13/12/2012 10:47 CEST - Interviste

Roddick: "Mi godo alla grande la pensione"

TENNIS - Ora che si è ritirato, Roddick gioca quasi più di prima. A golf e a tennis, come a Miami, nella maxi esibizione-tributo in tre giorni in suo onore. "Il tennis è divertimento" ha detto a ESPN, "negli ultimi mesi prima del ritiro per me non lo era più". Davide Uccella

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Andy Roddick (Photo by Cameron Spencer/Getty Images)
Andy Roddick (Photo by Cameron Spencer/Getty Images)

Appesa da poco la racchetta al chiodo, Andy Roddick si gode la sua pensione. Da  ex n.1, con tre finali ai Championships, tante semi negli Slam sul veloce, e soprattutto una finale (2006) e un titolo a Flushing Meadows: quasi dieci anni fa (2003), l'ultimo successo dell'ultimo n.1 che non sapeva, e non voleva essere completo, perfetto, ovunque. Un ricordo un pò ingiallito, a dire la verità, ma che ci dava la misura di un giocatore fiero di essere come voleva, e che ha fatto strada così. Con annessi e connessi, positivi o negativi che fossero.

Negli ultimissimi anni, specie con l'arrivo dei talentuosi "robot" del "Quartetto Magico", si sono poi aggiunti infortuni, crisi d'identità, coach che vanno e vengono. Pagine che però sembrano essere ormai alle spalle, nel libro del campione di Omaha, oggi per paradosso più impegnato di prima sui campi: tennis, golf,  allenamenti da sparring di lusso, tornei ed esibizioni: chi più ne ha più ne metta.

E per finire la ciliegina della Tennis Cup di Miami, la scorsa settimana: una specie di maxi-tributo in tre  giorni, in cui anche l'ultimo campione di quel torneo che l'ha reso celebre, Andy Murray, è venuto ad omaggiarlo.

Ora a cosa punta il 31enne portato sugli altari da Brad Gilbert? "Adesso vivo con più tranquillità, continuo a viaggiare, ma lo faccio con molto più piacere: fino all'anno scorso invece mi dividevo tra casa l'Australia a quest'ora. Era diventato insopportabile" confida a ESPN.com. E prosegue senza peli sulla lingua: "Il tennis, per chi lo fa per davvero, non è solo un lavoro a tempo pieno, ma è innanzitutto un divertimento: per me non lo è stato più soltanto negli ultimi mesi, in cui vedevo soltanto il primo aspetto, quello dell'allenarsi,  svegliarsi, scambiare, fare pesi, corsa, senza un senso. Oggi però penso che da un altro punto di vista si possa restare in questo ambiente che è fantastico".

Infine un'ultima riflessione, umile e di grande sincerità: "Il tennis comunque è cambiato parecchio, e ammiro Roger, che riesce ad adattarsi ad un gioco che richiede un enorme sforzo fisico. E il mio corpo non dava più garanzie".

Davide Uccella

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