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06/01/2011 23:52 CEST - STORIE DI TENNIS

In Messico per tennis e per amore

TENNIS – Oliver Golding, promettente junior britannico (n. 4 ITF) si è trasferito in Messico per stare vicino alla fidanzata Carolina Betancourt. Ha staccato il cordone ombelicale con la ricca federazione britannica. “Ma in Messico si sta benissimo. E si mangia una bistecca deliziosa…”. Da bambino faceva l’attore, ma poi ha preferito il fascino di Wimbledon a quello dell’Oscar…Riccardo Bisti

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Oliver Golding e Carolina Betancourt hanno 17 anni, sono troppo giovani perché le loro azioni non siano dettate dai sentimenti. Lui è britannico, lei è messicana. Si sono conosciuti quando avevano 14 anni, durante un torneo junior, e si sono messi insieme. Sembrava una cotta adolescenziale, invece il rapporto si è consolidato tanto da convincere Golding ad abbandonare il suolo natio per spostarsi a San Luis Potosi, 400 km a nord di Città del Messico, per stare vicino alla fidanzata. Finalista allo Us Open Junior, Golding ha deciso di strappare il cordone ombelicale con la LTA (la federazione britannica) e affidarsi a due coach di stampo latino: il messicano Juan Carlos Baca e l’argentino Gustavo Perino. “Ho preso la decisione di trasferirmi a San Luis Potosi per avvicinarmi alla mia ragazza” racconta Golding, che ha anche un passato da…attore (è noto soprattutto per aver recitato la parte di Ewan in “The Adventures of Greyfriars Bobby”) “Però l’ho fatto anche perché avevo qualche problema in Inghilterra. Nel mio paese c’è una grande pressione sui giocatori. E’ normale, perché sono in attesa di un altro campione. E’ giusto, quel campione spero di essere io. Ma credo che oggi sia meglio stare lontano dalla pressione”. Oggi Golding è numero 4 del mondo nella classifica Under 18.

Grandi progetti
I risultati gli danno ragione. Dopo la finale allo Us Open ha conseguito risultati importanti: finale all’Eddie Herr, finale alla Copa Casablanca (un Grade A, importante quanto il Bonfiglio) e un buon quarto di finale a un Future messicano, in cui ha battuto un buon giocatore come Daniel Garza (n. 454 ATP). “Ho ottenuto questi risultati grazie all’aiuto dei miei attuali coach”, racconta come ad auoconvincersi di aver preso la giusta decisione. In realtà non deve essere stato facile tagliare i ponti con una federazione ricca come quella britannica. “Quando Oliver si è trasferito in Messico c’era un po’ di scetticismo, sia da parte del manager che del padre” racconta Juan Carlos Baca, allenatore presso il Club Deportivo Potosino “E’ stata necessaria una visita di mamma Sandra per rendersi conto che il progetto era buono ed avere l’ok definitivo”. Anche la LTA ha dovuto dare la sua benedizione, perché Golding riceve importanti contributi. Durante l’Orange Bowl alcuni federali inglesi si sono recati in Florida per parlare con i suoi allenatori. Ultimati gli aspetti burocratici, adesso ci si attendono grandi risultati. L’obiettivo per il 2011 è diventare numero 1 ITF Under 18 e vincere almeno una prova del Grande Slam (magari il tanto agognato Wimbledon, che tra i Senior sfugge ai britannici dai tempi di Fred Perry). Non è escluso che ce la faccia, anche perché la vita in Messico è molto più semplice. “Ma si, la gente è molto più rilassata, ci si diverte di più. Mi piace molto la cucina, il mio piatto preferito è la bistecca. E quando sono a San Luis, faccio carte false per andare a vedere i Gladiadores, la squadra di calcio della città”. Il tutto senza mai allontanarsi dall’amata Carolina, numero 819 WTA. Non è detto che un giorno diventeranno marito e moglie, ma questa è una scelta molto importante l’hanno già fatta.

Wimbledon meglio di Hollywood
Golding è uno che si è sempre preso le proprie responsabilità. Uno che non ha paura a prendere decisioni forti. Quella di andare in Messico non è nulla in confronto a quella di giocare a tennis quando aveva la strada spianata come attore. La sua prima apparizione sulle schermo risale a quando aveva due anni, in uno spot per una marca di automobili. Ma quella che ricorda più spesso è una specie di “pubblicità-progresso”, in cui raccontava le malattie che si possono trasmettere con un semplice bacio. “Ogni volta che ci penso mi viene un forte imbarazzo…”. Ma poi ha deciso che Wimbledon lo affascinava più dell’Oscar. “Credo che il mio passato da attore mi possa aiutare. Per giocare un grande match di tennis bisogna trovarsi a proprio agio davanti a un folto pubblico. Però può anche essere un ostacolo, visto che ho meno remore a mostrare i miei stati d’animo, compresi quelli negativi. E’ qualcosa su cui sto lavorando. E comunque mi piace pensare di essere più bravo come tennista che come attore. Ho sempre preferito giocare a tennis. Fare l’attore può essere molto noioso, meglio stare all’aria aperta”. La stessa aria aperta che c’era nel giardino dietro casa Golding, a Richmond, dove per anni il buon Oliver si è allenato a lungo sotto la guida di mamma Sandra, single coraggiosa che ha sempre creduto nel figlio. Gli abitanti del posto, persino il Consiglio Comunale, si lamentavano del rumore delle palline, ma poi hanno perso la causa e si sono dovuti ricredere. Chissà se si ricorderanno di questa storia se Oliver dovesse diventare un campione….

Riccardo Bisti

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