ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > Soderling, pronto al grande salto?

24/02/2011 14:53 CEST - L'ARGOMENTO

Soderling, pronto al grande salto?

TENNIS - Il più in forma del circuito è senza dubbio Robin Soderling. Tre vittorie su quattro tornei, diciassette successi e una sola sconfitta. Ma non avrà giocato troppo? Sta gestendo la sua stagione come un giocatore determinato a conquistare vittorie importanti? Analizziamo la sua programmazione e gli obiettivi da conquistare per l’agognato salto di qualità. Claudio Giuliani

| | condividi

Robin Soderling si sarà accorto di essere numero quattro del mondo? Mentre i big riposavano, in attesa del cemento all’aperto americano, primo vero banco di prova, lui è andato a giocare ulteriori quattro partite a Marsiglia, vincendo il torneo, e portando il suo score 2011 a 17 match vinti su 18 disputati. Proprio quella sconfitta però è a nostro giudizio indice di una lacuna dello svedese, una deficienza che andrà colmata al più presto se Pistolesi vorrà vederlo sollevare un trofeo di quelli importanti. Un numero quattro del mondo non può perdere da Dolgopolov. Se non altro, non in quella maniera. Venire battuti da un giocatore che ha una marcia in più ci può stare. Ma lo svedese, dotato di una velocità di palla superiore rispetto a quella dell’ucraino, deve accettare che match del genere si perdono solo per colpa propria e che, un campione, sa vincerli anche quando non è in giornata.

Questo pone l’accento sul salto di qualità che Claudio Pistolesi sarà chiamato a far fare al suo fresco allievo. Quali sono gli obiettivi stagionali di Soderling? Inanellare il maggior numero di vittorie nei tornei (nove i successi fin’ora)? Inseguire altre vittorie in tornei minori come quella di Marsiglia non aggiungerebbero niente di clamoroso al suo palmares? Ecco che quindi a nostro giudizio la programmazione di Soderling dovrebbe porre al centro della sua attività la conquista di un titolo dello Slam, un obiettivo che è alla sua portata, almeno a Parigi. Al Roland Garros 2011 Robin dovrà difendere la finale dello scorso anno, persa malamente contro Roger Federer. Malamente perché Soderling ha subito la classica sindrome dell’appagamento, avendo superato nel torneo, in precedenza e contro il pronostico, Nadal. La storia del tennis “tifava” per la vittoria dello svizzero. In tantissimi sapevano già prima della partita che Federer avrebbe vinto perché “doveva” vincere lui, almeno per cercare di riequilibrare il duello con Nadal. Ci può anche stare. Non ci può stare che Soderling stesso abbia dato il suo inconscio assenso alla vittoria, disputando un match che lo ha visto in campo molto scarico dal punto di vista psicologico nella partita che più di tutte l’avrebbe dovuto vedere carico in campo. Il lato positivo della vicenda è che potenzialmente lo svedese è capace di cogliere risultati di questo livello.

Deve quindi migliorare in alcuni aspetti. Non ci hanno convinto appieno le ultime scelte in fase di programmazione. Soderling è stato già troppo in campo ed è parso oltretutto al 100%. Non si è confrontato con i big, con i quali necessariamente devi competere se vuoi conquistare qualcosa di importante. Quando in palio ci sono gli Slam, in semifinale e in finale ti trovi di fronte i Federer e i Nadal. Meglio quindi confrontarsi con loro quanto più possibile per mettere in cascina esperienza e consapevolezza da utilizzare quando serve. Almeno se si hanno aspirazioni di vertice. Il 10 marzo inizierà il torneo di Indian Wells. Si comincerà a fare sul serio per far valere quei valori che in Australia spesso vengono sovvertiti (è il torneo dello Slam dove più spesso accadono sorprese nelle vittorie finali). Soderling ci arriva con 18 match sulle gambe. È il top ten che ha giocato di più (Federer 11 incontri, Nadal 9, Djokovic 7, Murray 8, Ferrer 11, Berdych 13, Roddick 14, Verdasco 11, Melzer 8) e sebbene abbia vinto tre tornei, non ha incrociato nessuno dei big. Quando poteva farlo, questa settimana a Dubai, ha preferito riposare. Arriverà quindi ad Indian Wells dopo essere stato impegnato in Coppa Davis contro la Russia.

Sicuramente Pistolesi ha un compito arduo. Cercare di trasformare un gregario della racchetta in un campione. È un’impresa difficile per il coach romano, lui che non ha mai vissuto da protagonista un tennis del livello del suo allievo. Per fare questo Pistolesi dovrà lavorare soprattutto dal punto di vista psicologico, facendo conquistare al suo allievo la consapevolezza di sé. Solo così Robin potrà vincere match come quelli persi a Parigi. Claudio sarà chiamato quindi ad aggiustare una programmazione che consenta a Soderling di essere sempre al 100% negli appuntamenti che contano, risparmiando alle ginocchia inutili tornei come quello vinto in Francia. Il salto di qualità dello svedese passa anche da questi dettagli. Vedremo come Pistolesi, che immaginiamo attualmente molto soddisfatto sia dell’inizio della sua nuova avventura (tre tornei vinti sono pur sempre tre tornei a prescindere dalla caratura) sia della migliore risposta che poteva dare, ovvero le vittorie del suo assistito, a chi lo ignora deliberatamente macchiandosi di disonestà intellettuale e di provincialismo, gestirà questo nuova sfida a livello di coaching. Siamo sicuri che lui adora sfide di questo genere da quel gran lottatore che era.

Claudio Giuliani

comments powered by Disqus
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi

Fotogallery a cura di Giacomo Fazio

Ubi TV

Ana Ivanovic visita il Wild Wadi Water Park

Quote del giorno

"Il tennis non è una questione di vita o di morte. E' molto di più"

David Dinkins, ex sindaco di New York, colui che impose agli aerei di non passare sopra Flushing Meadows durante lo Us Open.

Partnership

Sito segnalato da Freeonline.it - La guida alle risorse gratuite