ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > "Parco Sempione" a Melbourne

16/01/2011 09:16 CEST - Australian Open

"Parco Sempione" a Melbourne

TENNIS - Milano - Melbourne: diario di un viaggio infinito alla volta dello Slam più lontano: la concezione araba dello "sfamare", i Mc Donald's di Dubai, le leggi antidroga di Singapore, la rilassatezza australiana e le prime sensazioni di una città in piena estate. da Melbourne Enrico Riva

| | condividi

"Piantala con sti bonghi, non siamo mica in Africa" cantava Elio qualche tempo fa, probabilmente ignaro che il governo australiano lo sostenesse compatto. Ma partiamo dal principio..

Ci sono molte soluzioni per raggiungere l'Australia tra cui quella che prevede la prima classe e solamente uno scalo. Non il nostro caso. Partenza da Milano giovedì 13 di primo pomeriggio con la luce che rapidamente abbandona il campo, avvantaggiata dalla traiettoria orientale del volo. L'aereo schiera un inedito 2 4 2 che avvantaggia il gioco sulle fasce ma crea un mostruoso caos al centro con bambini e passeggeri che hanno esagerato durante le feste sottoposti a notevoli limitazioni di spazio. Emirates offre una vasta gamma di strumenti ricreativi nei minuscoli schermini incastonati agli schienali: film, serie televisive, album e giochi elettronici. Una mezzoretta passa rapidamente mentre rispolvero il mitico tennis for two degli anni sessanta.

E se da un lato tanto materiale tende a distarre da propositi di sonno, il colpo di grazia all'appuntamento con la nanna si manifesta sotto forma di cibo. Che sia una forma di ospitalità araba o semplicemente il servizio pensato da Emirates sta di fatto che con una frequenza familiare solo ai maialini da latte il vitto fa costantemente capolino sulle ginocchia dei passeggeri; che sia l'aperitivo, il pranzo vero e proprio o uno spuntino, mettetevi il cuore in pace, con Emirates non morirete di fame!

Ci vogliono circa sei ore per arrivare a Dubai, dove è ovviamente notte fonda. L'areoporto ti accoglie in pompa magna, chè negli Emirati poco importanta se sia giorno o meno, la parola d'ordine rimane comunque "vendere". All'1 di notte ci sono almeno cinquanta persone intente a comprare oro e gioielli; altrettante fanno avidamente scorte di alcool e sigarette mentre Mc Donald's e Burger King sfornano incessantemente hamburger halal e patatine halal. Non manca dove bersi una birra se si desidera ma il prezzo esorbitante di 10 euro la pinta spinge a valutare l'ipotesi "astemio". 

Mentre l'alba improvvisamente fa capolino sul cielo di Dubai si riparte alla volta di Singapore. Per la seconda tappa il volo sceglie una formazione 3 4 3, mostrandosi più democratico nel fornire "discomfort" ai passeggeri. E' l'inizio di quella che sarà una sensazione costante di tutta l'esperienza altrimenti conosciuta come la fase "che diavolo di ore sono?". Lasciamo gli EAU alle 9 del mattino e con sole sei ore di volo siamo a Singapore in piena notte. Il problema è che alla fine non sai quando dormire e se solo prendi la risoluzione di fregartene di luce e buio le hostess intervengono con un vassoio di libagioni. Singapore è una tappa intermedia. Quelli che devono scendere veramente sono il pilota e le hostess: i passeggeri ne approfittano per sgranchirsi le gambe ma risalgono compatti sul vettore. Il pilota regala una piccola perla prima di scendere: "Signore e signori vi ricordiamo che le leggi di Singapore sono molto severe in termini di droghe e che si rischia fino alla pena capitale". Parafrasi: se vi siete malauguratamente portati una canna meglio che la lasciate in aereo se non volete rischiare il gabbio.

Si riparte per Melbourne a cui mancano sette ore circa. Si farà tempo a mangiare un paio di volte per intendersi. L'aereoporto australiano di colpo si anima di una massa di zombie puzzolenti in fila indiana pronti a consegnare passaporto e questionario al doganiere di turno. Si perchè per entrare in Australia ci vuole l'autocertificazione: una decina di domande a cui è meglio augurarsi di avere "no" come risposta. Tra cui: "Hai con te cibo? Hai con te semi? Sei stato in una fattoria negli ultimi 30 giorni?". E, per tornare a noi, "Hai con te oggetti di pelle e legno?" Che viene da chiedersi come facevano i tennisti negli anni '60 a entrare con il loro equipaggiamento...E non vi venga in mente di rispondere il falso che tanto prima di uscire dal terminal verrete passati al microscopio. Voi e i vostri bagagli. Il rospo di Bart è ormai solo un ricordo.

Ricapitolando: 32 ore di volo e di insonnia ripagate però dal regalo più bello. E' piena estate infatti a Melbourne e pantaloncini e infradito sono la divisa di ordinanza. In città è tempo di saldi (estivi) e i locali sono affollati di gente che si gode sole e birra all'aperto. La sensazione di essere sotto sopra è così estraniante che ogni volta che qualcuno o qualcosa nomina l'estate il primo pensiero è a 6 mesi a questa parte. Sono le 10 di sabato mattina e mentre il grosso del viaggio sembra alle spalle arriva la sfida più dura: rimanere svegli. Si perchè se si va a letto ora si passerà la notte insonni e così via entrando in un circolo vizioso con prospettive devastanti. E allora in giro per la città, tra salami di canguro e bancarelle zeppe di albicocche e ciliegie, circondato da una popolazione dall'apparente età media di 20 anni. Nove ore di passione tra un grande magazzino ed una bancarella di cibo in attesa di potersi schiantare nel letto verso le 19. La ricompensa: lunedì iniziano gli Australian Open e per una volta nella vita non avrò con me il telecomando.

 

 

Enrico Riva

comments powered by Disqus
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti