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31/07/2010 20:17 CEST - Atp Gstaad

Almagro-Gasquet, la finale migliore

I due giocatori favoriti si aggiudicano le semifinali del torneo svizzero. Almagro sudando nel derby contro Gimeno Traver, Gasquet convincendo solo a tratti. Gianluca Comuniello

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Richard Gasquet - foto di Monique Filippella
Richard Gasquet - foto di Monique Filippella

Almagro, aggressivo e fortunato
Ci sono alcuni giocatori che stanno mettendo insieme un luglio veramente interessante dal punto di vista dei risultati e, conseguentemente, dei punti messi in cascina. Uni di questi è sicuramente Nicolas Almagro, che per essere onesti ha avuto un buon livello di gioco per lunga parte di questo 2010. Basti ricordare il suo quarto lottato alla morte e con generosità contro Nadal a Parigi. Successivamente a quel risultato Nico palesò qualche problema fisico, che si manifestò nei tornei di avvicinamento a Wimbledon e che non gli permisero di arrivare al torneo londinese con la giusta preparazione (Seppi ringraziò sentitamente in quell’occasione). Allo stesso tempo, l’eliminazione al primo turno nello slam erbicolo ha permesso ad Almagro di tirare il fiato e rimettersi a posto dal punto di vista fisico. Il risultato di questo riassetto è stato il titolo di due settimane fa a Bastad, sesto della carriera per lui e anche la finale raggiunta oggi sulla terra più veloce (per l’altura) di Gstaad, dove lo spagnolo si è imposto nel derby contro Gimeno Traver con il punteggio di 7-6, 3-6, 6-3. Il match, come dice il punteggio, non è stato una passeggiata di salute. Lo spagnolo meno famoso ha infatti fare le streghe a Nico per due terzi del match: nel tie-break del primo è arrivato a set point sul 6-5 e se trasformata quella opportunità avrebbe potuto far ruotare il match. Almagro è riuscito però a risalire, a chiuso il tie-break alla seconda opportunità. Va dato credito a Gimeno, che ha raggiunto la sua seconda semifinale consecutiva, di non aver mollato l’osso: nel quarto game del secondo set è riuscito a breakkare il connazionale, che in quel momento ha messo su la faccia delle piccolissime occasioni, quella nota anche come “ma chi me lo fa fare di sudare se posso, semplicemente, colpire fortissimo?”. Traver ha così incamerato il secondo set senza voltarsi indietro, in un match che sembrava diventare quello fra due boscaioli. Nel set decisivo però lo spagnolo meno quotato in classifica perdeva in intensità (e probabilmente rimpiangeva quel set point del primo set) e permetteva a Nico di issarsi tre a zero e fare gara di testa. Un “solid hitter” come Almagro ama fare gara di testa, per cui la vicenda si risolveva al nono gioco e lo spagnolo testa di serie numero due del torneo si giocherà domani la sua nona finale atp, entrandoci con l’ottimo bilancio di sei vittorie e due sconfitte.

Gasquet, l'eterna croce e delizia
Era poi la volta della seconda semifinale, che vedeva opposti Richard Gasquet, testa di serie numero sette del torneo, e Yuri Schukin, il kazhako che al turno precedente aveva cancellato dal torneo con una partita maratona (tanto per cambiare) “Misha” Youzhny. Momento di riflessione sui Kazhaki: siamo proprio così sicuri che la Svizzera possa andare a settembre a passeggiare in Kazhakistan per lo spareggio Davis, lasciando Federer a casa con le gemelline? Chiuso il momento di riflessione sui Kazhaki. La partita mostrava il solito Gasquet croce e delizia. Delizia, per il rovescio di dio (simile alla manos di Diego Armando). Croce, perché non si capisce il motivo del suo giocare a 4 km dalla riga di fondo, specialmente in risposta. Non se ne capisce il motivo, ma a lui sembra bastare in questo frangente per far strada, almeno nei tornei minori. Gasquet sarà infatti impegnato nella sua seconda finale 250 sugli ultimi tre tornei di questa categoria, dopo quella vittoriosa di Nizza contro Verdasco. Nel primo set, fino al settimo game, ai punti si era fatto preferire Yuri. Sembra una bestemmia, ma in realtà il numero 147 del mondo faceva più cose e stava più aggressivo in campo. E Richard. Richard come detto si metteva a rispondere arrampicato sui monti dietro al campo, tagliava dritti in recupero quando era (sovente) in ritardo e si teneva su grazie ad alcuni colpi regali, al servizio, e appunto al fatto che davanti aveva il numero 147 del mondo. Che nell’ottavo game rivelava le umili origini e cedeva il servizio senza che il buon Richard avesse messo in campo chissà quale strategia rivoluzionaria… se si eccettua un rovescio lungo linea che ancora sono qui che mi lustro gli occhi. Nel game successivo Gasquet capitalizzava chiudendo il set con un serve&volley di puro godimento. Teneva a bada il kazako che provava a reagire nel sesto game del secondo e poi salutava la compagnia per andarsi a prendere il match con il punteggio di 6-3, 6-4.
Sarà quindi abbastanza di lusso la finale del torneo svizzero (una delle migliori che ci si potesse aspettare dato il campo di partecipanti): Nico e Richard si sono incontrati una sola volta, proprio quest’anno sulla terra di Acapulco, con lo spagnolo che si impose in un match lottatissimo per 7-6 al terzo set (tie-break chiuso 9-7). Da notare che chiunque vinca fra i due giocatori avrà “riempito”, con due successi, il serbatoio di punti possibili in tornei 250. Sarà interessante vedere Gasquet alla prova contro uno dei giocatori più in forma del momento. In attesa di vederlo testato in tornei più complicati.
 

Gianluca Comuniello

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