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18/11/2010 00:37 CEST - L'approfondimento

Erba: sensazione da provare

TENNIS - Se nasci in Italia e prendi una racchetta in mano è facile che ti sporcherai di terra. Ma non ti basterà. Ad un certo punto avrai voglia di provare a giocare sull'erba. Un'opzione è quella di diventare un campione e fare un salto a Wimbledon. Un'altra è quella di guardarsi attorno. Un po’ di storia della superficie più caratteristica del Tennis e i circoli nel nostro paese dove è possibile trovarla. Stefano Broccoli

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Il tennis ha origini piuttosto antiche. addirittura si ritiene che l’antica “Paume”, sviluppata in Francia ma praticata già ai tempi dei greci e dei romani, sia precursore del nostro sport. In realtà una disciplina più simile a quella di oggi nasce alla fine dell’ottocento in Inghilterra grazie all’iniziativa del sig. Walter Clopton Wingfield, un aristocratico inglese del tempo. Il quale appunto conierà il termine “Lawn Tennis” ovvero tennis giocato sui prati. Trascorrono pochi anni e viene organizzato il primo torneo del mondo, nel 1877 proprio sui campi in erba dell’ All’ England Lawn Tennis and Croquet club. Da lì il tennis si è diffuso e in tutto il mondo ed è stato praticato su tante superfici diverse ma il tennis giocato su erba ha rappresentato per anni e rappresenta tuttora un elemento unico di questo sport. Basti solo dire che fino alla metà degli anni settanta tre dei quattro tornei del Grande Slam si disputavano su campi di questo tipo:oltre allo storico torneo di Wimbledon, c’erano gli Australian Open (fino al 1987) e gli Us open(fino al 1974). E inoltre le caratteristiche di questi campi hanno esaltato i maggiori talenti della storia del nostro sport: da Laver, Newcombe e Rosewall a Bjorn Borg, Becker, Edberg, e gli americani Sampras e Mc Enroe fino a Roger Federer. La superficie erbosa, con i suoi rimbalzi bassi e imprevedibili, ha quasi sempre premiato chi la palla la sa trattare per davvero e possiede un tipo di gioco votato alla ricerca della rete e della variazione in back. Insomma il tennis su erba è stato spesso sinonimo di tennis spettacolare e dai notevoli contenuti tecnici.

Ma oggi diverse cose sono cambiate:due dei tornei citati (Australian Open e Us Open) si giocano su superfici sintetiche,la stessa erba di Wimbledon secondo molti è stata notevolmente rallentata e non ha più quelle caratteristiche di un tempo per favorire maggiormente lo scambio prolungato. Per motivi logistici e tecnici tutto si è evoluto verso una “standardizzazione”. Nonostante ciò l’erba mantiene ancora intatto il suo fascino tra gli appassionati, sia perché ha rappresentato la storia del tennis, sia perche è ormai una rarità vederla, anche a livello di tornei del circuito maggiore. E se è vero che sono diminuiti i campi in erba sparsi per il globo, a maggior ragione sarà difficile trovarne uno nel bel paese che, tradizionalmente, è da sempre legato alla terra battuta. Ma oltre agli elementi già citati e al fattore non irrilevante della latitudine, va detto che mantenere un campo di questo tipo in condizioni perfette (che è requisito essenziale per poter avere un rimbalzo quantomeno regolare) richiede degli investimenti notevoli. Difficile quindi sostenerli ma soprattutto rientrarci nelle spese visto che il manto erboso è un fondo “vivo” e di conseguenza, può essere sfruttato soltanto in determinati momenti dell’anno e necessita di lunghi periodi di riposo. Ma per gli appassionati italiani che vogliono provare l’emozione di giocare su di un campo in erba naturale, non tutte le speranze sono perdute. Nella “verde Umbria” Il Tennis Club Terni dispone di un campo in erba vera così come in Sardegna è presente nel “Forte Village” in provincia di Cagliari un campo in erba che fa parte di un’ottima struttura la quale vanta in tutto undici campi e organizza ogni anno delle Tennis Clinic con alcuni grandi del passato. Ma il vero gioiello è il “Tennis Club Casalicolo” posto a Gavardo in provincia di Brescia. In un incantevole scenario collinare a poca distanza dal lago di Garda, sorgono due campi in erba naturale tenuti perfettamente, dove annualmente viene organizzato anche un torneo open “Rodeo” della durata di due giorni. Insomma sebbene le strutture attrezzate non sono così numerose, le possibilità per gli appassionati di vivere un’esperienza tennistica così particolare ci sono. Prima di scendere in campo, se ne si ha l’opportunità, sarebbe perfetto munirsi delle scarpe con micro tacchetti da erba e soprattutto mettere a punto il gioco di volo ed il back che su una superficie così fanno ancora più la differenza!

Stefano Broccoli

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker