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30/06/2012 22:30 CEST - Rassegna Nazionale

Giorgi da amare, travolta la Petrova (Martucci, Marcotti, Piccardi, De Martino, Grassia); Brivido Federer, Benneteau cede al quinto set (Martucci, Marcotti, Clerici); Murray, che occasione! (Tommasi); Potenza e carattere, una bella storia (Viggiani)

30-06-2012

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A cura di Davide Uccella

Giorgi da amare, travolta la Petrova (Vincenzo Martucci, La Gazzetta dello Sport, 30-06-2012)

Innamorati di Camila, quella de noartri. Con una elle, non la Camilla del principe Carlo d'Inghilterra: la ventenne di Macerata dagli occhi verdi, col nasino all'insù e la boccuccia delicata, che gioca la palla sempre d'anticipo, spinge continuamente, tira a tutto braccio, prende a pallate la virago Nadia Petrova e si qualifica agli ottavi a Wimbledon (contro Agnieszka Radwanska). Infischiandosene delle apparenze e trasformando nel record di precocità azzurra ai Championships le sue qualità che sembravano piccole: la statura (1.68), la quasi nulla esperienza Slam (è al secondo tabellone in un Major), la povera classifica (numero 145 del mondo), l'appena seconda promozione consecutiva dalle qualificazioni ai Championships.


Coraggio E questo, tutto questo, giocando nel primo set il tennis elettrico di stampo-Bollettieri (dov'è transitata nella lunga odissea), che scardina il servizio e la mobilità già ballerini dell'awersaria russa (numero 3 del mondo nel maggio 2006 e oggi 20), ancora scossi dal k.o. subito quest'anno da Camila a Memphis. Di più: dopo il 6-3 in mezz'oretta, sotto) gli occhi incuriositi di Venus Williams, la nostra Camila rimonta con l'ennesimo uragano di freschezza il calo psicofisico da 1-5 a 5-5 (salvando 3 set point: «Davvero? Non me ne sono accorta, pensavo solo a essere aggressiva»). Con un coraggio, una decisione e una velocità di palla da applausi di tutto il campo numero 3. Arriva al tie-break, risale da 2-4 e da 4-5, fino al match point sul 6-5 e al secondo, decisivo, sul 6-7, dopo un'ora e 36'.


Contrasti Innamorati di Camila e della sua dolce semplicità, davvero inedita nel mondo smaliziato delle adolescenti del tennis, figlie del super-business, che fa a cazzotti con le sberle che tira in campo. Innamorati della sua riservatezza («Preferisco non farmi vedere troppo»), quando non capisce, uscendo dal campo, che il pubblico la sta chiamando per un altro applauso, e lei torna per salutare timidamente solo perché papà Sergio, coach-sponsor-motivatore-angelocustode-tutto, la chiama a gran voce: «Il pubblico è stato enorme, mi ha aiutato molto». Innamorati delle sue scarne parole: «Sì, sono contenta, non ho giocato molto bene, ma sono molto contenta. Non come altri giorni, ero un po' nervosa, all'inizio non mi stavo muovendo molto bene, ho cercato di sciogliermi, ho fatto un po' più di errori, non è stato facile il primo set, ma alla fine quello che è contato è stato vincere il tie-break. Sono stata brava a fare sempre il mio gioco aggressivo».


Obiettivo Innamorati della spontaneità: «Mi piace quando mi tirano forte, ma contro la Radwanska mi dovrò adattare, sarà la prima volta contro la numero 3 del mondo, sarà un match interessante, sarà anche un buon match. E la Sharapova in semifinale. La cosa di cui sono più contenta è che sto migliorando il ranking. Se continuo così posso andare lontano: l'erba e il cemento si prestano al mio gioco. Quindi? Tutto è possibile».


Bum bum Giorgi ti stende (Gabriele Marcotti, Il Corriere dello Sport, 30-06-2012)


Sei match, altrettante vittorie, senza perdere un solo set. E sempre contro avversarie che la precedono, e di molto, nel ranking mondiale. Come scalare la montagna di Wimbledon in retromarcia andando comunque più veloce di tutti. Perché Camila Giorgi ha fretta di arrivare e l'impertinenza di chi non nutre timori reverenziali verso nessuna avversaria. Lo aveva dimostrato già nel primo turno quando la 20enne di Macerata, numero 145 del ranking mondiale, aveva brutalizzato Flavia Pennetta (17) dopo aver superato brillantemente le qualificazioni per l'accesso diretto al prestigioso tabellone dei Championships. Si era ripetuta due giorni più tardi liquidando d'autorevole la georgiana Anan Tatishvili (73), quindi ieri - in 1h36' - ha archiviato anche la pratica Nadia Petrova, testa di serie numero 20.


Irresistibile Giorgi, la sua favola continua, scollinando la prima settimana di Wimbledon che vale un biglietto per gli ottavi di finale. Un'impresa che non ha precedenti nella storia del tennis italiano: nell'era Open mai un'azzurra aveva raggiunto gli ottavi a Wimbledon partendo dalle qualificazioni. Ci è riuscita Camila, alla seconda partecipazione ai Championships dopo l'eliminazione al primo turno Io scorso anno.


“Mi fa piacere che le altre giocatrici comincino a conoscermi. Ho lavorato duramente per ottenere questi risultati. Ma devo anche ringraziare il pubblico perché è stato fantastico e mi ha aiutato tanto”.


Anche se lei, forse travolta dall'emozione, al termine del match quasi si scordava di ringraziarlo, troppo impaziente di raccogliere le sue racchette e raggiungere il papà Sergio. Un pomeriggio di forti emozioni che ha confermato il temperamento quasi sfrontato di Camila che non pare avere mai paura. Fin dal primo punto. Anche quando, dopo aver dominato la prima frazione, nel secondo set si ritrova sotto 1-5. Qui - sotto gli occhi di una spettatrice d'eccezione, Venus Williams - la Giorgi annulla tre set point alla Petrova, si issa al tie-break che risolve al secondo match-point dopo essere stata 3-5!


“Sono contenta, anche se non ho giocato bene - l'analisi di Camila - All'inizio del match ero un po' tesa e non mi muovevo bene in campo. Sentivo anche un po' di stanchezza. Ho commesso troppi errori, ma è un buon momento, e se continuo così posso andare lontano”.


Superata brillantemente la prima settimana, Camila ritornerà in campo lunedì negli ottavi di finale - prima volta in una prova dello Slam - dove incontrerà la polacca Agnieszka Radwanska, testa di serie numero 3, che ha superato in scioltezza la britannica Heather Watson. “Già dopo il primo turno mio padre mi aveva detto che avrei giocato contro la Radwanska negli ottavi. L'ho vista giocare alcune volte, ma sinceramente non mi ricordo molto del suo gioco. Certamente la studierò, ma per me non fa tutta questa differenza perché io cerco sempre di imporre il mio gioco. E penso di avere tante possibilità. La dedica? Ho pensato subito alla mia famiglia dopo la vittoria perché mi ha sempre sostenuto”.


LE ALTRE AZZURRE - Oggi in campo le altre tre azzurre per il terzo turno. Sara Errani, testa di serie numero 10, affronterà la kazaka Yaroslava Shevdova, 65 della classifica mondiale, che però conduce 2-1 nei precedenti. Scende in campo con i favori del pronostico anche Roberta Vinci, 21 del tabellone, contro la croata Mirjana Lucic, 129 del mondo, mentre si annuncia più equilibrato il match che vedrà opposta Francesca Schiavone, 24 del main draw, alla ceca Klara Zakopalova (31), che ha perso entrambi i precedenti.


Giorgi da favola, batte la Petrova e va negli ottavi, Federer si salva (Gaia Piccardi, Il Corriere della Sera, 30-06-2012)


Ci voleva la lucida follia visionaria di papà Sergio per piazzare negli ottavi di Wimbledon, come una bandierina bionda sul risiko dei courts, questo incantevole incrocio tra Lolita e Agassi, capace di battere da numero 145 del mondo la numero 20 Nadia Petrova (6-a 7-6 recuperando da 1-5), che nel '98, quando aveva appena 7 anni, risvegliò Adriano Panatta dalla sua indolente romanità: «E la prima volta in vita mia che vedo una ragazza giocare come Andre...».


Camila Giorgi, 20 anni, è nata a Macerata classe '91, capricorno, da padre di Buenos Aires (figlio di emigrati ma così argentino da aver combattuto la guerra delle Falkland) e mamma italiana, Claudia Fulloni, i genitori globetrotter che hanno ipotecato il futuro di Camila bambina: sarebbe diventata una campionessa di tennis e avrebbe saltato tutta la trafila dei tornei juniores (come sentenziò Richard Williams per conto di Venus e Serena), e i risultati di questo giro del mondo seminando sogni («Abbiamo lasciato Macerata nel '99 e, prima di approdare a Parigi nel 2005, siamo stati a Pesaro, Milano, Como, Valencia e Palma di Maiorca; poi siamo sta- Tennis Continua l'avventura di Camila Giorgi da favola, batte la Petrova e va negli ottavi Federer si salva ti in Francia dal 2005 al 2010 prima di trasferirci a Miami» racconta Claudia mettendosi in tasca i primi centesimi di popolarità) sono finalmente sotto gli occhi di tutti. Nostri, delle avversane, della Federtennis, che per la prima volta si è affacciata con curiosità sul campo di Camila durante il primo turno contro la Pennetta, quando Camila, proveniente dalle qualificazioni con furore, aveva già in tasca tre match vinti sull'erba, con quello di ieri con la Petrova fanno sei, e non è finita qui. «Sono contenta anche se non ho giocato bene, all'inizio ero un po' tesa: ho commesso troppi errori ma è un buon momento e se continuo così posso andare lontano», ha tramandato ai posteri con quell'aria da primadonna per caso, lei che ha affrontato il suo primo torneo Wta a Memphis quest'anno, lei che lunedì sfida la testa di serie numero 3 Agnieszka Radwanska per un posto nei quarti, il traguardo da cui le altre azzurre (Schiavone, Errani, Vinci, tutte in campo oggi) sono ancora lontane. Mentre Roger Federer lottava con il francese Benneteau sul centrale (4-6, 6-7, 6-2, 7-6, 6-i, che fatica), Serena Williams si è sporta a vedere qualche game di Camila «Mi fa piacere che le altre comincino a conoscermi». E a temerti, guarda un po'.


Camila non si ferma più (Marco De Martino, Il Messaggero, 30-06-2012)


La ragazza con gli orecchini di perla e il fiocco tra i capelli non si ferma più, ha vent'anni, va di fretta e i sui denti sono piantati sul torneo. La virago russa Nadia Petrova, numero 20 del mondo, la doppiava in tutto, 10 anni più grande, 11 chili più pesante, 12 centimetri più alta, addirittura 125 posizioni più avanti nel ranking della Wta. Eppure ha perso da questa ragazzina numero 145 del mondo che studia per diventare un piccolo fenomeno. Perché Camila Giorgi è una destinata ad arrivare e questo ormai l'hanno capito tutti.


E' la sesta vittoria consecutiva, sicuramente la più sofferta. Camila si arrampica sulla montagna e chiude 6-3 7-6 dopo aver messo insieme tutti i pezzi di puzzle del tie-break arraffato per 8 punti a 6, anche se poi il piccolo capolavoro è il secondo set dove rimonta da 1-5 senza paura, senza tremare, senza mai indietreggiare di un centimetro. Perché Camila tira veramente forte, ha il fisico scolpito, i muscoli che guizzano sopra una pelle che sembra di seta, e poi si muove talmente bene che dà l'impressione di sorvolare il campo.


Camila viene da lontano, addirittura dalle qualificazioni, e del resto per lei ora parlano i numeri: sei vittorie e zero sconfitte, dodici set vinti e zero set persi, mai vinto una  partita negli Slam e ora addirittura un posto negli ottavi di finale tra le prime 16 del mondo dove domani troverà la complicata polacca Radwanska, la numero 3. Il papà Sergio, ex muratore e ora coach-pigmalione, è soddisfatto. La sua figliola è cittadina del mondo, parla quattro lingue, è nata a Macerata, vive a Miami, ma è stata anche in Argentina, in Francia e in Spagna a caccia di coach, girovaga per vocazione. I fratelli si chiamano Leandro e Amadeus, i nomi strani sono un vizio di famiglia, lei è italiana ma della classica italiana mammona non ha niente, forse perché ha dentro l'istinto killer. Ricorda un po' Cris Evert, una macchina lanciapalle da fondo, grinta, voglia, soprattutto una capoccia pensante di grande livello: “Sono forte e voglio diventare la numero 1”, ha detto meravigliandosi della meraviglia altrui la ragazza.


Abbiamo conservato in tabellone la Giorgi, oggi da italiani abbiamo Schiavone contro la ceca Zakopalova, Sara Errani contro la kazaka Shvedova e Roberta Vinci contro la croata Lucic, ma intanto ieri abbiamo rischiato di perdere il divino Federer che per l'ottava volta in carriera si è salvato da una passeggiata sul cornicione sotto due set a zero contro il francese Julian Benneteau, 30 anni e numero 32 del mondo, che ha giocato una gran partita sul centrale per quasi tre ore e mezzo. Dopo Nadal contro Rosol, il tetto chiuso stava per fare un'altra vittima visto che giocando malissimo Federer si è ritrovato sotto 6-4 7-6. Quasi per miracolo ha ripreso a giocare dopo due ore di vuoto pneumatico, ha vinto il terzo 6-2, è stato due volte a due punti da perdere il match nel quarto chiuso al tie-break miracolosamente per 8-6, e infine ha dominato 6-1 il terzo. Un bello spavento, magari gli farà bene nei prossimi giorni.


Nadal, k.o. choc: “E questo Rosol chi è?”, La Giorgi non si ferma e vola agli ottavi (Filippo Grassia, Il Giornale, 30-06-2012)


Wimbledon ha salutato Rafa Nadal, eliminato incredibilmente al secondot uro dal ceco Lukas Rosol, numero 100 al mondo, che se non è un cameade gli somiglia molto. In passato questo ragazzone di 27 anni, li compirà il 24 luglio, aveva giocato per cinque volte il major londinese senza superare neanche un turno come gli era capitato anche in due dei tre slam ai quali aveva partecipato. Di lui il coach Slava Dosadel aveva detto: «Eunti- battuto Rafa Nadal in 5 set po strano, capace di colpi inimmaginabili e di errori puerili. Gli manca continuità. Un peccato. Perché ha potenzialità straordinarie». L'altra sera, al Centre Court, dove non aveva mai messo piede, Rosol ha mostrato l'identità nascosta a tutti, compreso a se stesso, di grande tennista. Lo testimoniano i 22 aces, di cui 3 nell'ultimo game, esoprattuttoi65vincenti, di gran lunga superiori ai 41 del maiorchino. Che numeri. E poi colpi da campione, dritto, rovescio, volée.


«Ma questo chi è?», ha chiesto Nadal al suo angolo alla fine del terzo set in cui s'è trovato in svantaggio. E quelli a rispondergli “cosa vuoi che ne sappiamo....”. Di sicuro non si dimenticheranno più di lui dopo la vittoria sul numero 2 del ranking mondiale in 5 set per 6-7 6-4 6-4 2-6 6-4. E chi l'avrebbe mai detto? I bookmaker la pagavano addirittura a 33. Mai lo spagnolo si era fatto battere da un avversario così in basso in classifica e solo due volte in precedenza aveva lasciato un major prima del terzo turno. E tutto per mano di uno sconosciuto. Si era parlato diffusamente del ceco solo un anno fa al Roland Garros quando aveva superato il tedesco Meltzer, e sempre in 5 set. Poi il vuoto. Nel suo paniere appena 5 «challenger». Come tanti zingari della racchetta. Ma lui,  a differenza di altri, ha fatto fuori Nadal e rivoltato come un calzino il canovaccio previsto dagli organizzatori di Wimbledon. E pensare che l'obiettivo era di non prendere un cappotto. Ora cosa può accadere? Intanto sarà curioso vedere all'opera Rosol nel terzo turno con il tedesco Kohlschreiber, giusto per capire se abbiamo sognato o meno. Il ko di Nadal apre poi una corsia preferenziale allo scozzese Murray che potrebbe essere il primo britannico in finale dopo l'exploit dell'inglese Austin che risale, pensate un po', al 1938. Già diffuso il pensiero che l'annunciata semifinale fra Federer e Djokovic dall'altra parte del tabellone diventi la vera finale.


Quella che può continuare a sognare Camilla Giorgi nel torneo femminile: l'azzurra infatti si è qualificata per gli ottavi di finale battendola russa Nadia Petrova in due set con il punteggio di 6-3, 7-6 (6), dopo un'ora e 36 minuti. Mai una tennista italiana aveva nell'era open raggiunto gli ottavi a Wimbledon partendo dalle qualificazioni. Adesso la Giorgi affronterà la numero tre del mondo, Agnieszka Radwanska.


Brivido Federer, Benneteau cede al quinto set (Vincenzo Martucci, La Gazzetta dello Sport, 30-06-2012)


Stessa serra, stessa paura. Ma Benneteau non è Rosol. E, 24 ore dopo il k.o. che ha sconvolto Wimbledon sul Centre Court coperto da un tetto senza pioggia, Roger Federer si salva, a differenza di Rafa Nadal. Come si salva non lo sa nemmeno lui, per l'ottava volta nello Slam da due set a zero sotto, perché, fino al 4-6 6-7, il re dei re (16 Slam-record) è lento, impacciato, titubante, fallosissimo, incauto sul rovescio-monstre del francese. Magari vive di riflesso la rivalità con Nadal: anche a Parigi, quando Rafa fu sconfitto da Soderling — tanto simile a Rosol nella ruvida potenza — anche Roger si trovò due set a zero sotto, contro Haas. Magari ha qualche problemino fisico (anca/schiena o chissà cosa), magari pensa troppo all'Olimpiade, sempre qui a Wimbledon, la guida appena 20 giorni dopo la fine del Wimbledon classico.


Occasione Di certo, Benneteau manca l'occasione nel quarto set. Quando, dopo aver perso netto il terzo per 6-2, sul 5-6, arriva 4 volte a due punti dal match, per scivolare nel tie-break pieno di alti e bassi, dove ha altre due occasioni per firmare la seconda clamorosa sorpresa dei Championships. Ma lo perde per 8-6. Lanciando quindi lo sprint conclusivo dello svizzero (6-1). Che si salva col 65% di servizio - 79% dei punti sulla prima e il 56% sulla seconda -, mentre è disastroso a rete (22/39).. «la rimonta da due set a zero nello Slam e in particolare qui a Wimbledon e su questo campo è sempre una delle sensazioni migliori che puoi avere. E col tetto chiuso l'atmosfera è anche più speciale, con la gente che entra davvero nel match», proclama Roger euforico.


Esperienza La chiave è evidente: «Sono stato in queste situazioni così spesso, so come gestire la cosa, non vado nel panico, sapendo, appena gli ho preso il servizio all'inizio del terzo set che il match era ancora completamente aperto, e che da quel momento il più forte sarei stato io». Il problema iniziale, secondo lui — che spesso però bluffa — non è fisico: «Piuttosto è mentale, sapevo che non potevo più fare errori, dopo aver fallito tre set point nel secondo set. Poi ho cominciato a giocare sempre meglio. E devo ringraziare l'esperienza, anche se quella da sola non basta: ho dovuto spingermi nel profondo e lottare davvero duro». 


Federer non imita Nadal e si salva (Gabriele Marcotti, Il Corriere dello Sport, 30-06-2012)


A due punti da una sconfitta che sarebbe stata ancor più clamorosa di quella subita il giorno prima da Rafa Nadal, Roger Federer si ritrova d'incanto e trova finalmente la chiave tattica per battere Julien Benneteau. Sotto per 2 set a 1, nel tie-break del quarto lo svizzero va a rispondere sul 6 pari e grazie anche all'ingenuità del francese, che accusa il peso del momento, vince il punto. Da lì in poi sarà tutto in discesa il match di Roger che per l'ottava volta in carriera si salva dopo essere stato sotto di due set, come era capitato quest'anno a Parigi contro l'argentino Juan Martin Del Potro. Una vittoria che scongiura una inattesa uscita di scena anticipata, prima dei quarti in una prova dello Slam, evento che non gli capita dal terzo turno del Roland Garros 2004. E dire che le prime due ore di Benneteau sono state quasi perfette. Complice un Federer tutt'altro che irresistibile, falloso (soprattutto con lt risposta) come raramente gli capita sui prati di Wimbledon, il francese era scappato avanti meritatamente. E per cinque volte si è trovato a due punti dal match. A un passo dal successo della vita, che però non ha avuto la forza e il coraggio di portare a casa. Per la gioia dello stesso Federer, bravo a salire di rendimento nonostante l'handicap dei primi due set.


«Credo di essere stato anche un po' fortunato, ma non mi sono mai arreso e ho dato tutto», ha detto Federer, che riconquista il secondo gradino del ranking mondiale (promozione che sarebbe comunque avvenuta per via dello scivolone di Nadal) e lunedì troverà sul suo cammino il belga Xavier Malisse.


La trappola di Wimbledon, dopo Nadal rischia Federer (Gianni Clerici, La Repubblica, 30-06-2012)


“E’ del poeta il fin la meraviglia, chi non sa far stupir vada alla striglia”, così mi si rivolge un ignoto aficionado, che mormora il famoso verso di Giovan Battista Marino sorridendo. «Non vorrà» dico mentre ci presentiamo, «riferirsi alla mia modesta persona?». «In un certo modo» continua sorridendo. «Riguardo al suo mancato commento al match di Nadal. Dica la verità. Stava guardando il calcio?». «La vera verità è che, durante il primo set di Nadal e Rosol, stavo allenandomi con Rocco Piatti, nove anni, figlio di Riccardo. Sentito il risultato del secondo set son corso al tennis, addirittura in tuta. E mi son seduto nella tribuna del Centre Court, non meno incredulo di Rafa. «Ma la ragione della sconfitta non l'ha spiegata». «Se vuole una scusa, le dirò che non è semplice rabberciare un articolo a proposito delle Sorelle d'Italia in dieci minuti». «E non poteva scriverne uno nuovo?». «Non c'era materialmente il tempo».


Così come questa sera, non mi sarebbe facile spiegare un'altra sorpresa notturna, questa volta mancata. Contro un veterano francese a nome Benneteau, uno che tra l'altro era giunto qui appena uscito da un infortunio, Roger Federer ha giocato un tennis irregolare, e quasi banale, se misi permette l'aggettivo. Ha spessissimo subito, tanto da trovarsi indietro due set, e, avuto in dono il terzo, ha ritrovato l'avversario per ben due volte a due punti dal match, nel quarto. Uscito per miracolo da questo set terminato al tie-break, Roger si è ritrovato di fronte un Benneteau non solo privo di energie, ma scorato per quella che doveva aver giudicato la grande occasione mancata della vita. Match finito.


«Ma torniamo a Nadal, deve ancora spiegarmi». «Dopo aver perduto ad Halle contro un modesto Kohlschreiber, Nadal è tornato a Maiorca, qui a Londra si è allenato per pochi giorni, e infine ha incontrato un tipo che calpestava I' erba da due settimane, nei tornei di Eastbourne e del Queen's. Contro questo Rosol, la ragione principale della sconfitta mi è pars ala brevità degli scambi, di un'incredibile media di cinque tiri. Voglio dire che Nadal, per solito, costruisce il punto grazie alla regolarità e ai rimbalzi del suo uncino di diritto, che respingono l'avversario verso i teloni pubblicitari. E il più forte dei palleggiatori. Ma non lo è stato giovedì notte, Rosol non l'ha lasciato. Se lei guarda le statistiche, troverà che nel quarto set il povero Rafa è riuscito a ribattere dieci volte su venti servizi, e nel quinto addirittura 14 su 26, meno della metà! Per concludere, Rosol ha attuato la tattica del fu Jack Kramer, che nemmeno conosce. Servizio più diritto, e insomma bing-bang. E Rafa, privato dei palleggi, è un ragazzo castrato. Contento, ora ?». «E la vicenda di Federer, non le è parsa simile?». «Ritengo che il favorito di questo Wimbledon sia diventato Djokovic».


Svanito lo shock di Nadal e quello mancato di Federer, mi rimaneva oggi un vivo interesse, e sarò del tutto sincero, un interesse che nutro da più di dieci anni, dal giorno in cui, al tennis Vergosa di Como, mi ritrovai, sempre insieme a Riccardo Piatti, ad offrire un giudizio su una bambina di sette anni, che aveva chiesto ospitalità. La piccola, straordinaria perla sua età, venne accettata dal presidente Minutolo, consegnata al bravissimo maestro Paolo Trincavelli, e rimase tre anni sul lago, che già vide specchiarsi nelle sue acque due campioni dell'Italia anteguerra, Vittoria Tonolli e Valentino Taroni. Ed eccola, sul campo n.3 di Wimbledon, continuare la sua storia di fatina, contro un peso massimo quale la russa Petrova, una tipaccia che fu, anni fa, la terza del mondo, ma che tuttora rimane la favorita n. 20. Con il suo faccino determinatissimo, il suo tennis aggressivo, Camilla inizierà con sette punti a zero, che ne rivelano la totale assenza di tremori. Chiude poi il set sempre all'attacco, ma un istante di deconcentrazione, e il ritorno della russa, la lasciano in ritardo su un 2-5 preoccupante. La difficoltà, più che demotivarla, riesce ad accentuare l'abituale aggressività, e, dopo aver annullato 3 set point, la vedo approdare al tie-break, e, ancora risalendo da un preoccupante due punti a quattro, concludere, al secondo match point. Forse, per una volta, dico rivolto a Riccardo Piatti, non c'eravamo sbagliati.


La ribalta - Murray, che occasione! (Rino Tommasi, La Gazzetta dello Sport, 30-06-2012)


La sconfitta di Rafael Nadal è stata accolta se non con entusiasmo almeno con ottimismo dai giornali inglesi. E' opportuno ricordare che nel gioco dei quattro cantoni al quale si riduce da qualche tempo l'interpretazione del tabellone del singolare maschile nei grandi tornei, i discorsi della vigilia sono condizionati dal modo in cui il sorteggio dispone nel tabellone i primi quattro giocatori del mondo.


Questa volta era capitato che le semifinali teoriche dovessero essere Federer-Djokovic e Nadal-Murray, le stesse del Roland Garros e dell'Open degli Stati Uniti dell'anno scorso ma ecco che l'eliminazione di Nadal non solo ha aperto un buco importante nel tabellone ma è stato interpretato dagli inglesi come un risultato che dovrebbe consentire ad Andy Murray di giocare la prima finale in questo torneo. Naturalmente la strada è ancora lunga e nemmeno troppo agevole se si considera Murray dovrebbe uscire vincitore in un gruppo che vede assiepati nella zona centrale del tabellone alcuni clienti che meritano il rispetto, se non addirittura il pronostico.


In ordine di classifica in quel settore ci sono Ferrer (5), Del Potro (9), Cilic (18), Nishikori (20), Roddick (25) e Youzhny (33). A mio parere, ad eccezione del giapponese Nishikori, tutti questi giocatori hanno le armi, per caratteristiche di gioco ma anche per valore assoluto, di sgambettare Murray, ma concederei una quota di pericolosità anche a Ouerrey e a Baghdatis.


L'ottimismo dei giornali inglesi bisogna capirlo. Sono anni che sognano di vedere in finale un loro connazionale. Prima delle tre semifinali perdute da Murray, sono stati delusi da Tim Henman, quattro volte in semifinale, ma non vincono da11936 con Fred Perry. Vorrebbero tanto aggiungere una statua a quella del vecchio campione esposta all'ingresso del club.


L’opinione – Potenza e carattere, una bella storia (Mario Viggiani, Il Corriere dello Sport, 30-06-2012)


Camila Giorgi è questa: tira sempre a tutta. Chi non aveva ancora avuto modo di conoscere lei e il suo tennis, ne ha avuto l'opportunità con il match di ieri contro la russa Petrova, valido per il terzo turno di Wimbledon. E per capirla meglio, bastano due affermazioni che la 20enne Italo-argentina aveva rilasciato nei giorni scorsi, dopo le partite vinte prima contro Flavia Permetta e poi contro la georgiana Tatashvili. La prima: “Le mie avversarie? Non mi interessa sapere le loro caratteristiche, tanto io gioco sempre allo stesso modo”. La seconda: “Quando sono in svantaggio e devo rimontare, gioco anche meglio”. Tira sempre a tutta, Camila, e questo lo sapevamo. Ieri abbiamo scoperto che In effetti, quando c'è da rimontare, torna a giocare al meglio e ribalta la situazione. L'ha scoperto soprattutto la povera Petrova, che nel secondo set prima è arrivata sul 5-1 ma s'è ritrovata agganciata dalla Giorgi sul 5-5, e poi ancora sul 5-3 nel tie-break perso infine per 8-6. Salgono così a sei le partite vinte di fila in questo Wimbledon, Iniziato per lei nelle qualificazioni. E resta Invece lo zero nella casella dei set persi! Magari lunedì contro Agnieszka Radwanska, numero 3 del mondo, sarà tutta un'altra storia. Però, quella andata avanti finora, resta davvero bellissima.
 

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