24/08/2012 11:47 CEST - Rassegna

Federer: «La mia estate da sogno durerà altri quattro anni» (Martucci); Future Istanbul, Bega e Sinicropi a segno (Facchinetti); Floris miracolo a New York (Carta)

24 agosto 2012

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Rubrica a cura di Stefano Pentagallo

Intervista a Roger Federer - Federer: «La mia estate da sogno durerà altri quattro anni»

Vincenzo Martucci, La Gazzetta dello Sport del 24.8.2012

«Mi sento molto meglio rispetto a 12 mesi fa: quand'arrivavo a New York dalle sconfitte con Tsonga a Montreal e Berdych a Cincinnati, e poi la semifinale con Djokovic fu brutale, persi da due set a zero... Mentalmente sono in pace con me stesso». Felice. Libero. Sicuro. A 31 anni, Roger Federer che vince Wimbledon, va in finale ai Giochi e vince Cincinnati è favorito per il sesto successo agli Us Open che l'attendono da lunedì sul cemento di Flushing Meadows. Il segreto è nei suoi occhi. «Le ragazze crescono», dice, divertito delle gemelle Charlene Riva e Myla Rose. «Mirka e io crediamo che mamma e papà debbano essere tutt'e due molto presenti, e ci stiamo riuscendo. Viaggiare con loro non è la cosa più difficile del mondo: le cose vanno come speravo».

Eppure l'oro olimpico, Il sogno degli ultimi 4 anni, è sfumato.
«Sono rimasto deluso per 3-5 minuti, mentre aspettavo la premiazione. Poi, guardando la felicità di Murray e Del Potro che salivano con me sul podio, mi sono detto: "Hai due possibilità, o essere molto deluso o molto contento". Ho scelto la seconda, sono molto orgoglioso di me: ho la medaglia in singolare che sognavo da bambino, ho contribuito alle medaglie della Svizzera, sto giocando bene da un anno, sto vivendo un'estate da sogno, ho rivinto uno Slam, proprio Wimbledon, e sono tornato numero 1».

La finale olimpica l'ha più persa Federer o l'ha più vinta Murray?
«L'oro l'ho perso io non prendendomi le tante occasioni all'inizio del match e poi anche dopo: 9 palle-break mancate sono troppe contro un awersario del calibro di Andy. Forse ero stanco per le 4 ore e mezza della semifinale con Del Potro, sicuramente ero svuotato di energie mentali dopo un torneo così impegnativo, da subito, epperò, onore ad Andy. Devi essere un campione per reagire subito alla finale persa a Wimbledon, a casa tua, tornare ad allenarti, prepararti e prendere l'occasione nello stesso posto un mese dopo, con tutta la pressione che ha lui a Wimbledon».

Djokovic, invece, non le è mai stato particolarmente simpatico.
«Ancora quella storia della Davis? E' roba del 2006. Ero solo seccato perché, contro il mio amico Stan (Wawrinka, ndr), chiamava il trainer per ragioni che non capivo. Ma poi già a Madrid ci eravamo chiariti, e le cose sono sempre andate bene fra noi: non ci sono andato a cena, ma l'ho sempre rispettato».

Federer va d'accordo con tutti: anche con i giocatori da fondo, che soffriva, ieri Hewitt e Nalbandian, oggi Djokovic e Murray.
«Erano troppo resistenti per me: potevano sempre rimandarmi indietro un'altra palla, forse non avevano il miglior servizio, ma io non avevo di certo la miglior risposta. E così non riuscivo ad avvantaggiarmi, e rimanevo intrappolato in batti e ribatti da fondo. Poi, però, giocando molto offensivo ho imparato a togliergli il tempo e, cambiando molto effetti e direzione della palla, riesco a compensare sul mio rovescio. So di più che posso fare io e che cosa possono fare loro. Soprattutto, so che alla fine è l'attaccante che ha le chiavi del successo. Un po' come con Sampras-Agassi: André era più aggressivo di tanti incontristi, ma Pete serviva al massimo e prendeva più rischi, portandolo all'estremo».

Djokovic ha vinto Melbourne, Nadal a Parigi, Federer a Wimbledon, Murray l'Olimpiade: a New York che succederà?
«Intanto l'anno non finirà qui: ci sono ancora tanti importanti tornei, compreso il Masters, ma certo la situazione è interessante e sicuramente alza il volume degli Us Open. Ma proprio quest'equilibrio ci dice quant'è difficile fare previsioni».

Malgrado i 16 trionfi Slam, anche Federer alza ancora il volume, mentre Nadal Io abbassa per le solite ginocchia.
«A Rafa auguro di cuore di tornare presto e più forte, star fuori all'Olimpiade e a New York gli deve costare tantissimo. Io mi considero molto fortunato per come reagisce ancora il fisico, eppoi adoro il tennis, ma anche girare il mondo e andare in tante grandi città. Non credo che mi piacerebbe se il circuito fosse solo europeo, come per il golf. Anche se sarebbe più facile per la famiglia».

Magari gioca fino all'Olimpiade di Rio 2016:
«Potrei ritirarmi e poi tornare per un'altra Olimpiade... No, continuo e poi vediamo come vanno le cose. Rio? E' possibile. Se mantengo queste motivazioni che vengono dalle vittorie e anche dai record, come tornare numero 1. Comunque, l'età per noi tennisti, si sta allungando, basta vedere quanti coetanei sono ancora competitivi, a cominciare da Tommy Haas. Mi fa piacere, anche perché si rinnovano le rivalità generazionali: prima ero io che mi misuravo con Agassi, Sampras, Moya, Henman, ora gente come Tomic, Raonic, Goffin, Nishikori magari migliora confrontandosi con noi veterani».

Future Istanbul, Bega e Sinicropi a segno

Andrea Facchinetti, Il Giorno Sport del 24.8.2012

SECONDO OSTACOLO superato per Alessandro Bega e Riccardo Sinicropi nel future maschile di Istanbul (10.000 di montepremi) .
Sul cemento turco, il ventunenne di Cernusco sul Naviglio che occupa la poltrona di quinta testa di serie ha imposto la sua superiorità tecnica nel derby azzurro contro Gianmarco Cacace, dominando il primo set addirittura per 6-0 in appena venti minuti e soffrendo solamente nel secondo set, portato vittoriosamente a compimento al tie break per sette punti a quattro. Nei quarti di finale l'allievo di Laura Golarsa affronterà da sfavorito il francese Yannick Yankovits, secondo favorito del torneo, il quale proprio in Turchia (ma a Izmir) ha raggiunto una semifinale nello scorso mese di giugno.

NELLA PARTE ALTA del tabellone avanza sicuro pure Sinicropi, al secondo piazzamento consecutivo fra i migliori otto nelle ultime due settimane. L'altro allievo della Golarsa che si allena a Milano dalla scorsa stagione non ha lasciato scampo all'egiziano Mazen Osama, a cui ha concesso appena 3 giochi (6-2, 6-1), tuttavia oggi la sua strada si farà più impervia perché si troverà di fronte un altro transalpino in crescita e principale favorito per il successo conclusivo, Jules Marie, quest'anno vincitore di due tornei futures negli Emirati Arabi e in Arabia Saudita e finalista in altrettante occasioni. Grazie a questi risultati il ventunenne di Caen è arrivato a ridosso della top-400, mentre Sinicropi è scivolato al numero 630.

Floris miracolo a New York

Paolo Carta, L'Unione Sarda del 24.8.2012

Alla fine il pubblico newyorkese le ha tributato una standing ovation: «Brava Anna, come on tomorrow, andiamo domani». Anna Floris ha conquistato gli spettatori di Flushing Meadows, rimasti in folto numero, almeno cinquecento persone, nel cuore della notte della Grande Mela, per assistere a un piccolo capolavoro. Una vittoria che sa dell'incredibile.
Primo turno delle qualificazioni degli Us Open, la mancina del Tennis club Cagliari, ipnotizzata dalla tensione e dalla avversaria, la kazaka Putintseva, stava perdendo 6-1, 5-2, praticamente la partita era ai titoli di coda. Ma mai dare per vinta la tennista cagliaritana: la rimonta è cominciata con un diritto vincente all'incrocio delle righe. Da quel momento è stata un'altra partita. Una battaglia. Contro un'avversaria che piano piano ha perso fiducia e campo. Contro un arbitro di sedia che ha cambiato qualche decisione dei giudici di linea, facendo infuriare il coach della Floris, Paolo Ricci, che ha corso il rischio di essere espulso.
Anna si è portata sul 6-5, poi è stata raggiunta sul 6-6 e nel tie break si è trovata sotto 6-5: match ball per la Putintseva. «Batteva lei», racconta da New York al telefono Anna Floris, «ho risposto bene, scambio lungo, ho aspettato il suo errore e poi ho chiuso 9-7 lo spareggio».
Il terzo set è stata un'altalena di emozioni. Prima il vantaggio della kazaka, numero 149 al mondo, che si è portata sul 3-1. Quindi la rimonta di Anna Floris (oggi 196 della classifica professionistica, ma due anni fa numero 129), che si è portata a condurre sul 5-3. Quindi l'ennesimo colpo di scena: 5-5. Partita difficile da decifrare, bellissima per il pubblico che si è appassionato a questa sfida. «Sul 6-5 per me, ho avuto tre match balls consecutivi sul suo servizio, ha sparato un rovescio, speravo che fosse fuori e invece l'arbitro ha visto bene: sulla linea. Mi ha riacciuffato sul 40-40. Poi lei ha sbagliato uno smash su un mio pallonetto e ho chiuso con un vincente di diritto sulla linea: per fortuna l'arbitro ha visto bene quella palla». Tra il visibilio del pubblico: «Brava, come on tomorrow».
Quando in Italia era notte, Anna Floris ieri ha affrontato nel secondo turno delle qualificazioni la cinese Zhang, 25 anni, oggi 198 al mondo ma due anni fa numero 72. Un solo precedente, in Cina, sul cemento indoor: 6-1, 6-2 per la pechinese. Ma c'è da dire che al coperto le condizioni sono molto diverse e che Anna Floris a New York sta giocando molto bene. Certe vittorie in rimonta, poi, danno fiducia. Pronostico aperto.

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