30/09/2012 15:44 CEST - COPPA DAVIS

McEnroe o Cochet? Ecco gli eroi della Davis

TENNIS – Bleacher Report ha stilato una classifica delle migliori 10 prestazioni in Coppa Davis. In questa seconda parte scopriamo la top 5. Le imprese di Cochet e Lendl, di Sampras e McEnroe. Stefano Tarantino

 

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John McEnroe
John McEnroe

Dopo aver esaminato le posizioni dalla nr. 10 alla nr. 6 passiamo alle prime 5

Nr. 5: Pete Sampras (1995)

E' stato uno dei più grandi nella storia del tennis, “Pistol” Pete Sampras ha lasciato tracce indelebili nella memoria degli appassionati di questo sport.

Come dimenticare i 7 Wimbledon oppure i 14 titoli dello Slam.
Unico cruccio del tennista americano la mancata vittoria del Roland Garros, ma del resto la terra rossa non è mai stata la superficie più amata da parte di Sampras.
Nonostante ciò però l'ex nr. 1 del mondo in Davis ha compiuto una delle sue più grandi imprese proprio sulla terra battuta.
Vediamo come andarono le cose.

Nel 1995 gli Usa affrontano al primo turno in casa la Francia orfani proprio di Sampras, ma bastano Jim Courier e Todd Martin in singolare, Jared Palmer e Richey Reneberg in doppio, per battere i transalpini 4-1.

Nei quarti gli americani vengono a far visita a Palermo all'Italia capitanata da Adriano Panatta e che schiera Gaudenzi e Furlan in singolare, Brandi e Pescosolido in doppio.
Gli Usa non sottovalutano l'impegno e convocano i più forti, Agassi e Sampras in singolare, ancora Palmer e Reneberg in doppio.
Proviamo a metterli in difficoltà giocando sulla terra rossa, sarà per noi una durissima lezione.
Gli americani passano 5-0 (Sampras batte Furlan 7-6(3) 6-3 6-0 nella prima giornata) lasciandoci appena 2 set in 3 giorni di gare, di cui uno solo in un match con il punteggio ancora in bilico (nel doppio).

In semifinale per gli Usa c'è l'opportunità di vendicare la sconfitta dell'anno prima patita in Svezia e sempre in semifinale.
Stavolta il fattore campo è a favore degli americani che optano per il Cesar Palace di Las Vegas.

Tra gli scandinavi ci sono ancora Edberg e Wilander, affiancati dagli emergenti Enqvist e Bjorkman (che giocherà il doppio con Edberg).
I padroni di casa confermano invece Sampras e Agassi per i singolari, mentre in doppio giocheranno Todd Martin e Jonathan Stark.

Sampras liquida in 4 set Enqvist (6-3 6-4 3-6 6-3), Agassi sommerge in tre set Wilander ormai 31enne.
Gli svedesi vincono il doppio ma sarà Todd Martin a chiudere la disfida battendo in tre set Enqvist.

Siamo così alla finale, la sfida è da far accapponare la pelle, si gioca a Mosca un fantastico Russia-Usa in un palcoscenico altrettanto meraviglioso, il palasport costruito per le Olimpiadi del 1980.

I russi sono il team emergente di quegli anni, sono alla seconda finale consecutiva (l'anno precedente avevano perso sempre a Mosca con la Svezia), al maturo Andrei Chesnokov si affianca Yevgeny Kafelnikov, allora appena 21enne ma già capace di dar filo da torcere ai migliori del ranking.
I padroni di casa naturalmente optano per la terra rossa per frenare così il gioco arrembante di Sampras & Co.
Il capitano non giocatore Tom Gullikson stavolta schiera come singolarista al fianco di “Pistol” Pete il più abile degli americani sulla terra battuta, Jim Courier, mentre per il doppio opterà a sorpresa per la coppia Sampras-Martin.
Ebbene proprio sulla ostica terra rossa Sampras si erge a grandissimo protagonista della sfida e trascina i suoi alla vittoria nella Davis.
Nel primo singolare Sampras viene fuori con grandissima classe e solidità da un match durissimo (nel finale del match il tennista americano accusa più volte i crampi) contro l'ostico Andrei Chesnokov, in quegli anni bruttissimo avversario da affrontare sul mattone tritato.
Sampras vince 3-6 6-4 6-3 6-7(5) 6-4 e porta i suoi sull'1-0, ma il giovane Kafelnikov travolge Courier e pareggia i conti.
Diventa (come in buona parte dei match della Davis) decisivo il doppio, l'improvvisata coppia Sampras-Martin gioca ai limiti della perfezione e liquida in tre set i collaudatissimi Kafelnikov ed Olhovskiy (7-5 6-4 6-3).
E' la mazzata finale per i russi, Sampras il giorno dopo completa il capolavoro e non dà scampo ad un Kafelnikov demoralizzato (6-2 6-4 7-6(4)), è il 31esimo trionfo per gli Usa nella Davis (il penultimo della loro storia), è la consacrazione del nr. 1 americano.
E pensare che l'anno dopo sarà proprio Kafelnikov che fermerà Sampras al Roland Garros in semifinale, in quello che a livello di risultato fu il miglior Slam parigino giocato dal tennista americano.
Ma nel '95 si trattava della Davis che come sappiamo è tutta un'altra cosa.


Nr. 4: Henri Cochet (1928)

Li abbiamo citati in precedenza, i 4 moschettieri francesi dominano la competizione tra il 1927 ed il 1932.
Brugnon, Cochet, Borotra e Lacoste conquistano la Coppa Davis in America e se la tengono stretta sulla terra del Roland Garros nei successivi cinque anni avvalendosi anche della formula del Challenge Round.

Henri Cochet nel 1928 è l'artefice principale della conferma del titolo conquistato dai transalpini l'anno prima, ma a dire il vero il tennista francese dal 1927 al 1931 fa registrare nella manifestazione un record di tutto rispetto che parla di 14 vittorie (buona parte delle quali sulla terra rossa parigina) e appena 2 sconfitte.

Come abbiamo detto nel 1928 i francesi difendono la Coppa conquistata l'anno prima ed in finale si ritrovano proprio gli americani desiderosi di prendersi la rivincita.
I campioni in carica scelgono la terra per frenare il gioco esplosivo di “Big” Bill Tilden, ma il nr. 1 americano combatte strenuamente.
Vince il primo singolare contro Lacoste in cinque set e porta in vantaggio gli sfidanti, ci pensa Cochet a pareggiare i conti battendo il nr. 2 americano Hennessey (5-7 9-7 6-3 6-0).
Nel doppio Cochet gioca con il fido Borotra e supera in 5 durissimi set Hunter e Tilden (6-4 6-8 7-5 4-6 6-2) e poi il giorno successivo chiude la sfida superando nettamente lo stesso Tilden (9-7 8-6 6-4). Cochet vendica così la sconfitta subita nella finale dell'anno prima proprio da Tilden (Henri però diede il punto decisivo battendo Johnston sul 2-2) e permette ai francesi un prezioso bis nella manifestazione.
Gli Stati Uniti arriveranno altre tre volte in finale ma saranno sempre sconfitti fino alla finale del '33 che sancì la fine del regno francese.

Nr. 3: Bill Tilden e Bill Johnston

Tilden e Johnston formano insieme forse il team che più di ogni altro ha dominato la Coppa Davis.
Parliamo delle edizioni che vanno dal 1920 al 1926 e che hanno visto per ben 7 volte trionfare la squadra americana.

Tilden fino a quel momento sottovalutato, iniziò a dominare la scena tennistica per un lungo periodo mentre Johnston in Davis fu una valida spalla e solo di poco al di sotto del più famoso compagno.

La Davis riprendeva nel 1920 dopo il primo conflitto mondiale, gli americani lasciarono le briciole agli avversari in quella prima edizione post-bellica.
Un bel 3-0 alla Francia, un bel cappotto al Giappone, l'Olanda non scese proprio in campo e si arrivò così alla finale contro l'Australasia campione in carica e formata essenzialmente dal duo Brookes e Patterson.

Tilden e Johnston travolsero i malcapitati avversari.
Tilden sconfisse Brookes in 4 set (10-8 6-4 1-6 6-4), Johnston travolse Patterson (6-3 6-1 6-1), i due insieme portarono il 3-0 definitivo battendo il doppio australiano in 4 set (4-6 6-4 6-0 6-4).

Praticamente nel 1920 gli americani non persero nemmeno un match.
Nelle successive sei finali gli Usa affrontarono e batterono e volte l'Australia, una il Giappone e due la Francia.
Furono come abbiamo detto proprio i transalpini a interrompere quell'incredibile serie nel 1927.

Nr. 2: Ivan Lendl

Ritornato nell'ultimo anno sulle prime pagine delle riviste tennistiche per essere stato assunto come coach da Andy Murray (collaborazione culminata nella recente vittoria agli US Open), Ivan Lendl nel panorama tennistico è stato uno di quei giocatori esplosi tardi (come del resto il suo “assistito”).
Tennista di cui erano ben conclamate da subito le potenzialità ma che dovette aspettare la quinta finale in uno Slam prima di raggiungere la vittoria in uno dei 4 major (e che vittoria, la finale con McEnroe al Roland Garros).

Ma in Davis Ivan Lendl fu il grande protagonista della vittoria nel 1980, quella che ancora oggi è l'unico successo della Cecoslovacchia (oggi Repubblica Ceca) e che Berdych e Stepanek tenteranno di bissare nella prossima finale con la Spagna.

Probabilmente scosso dalla lezione subita nella finale Interzonale dal nostro Adriano Panatta l'anno prima al Foro Italico (il famoso doppio 6-0 nel secondo singolare), Ivan Lendl nel 1980 partì con il chiaro obiettivo di portare il suo team al successo finale.

I compagni dell'allora 20enne “fantasma di Ostrava”(come era soprannominato) erano il tignoso Tomas Smid, il mediocre Pavel Slozil e la vecchia quercia Jan Kodes, che era stato protagonista della finale del 1975 persa con la Svezia di Borg.

I cechi sommersero senza problemi la Francia nel primo turno (5-0, Lendl ebbe ragione tranquillamente di Portes in singolare con il punteggio di 6-4 8-6 6-4) per poi maramaldeggiare in terra rumena nella seconda sfida.
La Cecoslovacchia si impose 4-1 e ancora una volta dopo il doppio la contesa era già chiusa.
Lendl si sbarazzò senza problemi di Haradau nel primo singolare (6-4 6-1 6-3) ed in compagnia di Kodes in doppio batté lo stesso Haradau in coppia con Segarceanu (6-3 6-2 6-4).

Una volta giunti in semifinale (o allora finale Interzonale), ai cechi toccò quello che ai più parve un avversario insormontabile che si doveva soprattutto affrontare fuori casa, cioé l'Argentina di Vilas e Clerc.
Sulla terra rossa e nell'atmosfera caliente di Buenos Aires i sudamericani parevano nettamente favoriti.
Per di più il capitano non giocatore ceco Bolardt preferì schierare come secondo singolarista Slozil al posto di Smid e questa scelta sembrò ancor di più spianare la strada verso la finale ai padroni di casa.

Le cose invece andarono diversamente e fu soprattutto per merito del giovane Ivan Lendl.

Clerc sonfisse in 5 durissimi set Slozil, ma Lendl raccolse una imprevista vittoria contro Vilas in appena 3 set (7-5 8-6 9-7).
Sull'1-1 Lendl e Smid in doppio raccolsero un preziosissimo successo su Vilas e Clerc (6-2 6-4 6-3).
A quel punto i sudamericani erano con le spalle al muro e furono costretti ad alzare bandiera bianca dopo il primo singolare della domenica, quando Ivan Lendl perfezionò il suo week-end da sogno battendo anche Clerc (6-1 7-5 6-8 6-2).

A quel punto la Cecoslovacchia era in finale ed oltretutto avrebbe avuto il vantaggio del fattore campo contro l'Italia di Panatta & Co.
Di quella finale, dello scandaloso arbitraggio, delle chiamate pazzesche dei giudici di linea abbiamo più volte scritto.
Obiettivamente i cechi erano più freschi e probabilmente più forti sul veloce dei nostri, ma in condizioni normali sarebbe stata una bellissima sfida.
Invece finì già al sabato, Smid batté Panatta rimontandogli 2 set, Lendl raccolse il 2-0 soffrendo solo nel primo set con Barazzutti (4-6 6-1 6-1 6-2), Lendl e Smid batterono i nostri Panatta e Bertolucci ancora in rimonta (ed ancora con qualche chiamata di troppo a favore, 3-6 6-3 3-6 6-3 6-4) assicurando così il primo successo ceco in Davis.

Dovettero passare 4 anni prima che Lendl si affermasse con pieno diritto nel circuito, ma nel 1980 il suo nome fu indissolubilmente legato allo storico successo del suo paese nella più antica manifestazione a squadre.

 

Nr. 1: John McEnroe (1982)

Genio e sregolatezza, uno dei più grandi (se non il migliore) interprete del serve & volley, grandissimo doppista...e cosa altro possiamo aggiungere.
Che un tennista con queste caratteristiche potesse essere protagonista anche nella Davis era abbastanza scontato.
Ma il legame tra John McEnroe e la competizione a squadre era fortissimo, ancora oggi il terribile mancino americano nato in Germania conserva una serie di record per il suo paese nella manifestazione.
McEnroe è infatti colui che ha in assoluto il maggior numero di vittorie (59 contro solo 10 sconfitte), che ha partecipato al maggior numero di sfide (30), che ha giocato per più anni (12), che ha il maggior numero di vittorie in singolare (41 contro 8 sconfitte).

Ma in quel mitico 1982 McEnroe si supera, non perdendo mai né in singolare né in doppio al fianco del fido Peter Fleming.

Gli americani nei quarti ospitano l'India tranquillamente battuta 4-1.
McEnroe supera facilmente Vijai Amritraji nel primo singolare (6-4 9-7 7-5) e poi dopo il 2-0 di Teltscher contro Krishnan, in compagnia di Fleming batte i fratelli Amritraj (6-3 6-1 7-5).

Nei quarti di finale gli Usa hanno ancora il vantaggio del fattore campo ed attendono gli svedesi che hanno perso Borg ma che hanno trovato una nuova generazione di fenomeni capeggiati dal giovane Mats Wilander.

McEnroe batte senza problemi Jarryd (10-8 6-3 6-3), ma Wilander conferma il suo valore e batte dopo 5 durissimi set Teltscher.
Fleming e McEnroe non hanno problemi con Jarryd e Simonsson (6-4 6-3 6-0) ma Jarryd sorprende Gottfried nel primo singolare della giornata conclusiva e si va sul 2 pari.

Per il punto decisivo si affrontano McEnroe e Wilander, due stili completamente opposti di gioco, due caratteri se possibili ancora più uno l'inverso dell'altro.
Queste contrapposizioni in campo danno vita ad uno dei match più incredibili della storia della Davis, alla fine la spunta l'americano dopo la bellezza di 6 ore e 22 minuti di gioco, il punteggio più di ogni altra cosa può rendere giustizia a quell'incredibile match: 9-7 6-2 15-17 3-6 8-6, un pezzo di storia del tennis e della stessa Davis.

In semifinale agli americani tocca la trasferta in terra australiana, sul veloce di Perth.
Ma le grandi giocate di Supermac rendono l'impegno una sorta di viaggio di piacere.

McEnroe batte McNamara in 4 set (6-4 4-6 6-2 6-4), Gene Mayer batte l'esperto Alexander.
E' ancora il doppio che chiude la contesa, il duo americano supera i mitici McNamara e McNamee (6-2 6-2 3-6 8-6).

Si arriva così all'atto conclusivo da affrontare ancora in trasferta.
In finale ci sono i francesi che decidono di giocare sulla terra rossa nel Palazzetto dello sport di Grenoble.

I transalpini schierano il McEnroe francese, Yannick Noah, e un ragazzo dal braccio esplosivo, Henry Leconte.
Ma di fronte alla classe di McEnroe e compagni i padroni di casa sono costretti ad alzare bandiera bianca subito.
Il punto decisivo è il primo, bellissima partita tra McEnroe e Noah, la spunta l'americano al quinto set (12-10 1-6 3-6 6-2 6-3).
Mayer ha ragione dell'acerbo Leconte in 4 set (6-2 6-2 7-9 6-4), McEnroe chiude la contesa e la sua splendida annata in Davis vincendo il doppio con Fleming contro gli stessi Noah e Leconte (6-3 6-4 9-7).
Il grande John chiude così l'edizione 1982 imbattuto, 8-0 in singolare e 4-0 in doppio, quell'anno non ce ne era davvero per nessuno.

Nella terza e ultima parte segnaleremo le imprese meritevoli (secondo il nostro giudizio) di chi non ha trovato posto nella classifica di Bleacher Report

(2-continua)

 

Stefano Tarantino

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