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30/12/2010 14:23 CEST - PROFILI

Tulyaganova l'irosa Iroda

TENNIS - Vita, successi e declino di Iroda Tulyaganova, miglior tennista uzbeka di sempre. In Italia è ricordata per la collaborazione con Castellani ed alcuni match "epici" contro le azzurre. Campionessa junior di Wimbledon, ex numero 16 del mondo e vincitrice di 3 titoli WTA, la sua carriera è stata ben presto stroncata dagli infortuni. Ma vuole ancora riprovarci, fisico permettendo... Samuele Delpozzi

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Si fa un gran parlare, negli ultimi tempi, dei risultati dei tennisti (finto-)kazaki, capaci di stupire negli Slam e d'imporsi in tappe del circuito maggiore. Pfui.
Sì, pfui. Tsk. Tzè. Perché nelle steppe dell'Asia Centrale, i veri pionieri (nonché gli unici con un movimento degno di questo nome, al netto delle "campagne acquisti") sono i vicini uzbeki: grazie al presidentissimo Karimov – forse più noto per cosucce come brogli elettorali e violazione dei diritti umani, eppure autentico appassionato di tennis – la capitale Tashkent, unica nel "circondario", ospita fin dalla seconda metà degli anni '90 un torneo di livello mondiale.
E proprio della stella locale più brillante, unica capace di imporsi davanti al suo pubblico, ci vogliamo occupare oggi.

Dove, come... chi?
Nata a Tashkent il 7 gennaio 1982, Iroda Tulyaganova inizia a giocare a tennis a 9 anni spinta da papà Batir, che la porta con sé al circolo. Fisicamente potente, sviluppa subito un ottimo feeling al servizio – suo colpo prediletto assieme al rovescio bimane – armi che le consentono di trionfare addirittura a Wimbledon giovanile '99, un risultato senza precedenti per il suo paese. Pochi mesi dopo si piazza anche in semifinale all'US Open, dove conquista il titolo di doppio assieme alla ceka Daniela Bedanova.
Già tra le prime 200 a fine anno grazie ad un paio di vittorie ITF, è nel 2000 che inizia a far sentire il suo peso nel circuito maggiore: il 18 giugno, proprio nella sua città, conquista il primo titolo WTA della carriera, battendo 6-3 2-6 6-3 una una promettente ragazzina milanese, al secolo Francesca Schiavone. È la prima finale per entrambe, e non resterà l'ultima: ad ottobre Iroda si ripete a Shanghai, sempre sul duro, ma deve cedere di misura (7-6 7-5) a Meghann Shaughnessy.
Nonostante la sconfitta, è alle porte il periodo più proficuo della sua epopea. L'estate 2001 le regala due titoli sulla terra battuta, addirittura back-to-back: a Vienna travolge in finale la Schnyder, sette giorni dopo a Knokke-Heist si ripete sulla Leon-Garcia. Semifinalista a Linz e Rosmalen, sconfitta al terzo turno a Wimbledon, durante la stagione si prende anche gli scalpi di Henin, Clijsters, Dementieva (2 volte), Pierce e Myskina. A fine anno è numero 20, la "ova" meglio piazzata in classifica.
Il primo scorcio di 2002 la vede raggiungere altri buoni risultati – 3° turno in Australia, ottavi nei ricchi Tier I di Miami e Berlino – ed il 17 giugno, giorno seguente alla finale viennese persa dalla Smashnova, tocca il suo best ranking al numero 16.

La discesa...
Nella seconda parte della stagione il periodo dorato inizia a volgere al termine. Siamo a luglio, quando decide di saltare la tournée terricola post-Wimbledon... sì, la stessa che 12 mesi prima tante soddisfazioni le aveva regalato. Al rientro, direttamente sul cemento americano, fatica a trovare il ritmo causa tabelloni impervi: a New Haven gioca bene ma perde dalla Davenport, a New York spreca con la Dechy. Il bilancio finale dell'annata è negativo: 19 vittorie e 21 sconfitte, oltre 30 posti persi in classifica. A parziale consolazione, l'oro in singolare ai Giochi Asiatici, dove supera in finale la Tanasugarn.
Il 2003 si apre invece sotto i migliori auspici: altro gran match contro Lindsay a Melbourne (perso 7-5 al terzo), quindi finale a Hyderabad, quarti a Dubai, ottavi a Miami. Ottime anche le campagne rosse (quarti a Berlino, semi a Madrid) e verde (quarti a Rosmalen, 3° turno a Wimbledon), ma proprio sul più bello ecco la mazzata: brutto infortunio al gomito, operazione chirurgica e stop forzato di 14 mesi.
Da allora nulla sarà più come prima: ad eccezione della splendida fiammata dell'autunno 2006, quando in meno di 2 mesi recupera oltre 200 posizioni tutte d'un fiato – nell'ordine: semi a Calcutta, finale a Tashkent, semi a Shanghai e finale nell'ITF di Shenzhen – la sua fiamma va gradatamente spegnendosi, sempre più oberata dagli acciacchi. L'ultimo match in singolare lo disputa nel maggio 2008, eliminata dalla Bratchikova nei quarti del 25mila dollari di Togliatti. Un anno più tardi si concede ancora una passerella nel "suo" torneo, dove perde al primo turno di doppio assieme ad una giovane connazionale.
Da allora, il silenzio agonistico.

Iroda e l'Italia
Per quanto proveniente da un paese così lontano ed "esotico", i destini della Tulyaganova si sono spesso intrecciati con l'Italia. Due dei suoi quattro titoli WTA in doppio li ha conquistati proprio con partner azzurre – Giulia Casoni a Knokke-Heist 2000 e Silvia Farina a Strasburgo 2001 – oltre ad essersi allenata per un certo periodo a Perugia assieme ad Alberto Castellani: memorabili le sue imprecazioni in perugino stretto durante un combattuto match con Adriana Serra Zanetti a Wimbledon 2001 (poi vinto 6-3 6-7 6-2, per la cronaca).
L'incontro che probabilmente le ha dato la massima popolarità tra gli appassionati della penisola è però il 3° turno di Melbourne 2002 contro Rita Grande: tra tattiche Martin, fughe al bagno strategiche ed un bel po' di orrori più o meno gratuiti – come raccontato da Rino Tommasi in questo articolo – l'uzbeka si arrende 6-3 5-7 6-4, sepolta sotto una coltre di 82 nefandezze. In telecronaca, Gianni Clerici conia per lei il soprannome di "Iroda l'irosa", per via del contegno non proprio glaciale.
Quella è rimasta anche la volta in cui più si è avvicinata alla seconda settimana di uno Slam.

Miscellanea
Non particolarmente nota per la sua avvenenza, la Tulyaganova ha tuttavia almeno un paio di buoni argomenti per farsi ricordare dai tifosi: in questo senso può considerarsi una sorta di progenitrice di Simona Halep. Al contrario della rumena, però, non risulta che abbia mai tentato di ridurne la prorompenza.
Non particolarmente nota per la sua avvenenza, come detto, ma sicuramente simpatica: in questo video, girato in occasione del 20° compleanno, Iroda parla delle difficoltà di un ipotetico fidanzato a sopravvivere ad un incontro ravvicinato... col padre.

Presente... e futuro?
Ormai da tempo lontana dalle competizioni, l'uzbeka ha deciso di aprire una scuola di tennis nel suo paese. Nel frattempo si è anche sposata: a quanto pare ha risolto brillantamente il problema del precedente paragrafo.
Tornando al tennis, il ritiro ufficiale non è mai stato annunciato. Anzi, proprio in questo periodo è giunta notizia della sua iscrizione al 25mila dollari di Plantation, Florida, in programma dal 10 gennaio prossimo. Ma alla vigilia di Natale, purtroppo, è arrivata l'ennesima cancellazione.
Ce la farà a rientrare un'ultima volta? Se lo meriterebbe.

Samuele Delpozzi

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker