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23/08/2010 17:02 CEST - PREVIEW

US Open, tutti a caccia di Federer

Ad una settimana dall'inizio degli US Open, proviamo a "leggere" la forma dei protagonisti sulla base degli ultimi due trials appena disputati, Toronto e Cincinnati. In attesa del sorteggio del tabellone, stiliamo il nostro personalissimo seeding relativo ai primi 8 senza dimenticare i possibili outsiders che possono provare a fare lo sgambetto ai favoriti tecnici. Antonio Taviani

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Non ci sarà il campione uscente, lo sfortunatissimo Juan Martin Del Potro, che suo malgrado non potrà difendere il titolo vinto lo scorso anno. Ciò toglie quella sensazione di torneo perfetto all'edizione 2010 di Flushing Meadows, che tale sarebbe stata con l'argentino al top della forma.
Come ogni anno, i tornei di preparazione all' appuntamento che manda in archivio il Grand Slam hanno fatto sì che i top players provvedessero al consueto vernissage per presentarsi al meglio laddove conta per l'iscrizione nella storia.
Gli Open del Canada quest'estate si sono disputati a Toronto, dove ha trionfato Andy Murray in finale su un Federer di rosa vestito e fresco di connection con Paul Annacone (che sarà presente a New York dalle parti di Mirka e Luthi), mentre in Ohio Roger ha regolato Mardy Fish in quella che è stata una mezza maratona assai propedeutica per i 3 su 5 da macinare sull'Arthur Ashe Stadium.
Prendendo come riferimento la classifica di oggi, e quindi il seeding del tabellone principale, vediamo come si presentano ai nastri di partenza i primi 8 giocatori del mondo sulla base di quanto mostrato da ognuno di loro nelle prove di avvicinamento a Flushing Meadows, senza dimenticare le potenziali sorprese.

1. Rafael Nadal

Che il cemento sia l'ambiente meno adatto al suo tennis è ormai un fatto più che acclarato.
E' altrettanto vero che quest'anno si presenta al via dell'unico major che ancora gli manca senza infortuni o fastidi particolari. Il tour de force per lui canonico della prima parte di stagione è stato parzialmente alleggerito dalla rinuncia a Barcellona e da una sorta di walk over seriali a Montecarlo. L'accoppiata Roland Garros-Wimbledon rappresenta il ticket dorato per occupare il primo posto della classifica mondiale.
In Canada è rientrato e si è fermato davanti a Murray in semifinale, piuttosto nettamente. Te lo aspetti più "avanti" la settimana successiva a Cincinnati, e invece c'è mancato poco che non venisse eliminato da Benneteau, prima di cedere nei quarti a Baghdatis contro il quale non aveva mai perso in carriera.
In definitiva è sembrato ancora lontano dalla miglior forma o comunque da un livello che gli possa consentire di vincere in un torneo che fin qui non lo ha nemmeno mai visto arrivare in finale.
La prima settimana gli servirà per trovare il feeling ideale, la sua tempra e la voglia di centrare un obiettivo così importante dovranno bastare per fare il resto.
Ma basteranno?

2. Roger Federer

Volenti o nolenti il favorito è ancora lui. Numero 3 a Toronto, ha pensato bene di riprendersi quella manciata di punti per evitare il rischio di incontrare Rafa prima di un'eventuale finale, ma soprattutto ha lasciato intendere al resto della truppa di esserci e come. La finale persa lo scorso anno difficilmente gli sarà andata giù, i piccoli problemi fisici patiti ad Halle e a Wimbledon sono spariti, Annacone è la new entry che molti aspettavano e auspicavano, ma al di là di tutto lo abbiamo visto centrato quel tanto che è bastato a fare finale con il miglior Murray post Australia 2010 e a far poker in quel di Cincinnati con Fish "Lo Smilzo", un avversario che ormai in pochi si augurano d'incontrare.
Non è ancora ai livelli dell'Australian Open ma i piedi vanno, il servizio è già a buon punto, gli stimoli gli consentiranno di tenere alta la concentrazione e poi, con 6 finali negli ultimi 6 anni e 5 vittorie, ma chi deve essere il favorito?

3. Novak Djokovic

Dei Four quest'anno è stato di gran lunga il meno Fab, certo è che questa potrebbe essere l'occasione del rilancio. Fatto non da poco potrebbe essere la semifinale dell'anno scorso da difendere, cosa che non sembra poi scontata visto come le ha prese da Federer prima e da Roddick poi negli ultimi due impegni.
Il salto di qualità non c'è stato, questo è ciò che vediamo, fermo restando che può comunque essere pericoloso per tutti sulla sua superficie preferita e magari in una giornata in cui gli gira tutto per il verso giusto. La sensazione è che si sia un po' troppo abituato a perdere e che anche quella sfrontatezza e fiducia nei propri mezzi siano venute meno.
Del resto come dargli torto?

4. Andy Murray

Se il sole di Cincinnati non lo ha bollito del tutto, dobbiamo aspettarci che a questo giro ci vada vicino.
Dopo la finale di Melbourne persa con Federer solo lacrime, una primavera da depressione cosmica, la stesa a Wimbledon con Nadal, il naturale divorzio da Maclagan e una seconda parte di estate totalmente freccia in su, finalmente più aggressivo in campo anche se non sarà mai Del Potro.
A Toronto ha battuto Rafa e Roger senza perdere un set, cosa che non sono mica in tanti a poterla raccontare. Vero che in Ohio poteva perdere già con Gulbis, ma anche quei match bisogna andarseli a prendere e lui se c'è da lottare non si tira mai indietro, anzi. Meglio che abbia poi perso con Fish così da ricaricare a dovere il serbatoio che per New York ha da essere bello pieno.
Il computer dice 4, azzardiamo a dire 2.

5. Robin Soderling

Ormai l'effetto sorpresa è finito da un po', ma dal 5 all'8 ci sta dentro comodo. Sul cemento poi è a casa sua. A Toronto ha trovato Nalbandian, a Cincinnati Roddick: due partite "perdibili", per cui niente drammi. Gli manca ancora qualcosa, anche se gli va reso onore per aver confermato la finale del Roland Garros, impresa che sembra avergli tolto un po' di quella esplosività di cui invece avrà assoluto bisogno a New York. Il seeding questa volta lo premia, ai quarti deve esserci poi lì si faranno i conti.

6. Nikolay Davydenko


Il robottino è tornato, e anche se gli ingranaggi ancora non saranno oliati al 100% lui si metterà lì e pronti via col ping-pong. 3 su 5 potrebbe essere un viaggio troppo lungo anche per lui, nel warm up di Toronto ha perso netto con Chardy in ottavi, a Cincinnati invece con Federer, un 6-4 7-5 dove le palline già viaggiavano a velocità da autovelox e la tenuta di strada è parsa sufficientemente buona. Da verificarne l'affidabilità sulla lunga distanza.
Tutto sommato una bella incognita.

7. Tomas Berdych

Dopo la finale di Wimbledon si è fermato un po', giusto per mettere a fuoco la situazione.
Rientro ovviamente soft a Washington, mentre a Toronto si è trovato un Federer voglioso di riscatto dopo lo smacco subito sul Centre Court e ha ceduto solo al tie-break del terzo.
A Cincinnati 2 set tirati con Baghdatis che ultimamente ne perde poche (chiedere a Rafa per conferma),e tutto sommato una forma che potrebbe arrivare al top alla fine della prima settimana di Flushing Meadows.
Se così fosse, allora nessun traguardo sarebbe precluso: l'abitudine ai grandi palcoscenici ormai dovrebbe esser fatta, semi a Parigi, finale a Wimbledon sono esami vicini alla laurea...

8. Andy Roddick

E' vero, qui il computer dice che c'è Verdasco,ma alzi la mano chi lo vede nella seconda settimana.
Andy al numero 9 invece sarà il più pericoloso per il secondo quartetto in ottica ottavi di finale. Una leggera forma di mononucleosi lo aveva debilitato, tanto è vero che ha saltato Toronto per ripresentarsi a Cincinnati dove, più che Fish, a sbarrargli la strada per la finale è stata la pioggia. Ha servito per il match sul 5-3 del secondo set perdendo quel game praticamente da solo, una volta al tie-break non ha sfruttato il mini break e ha finito poi per cedere 6-1 al terzo. In ogni caso ha disputato un ottimo torneo, battendo Soderling in ottavi e Djokovic piuttosto facilmente in quarti, mostrandosi solido e lucido tatticamente. Roddick, che tra l'altro ha scritto il suo nome nell'albo d'oro del torneo nel 2003, subito dopo Sampras e prima di Federer, potrebbe essere la prima vera alternativa ai favoriti.

Prima di stilare il nostro personalissimo seeding,proviamo anche ad indicare quei giocatori che potrebbero costituire la o le sorprese.
Per quanto visto negli ultimi tornei che si sono disputati,il primo nome è naturalmente quello di Mardy Fish, apparso in una versione di giocatore all-court fino a poco tempo e molti kg fa sconosciuta. A Flushing Meadows si presenterà come 21 del mondo grazie alle 15 posizioni guadagnate con la finale di Cincinnati, ma soprattutto con niente da perdere, visto che non ha punti da difendere. Resta da vedere se e come riuscirà a mantenere forma e concentrazione in un torneo dello Slam.
Decisamente in ripresa è sembrato David Nalbandian, che dovrebbe rientrare d'un soffio tra le teste di serie.
In Ohio ha perso in due set da Djokovic senza giocare il primo e sciupando set points a iosa nel secondo. Potrebbe comunque aver risentito delle molte partite giocate ininterrottamente dal rientro (peraltro vittorioso) di Washington, quindi sfruttando al meglio questi giorni che ci separano dall'inizio del torneo dovrebbe presentarsi in buon assetto.
Last but not least Marcos Baghdatis,da considerare uno dei più pericolosi per come ha battuto Berdych e Nadal e per come ha resistito comunque a Federer in una serata in cui il servizio non ne voleva sapere di funzionare. Talento ne ha da vendere, a tennis gioca come pochi e la superficie è perfetta per le sue caratteristiche.

E allora ecco il nostro personale seeding:

1. Roger Federer
2. Andy Murray
3. Rafael Nadal
4. Andy Roddick
5. Novak Djokovic
6. Tomas Berdych
7. Robin Soderling
8. Nikolay Davydenko

Antonio Taviani

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