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06/03/2011 20:28 CEST - Il personaggio

Quando Jelena vinse Roma..

TENNIS- Un vecchio articolo di Ubaldo sulla vittoria della Dokic agli Internazionali d'Italia, nel 2001.. uno degli ultimi titoli prima del ritorno alla vittoria, a Kuala Lumpur, oggi (2-6 7-6 6-4 a Lucie Safarova).  E un altro ritratto del 2009, dopo il ritorno. In mezzo, le dichiarazioni delle sue colleghe. Ubaldo Scanagatta

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Jelena Dokic ha vinto il torneo di Kuala Lumpur battendo in finale Lucie Safarova in rimonta con il punteggio di 26 76(9) 64, mettendo fine ad un digiuno di vittorie che durava da otto anni e mezzo. E' il suo sesto titolo WTA in totale, nel 2002 aveva vinto a Sarasota e a Birmingham.

La Dokic, che in Malesia aveva battuto la Schiavone al primo turno, aveva già dato segni di ripresa a Parigi, dove raggiunse i quarti di finale, perdendo poi da Kim Clijsters.

Questa vittoria riporta l'australiana tra le prime 60 giocatrici del mondo.

21 maggio 2001

ROMA _ Una vita travagliata, 3 Paesi diversi a contendersela o a rigettarla, ma ha appena 18 anni e un mese e a Roma _ma lo diventerà anche altrove _ è già una campionessa. Lo è grazie a suo padre, e lo è nonostante suo padre, il terribile Damir che ama la figlia e il tennis non meno dell’alcool e che finora aveva conquistato sui giornali di tutto il mondo, e proprio negli Slam, molti più titoli della figlia enfant-prodige.

Ne aveva per tutti e per tutti i gusti: <Gli australiani sono razzisti e fascisti: hanno ucciso gli aborigeni come fossero conigli. Dei figli di criminali e prostitute non possono dar vita a un Paese sano. La Wta e l’US Open? Un’organizzazione criminale che lavora in un posto sporco e comunista…New York? E’ un posto che puzza ma dove si può fare del buon shopping. Wimbledon e l’Inghilterra (dopo essere stato arrestato a Birmingham ubriaco 2 anni fa e cacciato da Wimbledon lo scorso anno per lo stesso motivo)? Un Paese fascista in cui solo la Regina è per la democrazia>.

Insomma ce n’è per tutti gli Slam. E difatti Damir è riuscito a farsi cacciare da tutti, più o meno allo stesso modo. Il suo Grande Slam lui lo ha realizzato così.

Ma Jelena non si è fatta distrarre dalle sue intemperanze, e restandole fino ad oggi sempre fedele (<E’ il miglior coach che io possa avere, il solo di cui mi fidi!> dice oggi…ma per quanto lo dirà se le cose dovessero andarle meno bene?) la ragazzina serba è andata avanti per la sua strada. Era n.23 prima del torneo, da oggi sarà n.17 e per la prima volta una top-20. <L’obiettivo era diventare n.15…ma ora anche salire fra le top10 non mi sembra davvero impossibile>.

Non aveva mai giocato la finale d’un torneo Wta. Ma, come avevo consigliato ieri agli scommettitori, le è bastato disputarne una, sebbene proprio contro una tennista come Amelie Mauresmo _ che aveva appena battuto per la seconda volta in 7 giorni la n.1 del mondo _ per iscrivere il proprio nome in un albo d’oro d’indubbio prestigio.

<Amelie era favorita, ma perdendo il primo set ha perso anche la fiducia…>.

Per la Mauresmo è stata soltanto la terza sconfitta dell’anno. Il ghiaccio è rotto, chissà quanti tornei seguiranno nel palmares di Jelena Dokic, figlia d’un camionista e d’una fornaia nati in Serbia.

Dopo essere emigrata in Australia _ dove le avevano fatto ponti d’oro perché restasse, senza al tempo stesso farla mai sentire a casa propria nè davvero accettarla nonostante la cittadinanza _ Jelena adesso risiede nel Paradiso della Florida, a Tampa vicino a Saddlebrook e all’Accademia di Hopman dove si allena Jennifer Capriati.

Chissà se, allo scadere dei 5 anni obbligatori, anche Jelena prenderà la cittadinanza americana come fecero a suo tempo Martina Navratilova e Monica Seles. Basta farne un piccolo accenno e Jelena, al solo nome della Seles, esce per un attimo dalla sua naturale introversione e ammicca: <Monica è sempre stato il mio idolo>.

Una piccola confessione anticipata delle sue intenzioni? La Dokic, 18 anni e 1 mesi, si inserisce all’ottavo posto nella lista delle campionesse più giovani al Foro Italico. Tracy Austin è la reginetta delle enfant-prodiges. Vinse nel ’79 a 16 anni e 5 mesi. Seconda in precocità Monica Seles, 16 anni e 5 mesi nel 90, terza Andrea Temesvari 17 anni nell’83, poi Manuela Maleeva 17 anni e 3 mesi nell’84, Martina Hingis 17 anni e 7 mesi nel ’98, Steffi Graf 17 anni e 10 mesi nell’87, Gabriela Sabatini 17 anni e 11 mesi nell’88. Come si vede una bella compagnia nella quale Melena non sembra stonare affatto, sempre che l’ambiente familiare non finisca per condizionarla negativamente.

 

Dokic b.Mauresmo 7-6,6-1 (1h e 10m).

4 Maggio 2009

ROMA _ Più che i passi falsi delle tenniste italiane al Foro (Vinci, Errani, Knapp k.o. con K. Bondarenko, Wozniak e Dulko), riscattati dalla sofferta rimonta in tre set di Flavia Pennetta sulla bulgara Pironkova (nel 2008 qui giustiziera della Ivanovic), suscita scalpore la denuncia rimbalzata dall’Australia, per il tramite del supplemento domenicale del Sydney Morning Herald (“Sport&Style).

“My father abused me” lamenta Jelena Dokic, sbrigativamente tradotta da agenzie e siti italiani sprovvisti di dizionario “Mio padre ha abusato di me”.

In realtà l’ex n.4 del mondo del 2002 (cioè quando aveva 19 anni, e a 18 aveva trionfato al Foro Italico) non è mai stata stuprata da Damir Dokic, camionista serbo notoriamente più spesso ubriaco che sobrio, e certo manesco se è vero che la povera Jelena rimediava botte, anche pesanti, una sconfitta sì e l’altra pure. Botte: per gli inglesi “abuse”.

“Non so quante altre ragazze abbiano patito quel che ho sofferto io” ha detto Jelena ricordando l’inferno d’una infanzia travagliata, da forzata della racchetta, obbligata a a vincere per consentire al padre di lasciare il camion, alla madre il forno. Vero sfruttamento minorile per… investimenti familiari. Come è accaduto, purtroppo, a tante altre enfant-prodiges. Riuscite e mancate.

Fin che il barbuto ossesso all’ennesima intemperanza fu finalmente bandito dal circuito Wta. Damir aveva fracassato la Nikon a un fotografo a Wimbledon, tirato un salmone in faccia a un cameriere dell’US Open (“Posto sporco e comunista”), s’era sdraiato sbronzo su una via di Birmingham, aveva dato di “razzisti e fascisti agli australiani che hanno ucciso aborigeni come conigli”, salvando solo… la Regina d’Inghilterra (“Sola democratica d’un Paese fascista”). Ma non Jelena.

Traumatizzata la poveretta (n.621 Wta nel 2006) aveva gettato la racchetta alle ortiche. Finchè, affrancatasi dai genitori e fidanzatasi con Tin Bikic, fratello del suo coach, è tornata sui suoi passi. E, sfruttando una wild card, è stata l’eroina dell’ultimo Australian Open: quarti di finale e ascesa a n.74.

Mai violenti, Peter Graf, Stefano Capriati, lo stesso papà Williams, non sono stati certamente genitori facili per le future n.1 del mondo. Ma la croata Miriana Lucic fu costretta a prendere un aereo di nascosto all’alba verso gli Stati Uniti con madre e sorella per scappare al padre che la picchiava ad ogni insuccesso. E la più nota Mary Pierce, campionessa di due Slam e altra tennista dai tanti passaporti (francese, americano, canadese) a suo tempo rimediò tanti di quegli schiaffi, che la Wta impedì al padre Jim, ex recluso di Sing Sing, la frequentazione dei tornei giocati da Mariolona. Tuttavia a Latina (1993) Jim Pierce era deciso a sfondare la porta della sua camera d’albergo. Lo fermò, pugnalandolo al braccio, soltanto una guardia del corpo ingaggiata da Mary. Non sono tutte rose e fiori le vite delle giovani campionesse.

 

Si è lasciata andare alle lacrime dopo la vittoria sulla Chakvetadze, che ne consacra il ritorno ad alti livelli. Rivisitiamo con le sue parole il calvario, non solo sportivo, vissuto dall’ex n.4 del mondo, che a 16 anni stupì il mondo schiantando la n. 1 Hingis a Wimbledon.

 

“E’ stata una grande serata, non la dimenticherò mai.”

(Intervista sul campo dopo la vittoria sulla Chakvetadze)


Fuori dal tunnel

 

“Ho combattuto per due anni con una severa depressione. Non ho giocato per mesi. Ho pensato seriamente di smettere.”

(2009)

 

“E’ stata davvero dura in certi momenti. Ma a volte provi semplicemente a credere, ad avere fede. Dio è stato la mia priorità n. 1.”


Il bello del tennis

 

“Il tennis non è la cosa più importante al mondo, ma è qualcosa che io amo.”

 

“Roma è stato il primo e il più importante torneo vinto, perciò è il mio preferito.”

 

“E’ sorprendente. Avrei dovuto essere nervosa, ma non lo ero. Non avevo pressioni, e sono andata semplicemente a vincere.”

(1999, a 16 anni Jelena batte la n. 1 Hingis 6-2 6-0 al primo turno di Wimbledon)


Le avversarie dei tempi d’oro

 

“Penso che non ci siano solo Davenport e Capriati. Venus e Serena non giocano molto, ma ottengono i migliori risultati.”

 

“Molta gente pensa che le Williams siano arroganti e facciano male al tennis, ma io non sono per niente d’accordo. Hanno entrambe grande personalità.”

 

“Vedremo. Dovrebbe prima entrare nelle Top 10 e rimanerci. Se gioca sempre così, ce la farà.”

(2003, sulle possibilità di carriera di Maria Sharapova)

 

“Hanno molte buone giocatrici, ma ancora nessuna nelle Top 10. Vedremo.”

(2003, sulle tenniste russe. Mille anni fa.)


Succube

 

“Devo ringraziare i miei genitori per ogni cosa, non sarei dove sono ora se non fosse stato per loro.”

(2001)

 

“Il mio coach sarà mio padre, entrambi sappiamo cosa fare.”

(2000)


Fuori giri

“Rita Kuti Kis non è mai stata una giocatrice e credo che non lo sarà mai.”

(Dopo averci perso al primo turno degli Australian Open 2000)

 

“La Dokic dice che i sorteggi sono truccati? È tra le cose più idiote che abbia mai sentito.”

(Lindsay Davenport, AO 2000)


Tanto per capirci, ecco suo padre:

 

“La WTA è gestita da criminali e fascisti.”

 

“Arbitro nazista!”

 

“L’Australia, con l’aiuto della Croazia e del Vaticano, ha fatto il lavaggio del cervello a mia figlia. Ho pensato di lanciare una bomba atomica su Sidney, ma non avrei ottenuto niente.”


Miglior commento

 

“E’ pazzesco che alcuni padri picchino le figlie se queste perdono una partita di tennis. Hanno completamente perso il senso della prospettiva. Sono completamente pazzi.”

(Martina Navratilova)


Il buio

 

“Quando senti di aver perso la tua famiglia, hai perso tutto.”


Jelena apre gli occhi

 

“Se faccio qualcosa di giusto o sbagliato, ora, dipende solo da me. So che la gente si è dimenticata di me, non mi rispetta e mi considera fuori. Ma in un certo senso, questa cosa mi piace.

(2005)

 

“Ne ho dovute passare tante quando mio padre seguiva il tour. Ma ero troppo piccola e non mi rendevo ben conto di cosa stesse succedendo. Giocavo con una enorme pressione sulle spalle. A 19 anni sono finita praticamente a pezzi.”


Ricominciamo

“Sì, il 2008 è stato un buon anno. Il mio obiettivo è entrare nelle top 20. Mi sembra realistico.”

 

“Oh, sì. Mi piacerebbe davvero vincerlo, lo voglio più di ogni altra cosa.”

(2002, sul torneo di Wimbledon; chissà che non si avveri...)


Post Scriptum

“Adora fare shopping, la musica, andare in spiaggia…”

(Il suo profilo sul sito WTA; l’augurio, per una ragazza costruita con un solo obiettivo nella vita, è che sia vero, almeno d’ora in poi)
 

Ubaldo Scanagatta

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