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28/02/2011 12:00 CEST - Approfondimenti

Pronto casa Murray? C'è Andy?

TENNIS – Dopo la finale persa malamente in Australia con Djokovic, la brutta sconfitta al primo turno di Rotterdam con Baghdatis ed il forfait al torneo di Dubai, c'è attesa per il ritorno di Murray alle gare nei Masters 1000 nordamericani di Indian Welles e Miami. Le curiose analogie con il 2010 e la necessità di dare subito una risposta convincente. Enzo Cherici

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Signore e signori, benvenuti a “tutto il tennis minuto per minuto”. Notizie dagli altri campi: dopo l'infortunio subito a Melbourne, Nadal è annunciato sulla via del completo recupero e lo rivedremo presto in campo, prima in Coppa Davis e poi nei Masters 1000 nordamericani. Djokovic non perde una partita dalla semifinale del Master di Londra, stravincendo l'Australian Open e Dubai: è ancora imbattuto in questo 2011 e se continua così non si vede chi possa superarlo a Indian Wells e Miami. Federer, nonostante tutto, ha pur sempre vinto a Doha e raggiunto semi e finale in Australia ed Emirati Arabi, sempre perdendo contro il più grande Djokovic di sempre. Soderling ha giocato quattro tornei, vincendone tre: unico in grado di “abbagliarlo” in questo scorcio di 2011 il sorprendente Dolgopolov ammirato nella terra dei canguri. Nel mentre, Del Potro sta pian piano tornando ai livelli che più gli competono; Almagro e Ferrer stanno dominando la stagione sudamericana sulla terra battuta, e un giovane come Raonic è stato capace di confermare le ottime cose mostrate all'Australian Open, con la prima vittoria in un torneo Atp, subito bissata da una finale nella settimana seguente.

E Murray? Non pervenuto. Lo avevamo lasciato in quel di Melborne, dov'era stato piallato senza riguardo da quella simpatica canaglia di Djokovic in una finale senza storia. Poi una fugace apparizione (con altra stesa, stavolta da Baghdatis) a Rotterdam, dopodiché più niente.
La sua programmazione iniziale prevedeva la partecipazione al ricco 500 di Dubai, ma lo scorso 16 febbraio è arrivata la rinuncia per un non meglio precisato problema al polso. Infortunio diplomatico? Come diceva il Divo Giulio “a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Di certo, subito dopo la débâcle di Rotterdam contro Baghdatis, fu proprio Murray ad affermare che avrebbe dovuto prendersi una lunga pausa per superare la dura sconfitta in finale agli Australian Open: "Devi trovare il giusto equilibrio, devi essere sicuro di iniziare un torneo credendo di poterlo vincere e forse io non mi sento ancora così”.

Intanto, anche i grandi del passato hanno trovato il modo di parlare di lui. Particolarmente significative (e belle) le parole del leggendario Rod Laver: “Il primo Slam è probabilmente il più difficile da vincere, ma Andy non deve permettere che gli inglesi lo considerino un fallito, cosa che certamente non è. So che inglesi e britannici vogliono che vinca tornei del Grande Slam, e lui è ad un passo dal vincere il primo. Andy è un campione già di suo. Queste tre finali nei tornei del Grande Slam gli hanno dato esperienza, che serve per giocare contro i migliori giocatori. Non credo che si debba vergognare di come sono andate”.
Meno accomodante nel suo giudizio Pete Sampras che, pur riconoscendo i grandi mezzi tecnici di Murray, ne critica l'atteggiamento troppo passivo in campo: "Sembra che Andy si diverta molto nello scambiare e difendersi da fondo. Ma se hai intenzione di vincere uno Slam devi far sì che ciò accada. Novak Djokovic, ad esempio, è aggressivo e martellante col suo dritto mentre Murray è troppo passivo. Ragazzi come Djokovic e Federer in una finale non hanno intenzione di perdere. Andy può battere molti giocatori giocando nel modo in cui ha giocato fino ad ora ma per vincere ha bisogno di premere sull'acceleratore, di fare qualcosa in più. Ma vincerà anche i tornei più importanti, è un grande atleta e si muove bene".

Lui nel frattempo si è segnalato per una twitterata sullo scambio di capocciate tra “Ringhio” Gattuso e Joe “Squalo” Jordan (Che bella testata si è preso Joe Jordan! Proprio sul naso, ci avrà visto rosso. Non posso credere che il Milan non abbia avuto un cartellino rosso!) e per l'interruzione della partnership commerciale con la compagnia di acque minerali Highland Spring, iniziata nel 2006 e che gli fruttava la bellezza di un milione di sterline all’anno.

E ora? Bisognerà soprattutto fare attenzione a non ripetere gli errori dello scorso anno. Ricordate? Anche nel 2010 fu finalista dell'Australian Open. Non giocò una brutta finale, ma beccò un Federer stellare. Sfiga. Anche quest'anno ha trovato il migliore Djokovic di sempre (sfiga doppia), ma stavolta c'ha messo tanto del suo, giocando una partita tremebonda dall'inizio alla fine, per certi versi incomprensibile.
Lo scorso anno i postumi del dopo-Australia furono tremendi. Da Dubai alla vigilia di Wimbledon, Murray ha giocato 19 match in cinque mesi, con 11 vittorie e ben 8 sconfitte: da Tipsarevic a Dubai, Soderling a Indian Wells, Fish a Miami, Kohlschreiber a Monte Carlo (6-2, 6-1!), Ferrer a Roma e Madrid, Berdych al Roland Garros e ancora Fish al Queen's. Caporetto o Waterloo? Fate voi.
In questa catastrofe, un dato in particolare balza all'occhio. In tutta questa serie di tornei, Murray è stato capace di battere un solo top 30: Baghdatis (casualmente numero 30) a Parigi. Con tutto il rispetto per Rod Laver, un po' pochino per un potenziale campione di Slam.
Da Wimbledon in poi, le cose hanno ripreso ad andare abbastanza bene, con la semifinale a Church Road e due vittorie nei Masters 1000 (Canada e Shangai), intervallate però dal flop allo Us Open.

Quest'anno, però, Andy non può permettersi di ripiombare in un letargo come quello dello scorso anno. I suoi colleghi della parte alta del ranking non sembrano minimamente intenzionati a mollare nulla. Senza contare che anche dalle retrovie iniziano ad intravedersi le poco rassicuranti figure di gente come Del Potro o Raonic, tipini che potrebbe incontrare addirittura nei primi turni nei Masters 1000 nordamericani e contro i quali sarà bene farsi trovare a posto sia a livello fisico che mentale.

Di buono c'è che nei prossimi mesi avrà pochissimi punti da difendere. Bisognerà però che si scrolli definitivamente di dosso i fantasmi di queste finali perse malamente. Da subito. Perché lui ha bisogno di ritrovare punti e vittorie importanti. Ma anche il tennis ha bisogno del miglior Murray. Coraggio Andy, ti aspettiamo.
 

Enzo Cherici

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