01/02/2013 20:06 CEST - Coppa Davis
TENNIS - Quando si arriva al quinto diventa decisiva l'abitudine a giocare questo tipo di partite. E questo ha fatto la differenza tra Paolo Lorenzi e Marin Cilic nel primo singolare di Coppa Davis. Rino Tommasi
TORINO - Succede spesso che il tennis nella formula ”tre su cinque” si trasformi in una maratona. In questi casi diventa decisiva più delle energie o dell’età dei protag0nisti, la maggiore abitudine giocare questo tipo di partite e questa, molto semplicemente,è la ragione per cui Paolo Lorenzi, schierato a sorpresa per sostituire Fabio Fognini, ha dovuto accontentarsi di una onorevole sconfitta piuttosto che determinare una clamorosa e probabilmente decisiva sorpresa nel primo incontro di questo incerto Italia - Croazia di Davis.
E’ ingeneroso pensare che Paolo Lorenzi sia stato l’unico a sperare che Fabio Fognini non ce la facesse a superare l’attacco di influenza che lo aveva colpito alla vigilia di questo incontro ma il simpatico tennista senese era consapevole che difficilmente gli sarebbe capitata un’altra opportunità di esordire in Davis, tra l’altro in una occasione importante.
Già la convocazione, che non era proprio scontata perché si trattava di battere la concorrenza ,di un giocatore molto più esperto come Bracciali, era stata una piacevole sorpresa, poi la febbre di Fognini, insomma in poche ore Lorenzi si trovava in campo contro il numero uno croato e soprattutto il numero 12 nella classifica del computer.
Chiuso da junior da Filippo Volandri, il migliore italiano della generazione del 1981, Lorenzi si era affacciato tardi al tennis importante. Vi era giunto attraverso la faticosa trafila dei tornei challenger fino a procurarsi una classifica sufficiente per esordire alla vigilia del trentesimo compleanno in un torneo dello Slam.
Pur essendo entrato nel mondo del professionismo dalla porta di servizio, delle qualificazioni e delle wild card, Lorenzi ha conservato lo spirito del dilettante che gioca per divertimento. Tutto ciò premesso Lorenzi ha incassato senza traumi apparenti il pesante 6-1 con cui Cilic gli ha sfilato il primo set. Liberato da ogni preoccupazione Lorenzi è entrato finalmente nella partita, ha sfruttato il complesso di superiorità che ha condizionato il suo avversario ed anzichè limitarsi ad allungare al tie-break il secondo set, se lo è addirittura aggiudicato. A questo punto la partita è diventata, almeno apparentemente, equilibrata ed il terzo set lo ha vinto Lorenzi.
A questo punto non è stata più una questione di tenuta atletica ma piuttosto di Abitudine alla lunga distanza sotto questo aspetto i 24 anni di Cilic, ma soprattutto la sua maggiore esperienza sono stati più importanti e piu decisivi dei 31 anni di Lorenzi. Mi è stato allora facile pronosticare un 6-1 al quinto a favore del croato. Alla fine i sua ultimi set sono stati un 6-3, 6-2 per Cilic ma la legge del tennis indicava senza incertezze la conclusione che è arrivata dopo 3 ore e 43 minuti senza che il pubblico e Lorenzi abbiano mai potuto sperare in un risultato diverso.
Rino Tommasi