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01/10/2010 03:33 CEST - TENNIS USA

Faccia a faccia tra i fratelli McEnroe

Scontro fratricida tra gli ex tennisti statunitensi, allo scopo comune di risollevare le sorti di una nazione intera. Il pacifico diverbio parte dalla diversa posizione assunta dai due su come far crescere i ragazzi che si avvicinano alle accademie di tennis. Danilo Princiotto

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Rieccolo! Il nostro caro John McEnroe è tornato a far parlare di se dopo aver lanciato la sua personale accademia di tennis, in quel di New York. Questa volta però, il buon Super Mac è in buona compagnia, considerando che la guerra civile che per anni ha coinvolto la famiglia McEnroe, è tornata ad imperversare proprio in questi giorni, con toni però, molto più pacati e pieni di una serenità familiare che non sarà compromessa. D’altro canto, dopo la discesa di Andy Roddick nel ranking atp, per la prima volta dal 1973, gli Usa non hanno un tennista nella top ten (nel femminile al di là delle Williams la situazione è preoccupante) e le fatiche dei fratelli Mc Enroe potrebbero diventare dunque complementari, con un unico scopo: la rinascita del tennis statunitense.


E proprio di rinascita è corretto parlare, in quanto le differenti opinioni di John e Patrick, partono proprio dalle accademie di tennis, luoghi fondamentali per la crescita di un futuro campione, in cui il ragazzo viene forgiato nello stile e nel temperamento. L’ex numero uno delle classifiche mondiali ha elaborato una particolare filosofia per rinvigorire il tennis Usa, teoria che si trova in diretto contrasto con ciò che il fratello, Patrick, predica da quando si occupa di questo sport; lo scopo di Jonh è quello di evitare l’allontanamento dei ragazzi dalle proprie famiglie, i quali dovrebbero continuare a vivere in casa e divertirsi praticando anche altri sport, proprio come ogni ragazzo della loro età. Il vincitore di sette slam ha dichiarato ad uno show della CNN: “ Io non so esattamente cosa pensi Patrick della mia accademia. Spero inoltre che lui sia aperto ad ogni probabile successo, dunque noi non dobbiamo far altro che continuare a provare per capire quale sia il miglior sistema da adottare. Molte persone hanno l’impressione che per avere successo, devi allontanarti da casa e dimenticare in toto la tua vita precedente, focalizzandoti esclusivamente sul tennis, fin da giovane. Patrick crede a tutto ciò, ma il mio lavoro oggi è dimostrare che l’elite del tennis può essere raggiunta anche in maniera differente.” McEnroe prosegue, citando la sua esperienza e quella di John Isner: “ Sono consapevole che, se fossi stato spedito lontano dalla mia famiglia, dalla mia casa quando ero ragazzo, non avrei avuto nessun tipo di successo. E il fatto che il mio sistema possa funzionare è anche dimostrato dal nostro John Isner, il quale frequentava il college prima di dedicarsi al tennis. Vorrei soltanto proporre un’ opzione alternativa e sono sicuro che io e Patrick possiamo coesistere ed aiutarci l’un l’altro, per raggiungere uno scopo comune.”

Big Mac si è soffermato inoltre sulla scelta della città di New York, come luogo in cui metter su la nuova accademia :”Quando ero ragazzo e facevo parte di un’accademia mi ha aiutato molto il fatto di essere insieme a gente come Gerulaitis o Fleming, essendo cresciuti insieme tutto era più facile e ci aiutavamo a vicenda. Ma dopo mio fratello Patrick, nessun tennista professionista è mai arrivato da New York. Per questa ragione ho intenzione di far crescere la mia accademia proprio qui, sperando che possa nascere qualcosa di positivo in un processo che avrà comunque bisogno dei suoi tempi.” L’orgoglio e la grinta che mostrava nel gioco non manca di certo fuori dai campi :” Sono sicuro che i genitori daranno un’occhiata a ciò che sto costruendo. Sanno che io ho credibilità e metto passione in ciò che faccio, posso inoltre essere presente in maniera regolare e seguire il tutto attivamente. Sono convinto che possiamo farcela.”


Parere diverso è quello del fratello Patrick, che ha da poco disputato l’ultima gara di Coppa Davis come capitano, dopo 10 anni di attività. Dopo questa lunga parentesi, Patrick si concentrerà sul suo ruolo con l’USTA. Quest’ultimo ha detto alla CNN :” Il fatto che mio fratello sia coinvolto in questo progetto è molto positivo; abbiamo bisogno di campioni del passato per motivare i giovani, perciò penso che i nostri progetti possano lavorare in maniera parallela. Lo scetticismo di John sulla USTA non mi preoccupa, ma non posso negare che, per un verso sia ben fondato: recentemente abbiamo indotto degli importanti cambiamenti al nostro metodo e al nostro modo di pensare e sono sicuro che stiamo procedendo nella giusta direzione.” L’ex capitano di Davis continua inoltre parlando di processo a breve termine, per cui tutti potranno ammirare dei buoni risultati in tempi prossimi :” Sono compiaciuto e sicuro che il nostro lavoro porterà delle soddisfazioni in pochi anni.”


Sembra perciò che i due che in passato, come detto in precedenza, hanno avuto una difficile relazione per diversi anni, possano unire le proprie forze, pur con diversi ideali, che tra l’altro celano diverse filosofie di vita, per far risorgere il tennis Usa, mettendo da parte inutili pregiudizi e orgogli, concedendo il giusto peso al sistema da adottare. I fratelli Mc uniti per il bene comune, sembra più il titolo di un cartone americano, ma siamo sicuri che negli Usa, se tutto ciò porterà a buoni risultati, nessuno avrà il coraggio di protestare.
 

Danilo Princiotto

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker