21/08/2011 16:46 CEST - Masters 1000 Cincinnati

Murray non stona tra i Fab Four

murray-wimbledon4

Contenuti correlati

• Djokovic non esalta ma passa
• Djokovic prosegue la caccia a Mac
• Cosa aspettarci allo Us Open?
• La pazza notte della Schiavone
• Nadal per un pelo su Verdasco

Il miglior Tomas Berdych della stagione (e, forse, della sua carriera) ha dovuto arrendersi per un problema alla spalla nella seconda semifinale del Masters 1000 di Cincinnati per cui Nova k Djokovic avrà la possibilità di giocare, contro Andy Murray, la decima finale di questa sua incredibile stagione nella quale ha un bilancio di 57 vittorie su 58 incontri, che non ha precedenti nella storia del tennis contemporaneo.

Berdych, che nei quarti aveva battuto Roger Federer confermando un successo ottenuto l’anno scorso al torneo di Wimbledon ed uno molto più datato che risaliva alle Olimpiadi di Atene del 2004, è un giocatore che è sempre rimasto a metà strada tra il ruolo di possibile campione e di buon giocatore. Purtroppo ora che aveva ritrovato fiducia e continuità di rendimento è stato bloccato da un infortunio del quale non è stato possibile conoscere l’entità. Preferisco pensare che il ritiro (Berdych si è fermato dopo aver perso il primo set nel quale era stato in vantaggio per 5 a 3) sia stato suggerito da ragioni di prudenza alla vigilia dell’Open degli Stati Uniti. In finale Djokovic troverà Andy Murray.

Se avessero avuto la possibilità di scegliere la località e la superficie preferite per un incontro importante l’americano Mardy Fish e lo scozzese Andy Murray si sarebbero trovati d’accordo su uno qualsiasi dei due tornei americani d’estate, definizione impropria perché comprende, oltre al torneo di Cincinnati, l’Open del Canada.

Infatti sono questi i tornei nei quali i due giocatori hanno ottenuto i loro migliori risultati. Murray infatti vi ha conquistato tre dei sei successi nei Masters 1000 che hanno contribuito a portarlo ai primi quattro posti della classifica mondiale. Due li ha raggiunti a Montreal ed a Toronto, uno a Cincinnati confermando contemporaneamente che il cemento è la sua superficie preferita. Non a caso sempre sul cemento Murray ha raggiunto per tre volte (due in Australia, una a Flushing Meadows) la finale di un torneo del Grande Slam.
Nel suo piccolo (tutto è relativo) anche Fish è giocatore con la stessa specializzazione come confermano le finali raggiunte ad Indian Wells ed a Key Biscayne .

Murray aveva pagato con la sconfitta al primo turno a Montreal le settimane di vacanza che si era preso dopo Wimbledon mentre Fish stava certamente attraversando il miglior momento della sua carriera. All’inizio della stagione la miglior classifica di Fish era stata il numero 16 raggiunto nel novembre dell’anno scorso ma i risultati delle ultime settimane (vittoria ad Atlanta, finali a Los Angeles ed a Montreal) lo avevano portato al numero 7 ed al primo posto tra i tennisti americani.

Alla fine Murray che ha un tennis di migliore qualità ed una maggiore abitudine a giocare incontri importanti è riuscito ad imporsi ma ha dovuto annullare ben tre set points che avrebbero potuto allungare la partita al terzo set. Comunque vada la finale Murray ha legittimato la sua presenza al quarto posto in classifica. Ora non è più la gamba zoppa del quadrilatero che sta dominando il tennis maschile in questa stagione.

Rino Tommasi