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29/10/2010 14:47 CEST - Tennis in Asia

Il Pakistan
ritorna al tennis

TENNIS - Dopo le finali di Aisam-ul-haq Qureshi a Flushing Meadows, il tennis ha avuto un picco di celebrità in Pakistan, diventando uno dei primi sport per popolarità e uno strumento di pace. Ma la situazione internazionale mette ancora a rischio la sicurezza degli atleti. L'Itf ha mandato i suoi ispettori a Islamabad, ma all'orizzonte si profilano nuove e più minacciose nubi. Francesco Ferrando

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"Da che punto guardi il mondo, tutto dipende" diceva una canzone di Jarabe de Palo. Per molti il 2010 passerà alla storia come l'anno della tripletta slam di Rafa Nadal e dell'impresa di Francesca Schiavone a Parigi. Per il mondo asiatico, invece, è la stagione delle due finali di Aisam-ul-haq Qureshi a Flushing Meadows, nel doppio maschile e in quello misto. Un risultato senza precedenti per il Pakistan, dove il tennis è balzato ai primi posti per popolarità, strappando molti ragazzini al cricket e all'hockey su pista. Un'impresa, quella di Aisam, frutto di un'idea coraggiosa: la scelta dell'indiano Rohan Bopanna come compagno. Una coppia che si è fatta portavoce della fratellanza tra due popoli in perenne conflitto. Un pachistano musulmano e un indiano di religione hindu insieme nella vittoria e per la pace. Un po' come era successo in occasione del matrimonio di Sonia Mirza con il campione di cricket Shoaib Malik.

La sospensione dell'Itf

Sport e diplomazia s'incontrano sempre più spesso da queste parti e non sempre con un lieto fine. Lo scorso anno, a Lahore, un gruppo di uomini armati attaccò il pulman della nazionale di cricket dello Sri-lanka, causando la morte di cinque agenti di scorta e il ferimento di sei giocatori. Da allora la fortissima nazionale pachistana è stata costretta a disputare i suoi incontri in campo neutro e il paese è diventato off-limit per molte discipline internazionali, tennis compreso. Furono cancellati gli eventi junior in programma a ottobre e le squadre di coppa Davis di Oman, Hong Kong, Nuova Zelanda e Filippine si rifiutarono di scendere in campo a Lahore e Islamabad. La Itf dichiarò la sospensione delle manifestazioni sul territorio fino al permanere delle condizioni di rischio per gli atleti.

Una federazione tra gli scandali

Un colpo durissimo per la federtennis pachistana (Ptf), le cui casse si sono prosciugate al punto da mettere a repentaglio i campionati nazionali, l'ultimo evento di un certo livello rimasto ai tennisti locali. Come se non bastasse, alla crisi internazionale si è aggiunta interna allo sport. Il senatore Dilawar Abbas, presidente della Ptf - rieletto due anni prima per mancanza di avversari - è accusato dagli stessi giocatori di Davis di aver rinviato le elezioni federali di aprile con pretesti di ogni genere, impedendo il ricambio alla guida del movimento tennistico. Il ministro dello sport Ijaz Jakhran è intervenuto sciogliendo la federazione e dichiarando nuove elezioni, ma la Ptf è ricorsa presso l'Alta Corte di giustizia, riuscendo a far sospendere il provvedimento. Ognuno resta al suo posto, ma le voci critiche per Abbas non si placano: viene accusato da più parti di aver sistematicamene fallito, di non riuscire a dare l'appoggio necessario ai giovani talenti del paese. Lo stesso Qureshi ha deciso di fare a meno dell'aiuto della Ptf, scatenando l'indignazione dei sui connazionali nei confronti della federazione e dei suoi sponsor.

L'Itf manda i suoi ispettori

Il momento del tennis pachistano resta delicato. Come nel più tipico degli scenari pre-bellici, l'Itf ha inviato in Pakistan un ispettore per valutare le condizioni del paese. Ian Todd, consulente per la sicurezza, ha visitato le sedi di Davis di Islamabad e Lahore, nonché quelle dei tornei del circuito junior. Dall'altro lato, la Federazione internazionale si è mossa con un contributo di 1000 dollari all'astro nascente Samir Iftikhar, da poco entrato nei primi 250 delle classifiche Itf Junior. Il ministro dello sport Jakhran aveva fatto altrettanto a gennaio, destinando al giovane mezzo milione di rupie. Intanto Aisam-ul-haq Qureshi è diventato un eroe nazionale, ricevendo la medaglia d'oro al valore sportivo, ed è stato ricevuto dal governatore del Punjab e dal primo ministro.

Abbas si dice ottimista. «Siamo in grado di ospitare gli incontri senza alcun problema - ha dichiarato alla Reuters - confidiamo in una risposta positiva dell'Itf al più presto. É necessario per la promozione dello sport in Pakistan». Il presidente non esclude di chiedere un risarcimento di 100 mila dollari per il danno subito: «Siamo stati fortemente penalizzati per non aver potuto sfruttare il fattore casa in Coppa Davis».

Ma la questione è tutt'altro che risolta. L'Itf si limita a confermare la visita dell'ispettore, in attesa del rapporto dettagliato di Todd. Nel frattempo, spuntano altre nubi all'orizzonte e odorano di piombo. Il giorno stesso della conferenza stampa di Abbas, le truppe pachistane hanno violato il cessate il fuoco lungo la linea di controllo di Jammu, al confine col Kashmir, aprendo il fuoco contro gli avamposti indiani. Magari si trattasse solo di tennis.

Francesco Ferrando

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker