18/12/2012 16:43 CEST - L'INTERVISTA

Federer: "Nadal n.4? Sì, ma ora..."

TENNIS - Intervistato da René Stauffer, Federer dice: "Nel ranking si può salire e scendere velocemente. Rafa ora è al rientro e ha tutti i punti da difendere". Traduzione di Federico Romagnoli

| | condividi
Roger Federer in conferenza stampa prima dei Giochi
Roger Federer in conferenza stampa prima dei Giochi

Per leggere l'intervista integrale, clicca qui (per la versione tedesca, clicca qui).


Un'intervista torrenziale, quella concessa da Federer a René Stauffer. Qui ne potete leggere un estratto: abbiamo in particolare epurato alcune parti riguardanti le polemiche su Davis e Basilea, in quanto si ripetevano cose già lette e rilette sulle pagine di Ubitennis. Federer inizia l'intervista descrivendo le sue impressioni sulle esibizioni che sta giocando in Sud America.

"Ci sono poche tournée di esibizione, è un peccato. Qui si può vedere un differente lato di noi, quello più rilassato. Il match contro Tsonga è fra i migliori che abbia mai giocato".

Ti senti minacciato dalla carica quasi isterica dei fan brasiliani?

"No. Sono rumorosi e emotivi, ma gradevoli. E' come essere allo stadio. Non è neanche un problema se per una volta non posso firmare autografi o fare foto. In Asia è simile. All'inizio fuori dall'hotel c'erano quattro persone, poi venti, poi cinquanta, poi cento. Ma devo dire che sono molto corretti. Si mettono in coda e io faccio le foto con ognuno per venti minuti. Ma a volte non ho tempo, e rilascio solo qualche autografo alla svelta."

Sei stato annunciato come un mito in Brasile, sei considerato un'icona, una leggenda vivente. Cosa provi al riguardo?

"La cosa è andata in questa direzione quando ho infranto il record di Slam di Sampras. Si fece un tale parlare di quell'evento che molti ebbero la sensazione di stare testimoniando una leggenda vivente. Insomma è difficile classificarmi. Io dico: lasciatemi giocare e poi giudicatemi. Il tennis ha vissuto un bel periodo perché anche Nadal ha vinto tutti e quattro gli Slam e ha settato dei record che non potrò mai battere, anche considerando che li ha raggiunti così giovane. Siamo quindi due giocatori che si muovono in zone che un ben ristretto numero di tennisti ha potuto penetrare. Questo lo sento soprattutto in paesi in cui non sono mai stato prima, o in cui sono stato solo parecchio tempo fa, come in Giappone, o anche a Stoccolma, dove anche il mio allenamento è stato trasmesso in diretta."

Il 2012 ha cambiato qualcosa? All'età di 31 anni sei tornato numero 1 e hai vinto Wimbledon ancora una volta. Molti pensavano non ci saresti più riuscito.

"Forse sì. E' stato un grande anno per le persone che mi supportano, e spero di poter celebrare altri trionfi nei Majors. Ho cominciato a giocare bene lo scorso anno, e la domanda era se sarei riuscito a tornare numero 1 grazie a Wimbledon e Olimpiadi. Poi è arrivata un'estate magnifica e la gente ha visto che posso ancora competere con i migliori, vincere e diventare numero 1. E se ce l'ho fatta ora, posso farcela di nuovo nei prossimi due anni. Ora in parecchi sono tornati a crederci."

Ma non tutti.

"Non tutti. Come altri credono che io non possa mai uscire dalla top-4. Ma è ok: c'è un intero spettro di fan del tennis, non puoi avere tutti al tuo fianco. E non lo vorrei io per primo."

Quale fra gli incontri del tuo viaggio di sei giorni in Brasile ti ha impressionato di più?

"Quello con Pelé di sicuro. L'ho incontrato a casa sua sabato, è stato incredibile. E' un mito alla decima potenza e quando lo vedi pensi 'wow, esiste sul serio'. [Risate] Appena entrato mi ha abbracciato subito, e si trovato a suo agio anche con i colleghi che ho portato con me, che ovviamente hanno documentato tutto con filmati e foto. Mi considero fortunato a avere simili opportunità. Mi sono piaciuti molto anche gli incontri con i ragazzi che giocano a calcio e con i centri tennistici per i bambini. Ovviamente ho anche dovuto incontrare un sacco di ufficiali, politici e uomini d'affari, che hanno aiutato nell'organizzazione del tour. M'è piaciuto incontrare anche loro, quanto incontrare i fan."

C'è qualcosa che non ti piace?

"No, finché la gente apprezza. Ma se percepisco che qualcosa non gli interessa, allora cala il mio desiderio di realizzarlo. A ogni modo, ho incontrato più fan in lacrime qui che in qualsiasi altro posto. Lascerò questo paese con ricordi eccezionali".

Te lo aspettavi?

"Non a questo livello. Ho pensato che sarebbero stati sicuramente felici di vedermi, che ci sarebbe stata una certa euforia. Si parlava di questi match da un sacco di tempo. Ma non mi aspettavo di avere così tanti incontri memorabili."

La stagione è finita a Londra e ora stai per cominciare la preparazione per l'anno prossimo. Non sarà un Natale tranquillo?

"Mi allenerò duramente proprio intorno al Natale. E' uno dei sacrifici che devo fare. Ma è ok, è così che va. Mi è anche capitato di passare Natale e Capodanno in aereo. Appena arrivato in Australia mi prenderò tre giorni di pausa. E durante la fase più dura dell'allenamento mi assicurerò di dormire fra le otto e le undici ore al giorno."

L'anno prossimo compirai 32 anni, con il piano di giocare meno e sapendo che il ranking non è più la tua priorità. Ti vedi giocare ancora come numero 8, 10 o 20?

Vedremo. L'obiettivo non è finire il 2013 al numero 20, sebbene sia ancora un buon ranking. Da numero 20, puoi diventare 10 in una settimana e 5 in un'altra ancora. Si può salire o scendere molto velocemente. Lo si può vedere con giocatori che hanno subito un grave infortunio come Nadal.

Dopotutto è ancora numero 4.

Vero, ma nei prossimi mesi ha da difendere tutti i punti. Se hai sempre giocato ad un certo livello, potrebbe diventare difficile perdere di continuo al primo o al secondo turno. Ma no, non sono orientato a pensare guardandomi le spalle. Voglio rimanere nella top 4 il più possibile. E' importante per me. Sarò estremamente concentrato sui tornei, anche perché non saranno molti.

E' da notare che non vinci un torneo da agosto. E' un grande contrasto con ciò che hai realizzato nei due anni precedenti, quando hai concluso la stagione praticamente imbattuto e vinto tre titoli. Ti preoccupa o è stata la semplice conseguenza dell'estate?

"Un po', forse... ma avrei potuto vincere a Basilea e allora tutto sarebbe apparso diversamente. Allo US Open ho giocato bene e avrei potuto vincere il primo set contro Berdych, anche se ha giocato alla grande. In Shanghai ho avuto la sensazione di stare giocando giusto per assicurarmi la trecentesima settimana da numero 1. Murray in semifinale è stato nettamente superiore. Ho giocato meglio a Basilea, e benissimo a Londra. E stiamo parlando di quattro grandi tornei, bisogna saper accettare le sconfitte. Non ho mai pensato neanche una volta di aver avuto un brutto finale di stagione."

Una cosa che colpisce è che questa estate hai detto che Rio 2016 era molto lontana. Ora invece affermi che non lo sia.

"Tutto dipende da come guardi le cose. Se giochi 25 tornei all'anno, allora sarà incredibilmente lontana, ma pianificando un calendario semplificato per il 2013, ho potuto avere un po' di respiro e guardarmi avanti più rilassato. Quando mi è stato chiesto in estate come vedessi Rio, ho risposto "smettiamola di parlarne", ma dopo aver preso alcune decisioni importanti, i prossimi due anni appaiono più semplici. Qualche volta devo prendere decisioni impopolari per non sentirmi oppresso. Anche per questo ho detto che ogni giocatore deve gestire i suoi tornei, e smetterla di lamentarsi di quanto il calendario sia denso. Puoi giocare quando ti pare."

Traduzione di Federico Romagnoli

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti