazione che la coramina ha un effetto molto rapido (24-36 ore), ha convinto i giudici che Cilic non l'avesse assunta per migliorare le prestazioni durante il torneo di Monaco.

Peraltro, lo stesso Cilic ha svelato dopo la sentenza d'appello che ha ridotto da 9 a 4 mesi la sua sospensione, che non è mai stata trovata la coramina nel suo organismo, ma solo il metabolita, la nicotinamide. Ma questa sostanza, di per sè lecita, che costituisce l'ammide dell'acido nicotinico, è contenuta nel glucosio in polvere che Cilic assume da due anni, il Traubenzucker, come testimoniato in tribunale.

"Fino all'udienza del 13 settembre, né io né i miei avvocati avevamo saputo che non era stata trovata nikethamide nel mio organismo" ha spiegato. Anche se i medici avevano scritto di aver trovato il metabolite della nikethamide, questo dettaglio non è stato oggetto della prima udienza. Il tribunale indipendente non ha realizzato questo fatto perché nessuno ne ha parlato. Inoltre, il medico che ha svolto le analisi non è stato chiamato a testimoniare".

Alessandro Mastroluca

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