14/08/2011 01:06 CEST - Circuito Atp

Raonic ai box: US Open a rischio?

Milos Raonic

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Avrebbe pagato di tasca sua per essere in campo a Montreal, nel Masters 1000 di casa, invece Milos Raonic è costretto a seguire il torneo da un’altra prospettiva: quella di commentatore per la televisione canadese. Un vero peccato, perché i suoi connazionali erano ansiosi di vederlo all’opera dal vivo, dopo essersi imposto come una delle rivelazioni più interessanti del 2011. Chiuso il 2010 al numero 156 della classifica mondiale, Raonic ha fatto passi da gigante negli ultimi mesi a partire dagli Australian Open: partendo dalle qualificazioni, è arrivato fino ai quarti di finale arrendendosi a Ferrer in quattro set.

Poi è arrivato il primo titolo Atp in carriera a San José, con il bis sfiorato la settimana successiva a Memphis, dove Roddick l’ha bruciato al fotofinish. Purtroppo a Wimbledon non ha potuto giocarsi al meglio le proprie carte, a causa di un infortunio all’anca occorsogli al secondo turno durante il match con Gilles Muller: da quel giorno è lontano dal circuito e non sa ancora quando potrà tornare in campo.

All’inizio non sembrava niente di grave e Milos sperava di tornare nel circuito prima degli US Open: adesso invece metterebbe la firma per essere ai nastri di partenza dell’ultima prova del Grande Slam, ma certezze non ce ne sono. D’altra parte l’anca è un punto particolarmente delicato, come sa bene David Nalbandian, eliminato subito a Montreal dopo la lezione di tennis impartitagli da Wawrinka. L’argentino è stato operato nello stesso punto nel maggio 2009 dal professor Marc Philippon (lo stesso luminare al quale si è rivolto Raonic) e ha saltato tutto il resto della stagione, ripresentandosi solamente nel febbraio 2010.

“Ho iniziato a sentirmi bene tra novembre e dicembre – ha ricordato Nalbandian in questi giorni –, ma era ancora troppo presto per riprendere la racchetta in mano, c’è voluto un altro po’”. Il problema del canadese, però, è di minore entità; è finito sotto i ferri il 5 luglio e già scalpita. La giovane età di Raonic gioca a suo favore: un infortunio del genere intorno ai trent’anni sarebbe stato molto più pericoloso per il prosieguo della carriera. Altri non sono più tornati ad alto livello dopo un’operazione di questo tipo: Moya è stato operato a 32 anni, Haas a 31, mentre Kuerten purtroppo è dovuto tornare più volte sotto i ferri.

Il dottor Philippon è molto famoso presso gli sportivi: sono sempre di più quelli che si rivolgono a lui. “Negli ultimi tempi – ha dichiarato – sono aumentati a dismisura i giocatori di hockey che si infortunano all’anca, perché è da lì che traggono la spinta maggiore: lo stesso accade con tennisti, calciatori, pattinatori sul ghiaccio e golfisti. Nello sport attuale gli allenamenti molto duri e le partite assai ravvicinate possono portare a problemi di questo tipo”.

Secondo Philippon, l’infortunio di Raonic è molto simile a quello capitato ad Alex Rodriguez, stella dei New York Yankees di baseball, tornato in campo in meno di due mesi (e alla sua maniera, sfoderando un fuoricampo alla prima apparizione in battuta). Il ventenne di origini montenegrine tornerà mercoledì prossimo alla clinica di Philippon, in Colorado, per un controllo. Raonic in questo periodo ha iniziato un blando allenamento, colpendo alcune palle da fermo, ma gli è stato proibito di correre. La prima corsa potrà effettuarla mercoledì e sarà il primo passo verso il pieno recupero. Il suo posto non è in una cabina di commento, bensì sul campo, dove tutti gli appassionati lo aspettano al più presto.

Alberto Giorni