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02/03/2011 23:42 CEST - Tennis e MSG

C'era una volta al Garden

TENNIS - In un omaggio all'arena sportiva più famosa di New York e forse del mondo intero, ripercorriamo alcuni degli episodi tennistici che hanno avuto come teatro il Madison Square Garden, in attesa che il tennis vero ritorni in questo luogo che profuma di storia. Vanni Gibertini

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Madison Square Garden
Madison Square Garden

La disputa del quadrangolare di esibizione BNP Paribas Showdown di martedì scorso ha sicuramente rinverdito nella memoria degli appassionati di tennis, soprattutto quelli un po’ più attempati, i fasti dei grandi appuntamenti tennistici che nel corso della storia sono stati ospitati al Madison Square Garden di New York. Questa iconica arena, infatti, ha fatto da cornice ad alcune delle più memorabili sfide della storia del tennis contemporaneo, ed ha rappresentato per un lungo periodo la sede del Master di fine anno sia per il circuito maschile sia per quello femminile.


Quando, nel 1970, il circuito maschile cominciò a disputare una competizione di fine anno per i migliori 8 giocatori della stagione, la manifestazione fu inizialmente di carattere itinerante, con le prime 7 edizioni disputatesi in altrettante diverse sedi. Fu solamente nel 1977 che il cosiddetto Master di fine anno (che all’epoca veniva giocato durante il mese di gennaio-febbraio dell’anno successivo) approdò al Madison Square Garden e lì rimase per ben 14 stagioni. Nel 1990, infatti, un po’ a causa della secessione dell ATP, che cominciò a gestire il circuito in proprio ribellandosi al potere della Federazione Internazionale, un po’ per capitalizzare il grande interesse per il tennis provocato da campionissimi come Boris Becker e Steffi Graf, il Master dovette abbandonare la sua sede newyorkese e si trasferì alla Festhalle di Francoforte. In realtà la competizione finì anche per dover cambiare nome (diventando ATP Finals) perché la Federazione Internazionale aveva brevettato la dicitura “Master”, e quindi in un certo senso l’espressione Master rimase al MSG cui è intrinsecamente legata, almeno dal punto di vista tennistico.


Tra i capitoli tennistici più memorabili tra quelli accaduti al Garden durante il periodo di permanenza del Master ricordiamo:
- nel 1980 l’ira di Connors che diede del codardo (“chicken”, ovvero pollo) a Lendl il quale perse di proposito contro di lui l’ultimo incontro del girone eliminatorio al fine di evitare Bjorn Borg in semifinale;
- nel 1985 la sconfitta di John McEnroe contro Brad Gilbert durante il round robin, sconfitta che convinse Mac a prendersi una pausa a tempo indeterminato dal tennis: “Se perdo con uno come quello lì – dichiarò laconicamente in conferenza stampa - devo seriamente pensare al motivo per cui continuo a giocare”;
- la finale del 1988, quando dopo quasi 5 ore di battaglia Boris Becker riuscì a prevalere su Ivan Lendl solamente per 7-5 al tie break del quinto set, con l’ultimo punto deciso da un nastro vincente in favore del tedesco dopo uno scambio mozzafiato di ben 37 colpi.


Anche l’evento conclusivo del circuito femminile, quello che oggi si chiama il WTA Championships, approdò al Madison nel 1977 dopo un inizio itinerante. Tuttavia mentre gli uomini lo elessero immediatamente a dimora fissa del Master di fine anno, le donne ebbero bisogno di una “scappatella” a Oakland nel 1978 prima di decidere di “mettere su casa” a New York a partire dal 1979. La pausa di riflessione evidentemente giovò al rapporto, in quanto le ragazze rimasero al Madison per ben 22 edizioni, fino a quando nel 2001 seguirono gli uomini in Germania, traslocando alla Olympiahalle di Monaco.


La formula della competizione femminile era leggermente diversa da quella del torneo maschile: si qualificavano le prime 16 giocatrici del ranking, anziché le prime otto, per dar vita ad un torneo ad eliminazione diretta che, per 16 stagioni (dal 1984 al 1998), ha avuto come suo epilogo l’unico match femminile dell’anno disputato al meglio del 5 set. In tre occasioni le protagoniste della finale arrivarono a disputare 5 set: nel 1990, quando Monica Seles ebbe la meglio su Gabriela Sabatini per 6-4, 5-7, 3-6, 6-4, 6-2 in una delle migliori partite di quella stagione; nel 1995, quando Steffi Graf superò la connazionale Huber; e nel 1996, quando sempre la Graf schiantò per 6-0 al quinto una sedicenne svizzera dal nome di Martina Hingis.


Ubicato nel cuore di New York, sulla 8th Avenue tra la 31esima e la 33esima strada, il Madison Square Garden è facilmente riconoscibile nelle panoramiche dall’alto in quanto è l’unico edificio circolare che si incastra nello schema degli isolati rettangolari che caratterizzano l’isola di Manhattan. Questa struttura rotonda fa sì che gli spettatori circondino l’arena centrale a creare un effetto avvolgente che avvicina il pubblico all’evento, tanto da far sembrare un’arena da quasi 20.000 posti un luogo “intimo” per gli eventi sportivi ed i concerti che vi si disputano. Tutti i grandi artisti di fama internazionale prima o poi nella loro carriera si sono esibiti al Madison; innumerevoli campionati mondiali di pugilato si sono disputati sul suo ring, così come finali di basket NBA e di hockey NHL. Una delle particolarità del Madison è quella di essere l’unica arena sportiva negli USA a non avere un parcheggio dedicato: al Garden si può arrivare in taxi, a piedi, in metropolitana ed in treno. Infatti, sotto la struttura dell’arena principale si trova la Pennsylvania Station, una delle stazioni ferroviarie di New York che funge da capolinea per le linee regionali verso est, nella quale transitano oltre un milione di persone ogni giorno.


Con la sua costruzione che risale al 1968, il Madison Square Garden è uno degli impianti più vecchi degli USA, e nei prossimi due anni subirà una serie di trasformazioni per un investimento totale di $850 milioni che gli consentiranno di rimanere alla pari con le altre arene indoor che sono state costruite o che saranno costruite nella zona di New York, come il Prudential Center di Newark inaugurato un paio di anni fa o il Barclays Center in corso di costruzione a Brooklyn.


Come dichiarato da McEnroe martedì sera dopo il suo incontro con Lendl “In sintesi, questa è la migliore arena del mondo. E’ una cosa buona che il tennis sia tornato qui”. Per il momento il BNP Showdown sembra essere una tradizione che si va consolidando, anche se il suo valore tecnico è sicuramente molto ridotto. Come già riportato nell’intervista all’organizzatore Jerry Solomon, è decisamente complicato trovare una data per far tornare il tour che conta a New York, specialmente perché il pubblico della Grande Mela difficilmente si accontenterà di un torneo di secondo piano, abituati come sono al grandissimo tennis che possono godersi ogni anno a Flushing Meadows. Forse ci vorrebbe un campione americano nei top 5 per dare la spinta decisiva, ma noi speriamo che non sia necessario: il tennis ed il Madison possono fare grandi cose insieme.
 

Vanni Gibertini

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