23/08/2012 09:36 CEST - APPROFONDIMENTO

Siamo al passaggio di consegne?

 TENNIS – Starace, Bolelli e la Pennetta saltano gli US Open, la Schiavone sembra arrivata a fine carriera. Quali le prospettive del nostro tennis? All'orizzonte esistono ricambi di livello? Possiamo contare solo su Errani, Seppi e Fognini? Stefano Tarantino

| | condividi
Flavia Pennetta e Francesca Schiavone (Paul Gilham, Getty Images)
Flavia Pennetta e Francesca Schiavone (Paul Gilham, Getty Images)

L'avvicinamento agli US Open è stato costellato sia in campo maschile che in quello femminile da una serie di rinunce per la maggior parte dovute a problemi fisici, figli probabilmente di una stagione quanto mai impegnativa e resa ancor più dura dalla presenza del torneo olimpico.

Anche tra le fila azzurre dobbiamo registrare una serie di forfait.
Tra gli uomini si sono chiamati fuori Simone Bolelli (autore di una buona stagione a livello challenger, ma la cui preparazione è stata imperniata sulla terra rossa nell’ultimo periodo) e Potito Starace (il tennista campano accusa problemi fisici ad un tallone da un bel po’), mentre tra le nostre ragazze Flavia Pennetta via twitter ha annunciato la sua rinuncia all’ultimo slam dell’anno causa il maledetto polso che ne ha limitato non poco l’attività in questa stagione.
 

Se a tutto ciò aggiungiamo che anche Francesca Schiavone non pare in gran forma (rinuncia al torneo di New Haven per un virus gastro-intestinale), sembra che tutte le nostre speranze a Flushing Meadow si debbano riporre su Seppi e Fognini tra gli uomini e Errani e Vinci (magari ci sorprenderà la Giorgi) tra le donne.

A questo punto sorge una domanda spontanea (parafrasando il giornalista Rai Antonio Lubrano), dove sta andando il tennis italiano? Esistono ricambi generazioni di buon livello per tutta una serie di giocatori che sembrano vicini alla fine della carriera?

In campo maschile abbiamo una generazione di giocatori che sono prossimi o hanno superato la trentina e che sembrano essere chi più chi meno a fine carriera o comunque arrivati al top delle loro potenzialità.

Abbiamo detto di Starace e dei suoi problemi fisici.
Il tennista campano dopo una carriera che lo ha tenuto costantemente tra i primi 40/50 del circuito e quest’anno scivolato alla posizione nr. 132. Sull’impegno e la professionalità di Potito nulla da dire, uno dei pochi che ha sempre manifestato attaccamento alla nostra nazionale di Davis senza mai fare polemiche (15-1 il suo bilancio in singolare, unica sconfitta con Roger Federer a Genova), uno che in campo ha sempre dato l’anima.
Ma a 31 anni è anche normale che inizi a finire la benzina e forse sarebbe ingeneroso chiedergli di più.
La Davis in casa sua a Napoli potrebbe essere l’ultima soddisfazione di una carriera alla quale è mancato l’acuto (4 finali nel circuito tutte perse, l’ultima l’anno scorso a Casablanca) ma della quale non ci si può lamentare (best ranking nr. 27 nel 2009).

Cipolla e Lorenzi sono anch’essi giocatori che anagraficamente sono vicini o hanno da poco superato la trentina. Entrambi hanno fatto registrare il loro best ranking quest’anno (Lorenzi proprio questa settimana al nr. 69), esempio entrambi di abnegazione e voglia di lottare, ma si ha l’impressione che abbiano già fatto tutto quello che potevano.

E cosa dire di Filippo Volandri, che dopo anni passati a risolvere problemi fisici, si mantiene a 32 anni tranquillamente tra i primi 100 del ranking (ottima quest’anno la finale di San Paolo e la semi di Kitzbuhel). Ma gli si può chiedere di più?

Simone Bolelli dopo averci fatto sperare di aver trovato un potenziale Top10 ( e sui suoi mezzi nulla da dire) ed essere poi precipitato nei bassifondi della classifica sta provando a risalire tramite i challenger in posizioni che più gli competono. Oggi è nr. 86 nella classifica ATP ed ha 27 anni, sulla carta il tempo per provare a tornare a livelli che potenzialmente vale ci sarebbe, ma i margini (soprattutto quelli anagrafici) si restringono, il 2013 sarà l’ultima chance?

Ed eccoci allora alle nostre punte di diamante, Andreas Seppi e Fabio Fognini.

Il bolzanino è finalmente esploso quest’anno, vittoria a Belgrado, finale a Eastbourne, ottavi al Roland Garros dove è stato sconfitto da Djokovic solo al quinto set e dopo essere stato due set avanti. Insomma maturità agonistica e coscienza dei propri mezzi raggiunta, il problema è solo (come dichiarato dal suo coach Sartori) razionalizzare gli impegni e l’attività, se si vuole entrare nei TOP20 bisognerà iniziare a selezionare i tornei da giocare e centellinare gli sforzi.
Diciamo che un altro paio di anni di buon livello Andreas ce li può ancora regalare.

Di Fabio Fognini, classico esempio di genio e sregolatezza, abbiamo più volte parlato.
Nessun dubbio sulle sue capacità tecniche, a volte lo tradisce la testa.
Ma a 25 anni si può fare ancora tanto e gli appassionati di tennis italiani se lo augurano.

E nel frattempo, alle spalle di questi atleti, cosa si intravede?

Tutti aspettiamo Quinzi, vincitore quest’anno al Bonfiglio e talento di sicuro valore.
Un po’ più grandi di Gianluigi sono Napolitano e Colella, ragazzi interessanti che devono però ancora affacciarsi sul circuito principale. Un po’ più avanti lo spezzino Giannessi (20 anni), bravo quest’anno a qualificarsi per il tabellone principale di Montecarlo che sembra abbastanza solido, soprattutto sulla terra.
Su di lui, su Quinzi, Colella e Napolitano si deve puntare per affiancare e poi “rimpiazzare” l’attuale generazione dei nostri tennisti.

Sembrano invece un po’ troppo avanti con l’età (25 anni) ed indietro in classifica Matteo Viola e Gianluca Naso, che continuano a frequentare i tornei challenger e che oscillano tra la 160esima e la 200esima posizione.

Ed in campo femminile come vanno le cose?

Beh, qui il passaggio generazionale diventa ancora più difficile perché veniamo da una vera e propria età dell’oro (quella per dirla alla Tommasi che ha mascherato con i suoi successi la mancanza di un Top10 in campo maschile). La vittoria al Roland Garros di Francesca Schaivone nel 2010 (con finale l’anno successivo), la Pennetta prima tennista italiana ad entrare nei Top10 (e nr. 1 in doppio grazie all’affiatamento con l’argentina Dulko), Vinci ed Errani fantastiche in doppio e bravissime in singolare, tre finali consecutive in singolare a Parigi, due vittorie in doppio in uno Slam (la Pennetta nel 2011 con la Dulko ed Errani-Vinci al Roland Garros quest’anno).

Insomma una generazione di fenomeni, cosa vogliamo di più? Generazione che come è logico che sia mostra un po’ la corda.

Flavia non riesce a risolvere il problema al polso che le ha portato a saltare alcuni tornei e l’ha costretta al ritiro in altri (tra cui il quarto di finale a Roma con Serena Williams e alcune settimane fa il torneo di Montreal dove era avanti al primo turno 4-1 con la Scheepers). Abbiamo detto della sua dolorosa rinuncia agli US Open, dove l’anno scorso aveva mancato il passaggio alle semifinali perdendo dalla tedesca Kerber, che guarda caso proprio da allora è esplosa (nel 2012 è la tennista con il maggior numero di vittorie nel circuito).
 

Quello è stato l’ultimo treno?
Flavia ha in passato dichiarato più volte che dopo i 30 anni avrebbe smesso di giocare a tennis e si sarebbe dedicata alla vita familiare. Il traguardo anagrafico è stato raggiunto quest’anno, siamo ai titoli di coda? Quanto può aver pesato sui suoi attuali guai fisici l’extra attività in doppio con la Dulko degli anni passati? Che margine di ripresa c’è? Le incognite non sono poche.

La Schiavone di anni ne ha 32, la stagione attuale è stata avara di soddisfazioni.
Ci fa piacere ricordare la gran rimonta in Fed Cup al primo turno con la Bondarenko, un paio di ottimi match giocati contro la Kvitova (in Fed ed a Wimbledon), la vittoria nel torneo di Strasburgo (oltretutto contro la francese Cornet che di anni ne ha 10 meno di lei), ma bisogna anche rimarcare un lungo periodo nero in primavera dove sembrava non avere più nulla (emotivamente) da dare.
 

Chiederle di più sembrerebbe davvero ingeneroso, ha portato il tennis femminile italiano ai vertici mondiali insieme alle altre tre azzurre di Fed (ha eguagliato il best ranking di Panatta, nr. 4 WTA), ci chiediamo se lo slam americano possa essere l’ultimo della sua carriera? Oppure ci regalerà qualche altra perla di puro talento?
Già individuata da una buona parte di addetti ai lavori come la potenziale futura capitana di Fed, l’idea intriga non poco, soprattutto se sarà capace di trasmettere la sua proverbiale grinta alle atlete in campo.

Anche Roberta Vinci non è più una ragazzina, 29 primavere compiute quest’anno.
Non ha saputo sin qui replicare l’ottimo 2011 in singolare (tre tioli vinti, prima tennista italiana a vincere un torneo sull’erba), mentre in doppio con la Errani è ai vertici del ranking.
Il suo gioco d’attacco è un qualcosa che gli esteti del tennis di una volta ammirano e non poco, capace in giornata di grazia di infastidire non poco le avversarie.
Il quesito è il solito, quanto avrà voglia di andare avanti la tennista tarantina?

Al momento quindi l’unica certezza è rappresentata da Sara Errani, esplosa quest’anno al pari di Andreas Seppi, entrata di diritto nelle Top10, finalista al Roland Garros (dove ha giocato in maniera fantastica), vincitrice di ben 4 tornei (record per una giocatrice italiana), best ranking al nr. 9, nr. 1 in doppio, classico esempio della voglia di lottare che va oltre i limiti fisici (per il tennis di oggi, sia ben chiaro).

Chi c’è dietro le nostre quattro eroine?

Alberta Brianti è anch’essa in là con l’età (32 anni), anche se il suo ardore agonistico non le impedisce qua e là di raccogliere qualche preziosa vittoria in giro per il mondo.

Potenzialmente e anagraficamente resta interessante Karin Knapp, che dopo averne passate di tutti i colori ed aver superato seri guai fisici sembra essere rinata quest’anno.
La struttura fisica (alta più di 180 cm.) le conferisce notevole potenza da far valere sulle superfici veloci, ma anche sulla terra si sa difendere.
Se la fiducia ed il fisico la supportano può affiancare nel trapasso generazionale la Errani.

Di Camila Giorgi, delle sue potenzialità, della sua sfrontatezza, abbiamo più volte detto.
L’età è dalla sua parte, i mezzi ci sono, la caparbietà pure, sarà il tempo a dirci dove può arrivare.

Alle spalle di queste ragazza sembrerebbero promettere bene Nastassia Burnett e Anastasia Grymalska, che nel circuito ITF si difendono benino.
Se anche loro venissero fuori in un prossimo futuro il tennis femminile forse potrebbe continuare a farci respirare aria di imprese, ma soprattutto assicurare quel passaggio di consegne che in campo maschile abbiamo fallito quando i nostri paladini degli anni ’70/80 lasciarono la scena senza trovare eredi di livello.

Ce lo auguriamo tutti!
 

Stefano Tarantino

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti