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29/12/2010 23:29 CEST - LA PROMESSA

Una Sharapova "Made in Italy"

TENNIS – Bionda e siberiana come Masha, la 14enne Ksenia Sharifova ha eletto San Remo come quartier generale grazie a un’intuizione di coach Fabio Lavazza, giovane e preparato tecnico della Bob Brett Academy. “Ha una marcia in più, ho fatto di tutto per portarla in Italia. E gioca già alla pari con la Savchuk…”. Ha rifiutato alcuni contratti di sponsorizzazione e si iscriverà a una scuola privata in Italia. Riccardo Bisti

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C’è una tesi giornalistica, supportata da alcuni dati, secondo cui i tennisti italiani debbano emigrare per esprimersi al massimo. E’ vero che Andrea Gaudenzi, Flavia Pennetta e Sara Errani hanno dovuto lasciare l’Italia per trovare la propria identità tennistica, ma è anche vero che in Italia ci sono luoghi dove si lavora molto e bene. Dopo una difficile parentesi in Spagna, la Schiavone ha tirato fuori il meglio di sè con Furlan e Barazzutti al Centro FIT di Tirrenia. In tanti conoscono il Matchball di Bra, dove Massimo Puci ha preso un piccolo Andrey Golubev e lo ha portato tra i primi 50 del mondo (e la sua carriera è ancora in fase ascendente…). Ultimamente si sta facendo conoscere la Future Talent di Brusaporto, quartier generale del promettente Laurynas Grigelis (e altri giocatori di ottimo livello). Ha scelto l’Italia anche un top-15 come Marin Cilic, che si allena a San Remo presso la Bob Brett Tennis Academy. Un luogo all’avanguardia, dove sono transitati e transitano diversi giocatori di livello. Proprio a San Remo si è stabilita una ragazzina destinata a far parlare di sé. La storia di Ksenia Sharifova, bionda e siberiana come Maria Sharapova, non è romanzesca come quella di Masha ma vale la pena raccontarla. Presso la Bob Brett Academy, agli ordini del maestro Fabio Lavazza, si allena una giovane russa (pure lei siberiana!), Vasilisa Aponasenko. La ragazza non è un fenomeno ma gioca bene: insomma, merita un progetto serio. Classe 1996, ha già una classifica ITF Under 18. In un torneo a Maribor, dove seguiva la Aponasenko, Lavazza ha incontrato la Sharifova.

“Ha una marcia in più”
“L’ho poi conosciuta meglio nelle settimane seguenti, dove ha facilmente vinto i suoi primi tornei Under 16” racconta Lavazza “Che dire? Ha una marcia in più. Da allenatore affamato di buoni giocatori, ho fatto di tutto per portarla a San Remo per un periodo di prova. Ksenia aveva bisogno di un posto dove sistemarsi: per bravura o per fortuna ci siamo trovati bene, e dopo la vittoria in due tornei Under 18 si è stabilita a San Remo per svolgere la preparazione invernale”. E così la piccola Ksenia (che tanto piccola non è, essendo già alta 1.75), accompagnata in Italia dalla madre, si è ritrovata a dividere il campo con gente come Maric Cilic, Yuichi Sugita, Olga Savchuk e Mate Pavic (n. 10 ITF Under 18). Non solo: a breve si iscriverà a una scuola superiore privata a San Remo per proseguire gli studi e imparare la nostra lingua.“E’ una ragazza grintosa e determinata” dice Lavazza “Questa è la grande differenza tra le russe e le italiane. Ultimamente lavoro con diverse russe e posso dire che sin da piccole sono più disposte al sacrificio, sia a livello fisico che mentale. Le italiane hanno bisogno di essere spinte. E poi in Italia, per investire al 100% sul tennis, vogliono subito riscontri immediati. Difficilmente chi perde al secondo turno della Lambertenghi si dedica poi al 100% al tennis. Invece le russe individuano l’obiettivo e lo inseguono con tenacia”. Sul piano tecnico, la Sharifova è una giocatrice che spinge da fondocampo, pur non avendo ancora un colpo “assassino” sa costruirsi i punti con sagacia. “Stiamo lavorando per migliorare ulterioramente in fase offensiva. E poi ha un’ottimo servizio per avere 14 anni: coglie già moltissimi punti con la prima”.

Gioca alla pari con la Savchuk
La Sharifova non ha un vero e proprio sponsor: ha rifiutato le “solite” proposte di molte aziende che puntano a spendere poco, magari con contratti quinquennali, per poi trovarsi un campione fatto e finito. I suoi introiti provengono dalla federazione russa e non si discostano molto da quelli elargiti dalla FIT per i migliori under italiani “Ma in Russia vengono dati solo alle prime tre di ciascuna annata, e sono uguali per tutte”. Nel 2011, la Sharifova si focalizzerà sull’attività Under 18 ma conta di fare le prime esperienze a livello WTA. Inizierà giocando alcuni tornei Under 18 “Grade 4” per poi provare a salire di categoria. “Il suo livello è già sufficiente per competere con le ragazze più grandi” continua Fabio Lavazza “L’idea è di entrare il prima possibile tra le top 100 per poi chiudere l’anno tra le prime 50”. L’attività professionistica sarà limitata per ancora un paio d’anni a causa delle norme WTA, che limitano il numero dei tornei fino ai 16 anni di età. “Per questo bisognerà tenere il piede in due scarpe, poi da una certa età in poi, se il livello lo consente, ci si può concentrare su un certo tipo di attività”. Fabio Lavazza è giovane, motivato e felice di avere questa importante occasione. Lo si capisce da come ne parla: “Non voglio sbilanciarmi, ma questa ragazzina con gli occhi da tigre siberiana gioca già alla pari con Olga Savchuk, top 150 WTA e qualificata all’ultimo Us Open…”. Insomma: se le rose fioriranno, potremo essere orgogliosi di aver contribuito alla creazione di una campionessa. Perché anche in Italia si respira aria (tennistica) buona.

Riccardo Bisti

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