US Open italiani: straordinaria Pennetta, battuta la Stosur! Sesto quarto di finale a New York

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US Open italiani: straordinaria Pennetta, battuta la Stosur! Sesto quarto di finale a New York

Splendida prestazione di Flavia Pennetta, che batte per la settima volta in altrettanti incontri Samantha Stosur, campionessa a Flushing Meadows nel 2011 e raggiunge i quarti di finale a New York per la sesta volta in otto anni

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[26] F. Pennetta b. [22] S. Stosur 6-4 6-4

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Sei volte in sette anni nei quarti di finale all’US Open. Una sola semifinale (2013) per ora, ma potrebbero diventare due per Flavia Pennetta se riuscisse a battere la vincente di Kvitova-Konta. “Rispetto tutte le giocatrici, ma è ovvio che preferirei giocare contro la Konta”, ha detto al microfono di Pam Shriver una Pennetta raggiante prima di avvicinarsi a decine di bambini imploranti un autografo e di dirmi, rispondendo ai miei complimenti ed ad un’annotazione relativa al servizio (“Flavia, hai perso solo 3 punti sul tuo servizio nel secondo set, e zero negli ultimi tre turni di battuta!”): “Sì, ho servito davvero bene oggi” con un sorriso fino alle orecchie.
Un minuto prima aveva detto alla Shriver che le aveva chiesto come spiegasse le sette vittorie consecutive sulla Stosur: “Forse perchè mi sono allenata tanto in Spagna contro giocatori che giocano con molto top-spin quindi le palle alte e liftate di Sam (“I topponi” avrebbe detto Francesca Schiavone, ndR) , che danno tanta noia alle altre ragazze, non mi danno troppo fastidio”.

Flavia non ha praticamente concesso nulla alla Stosur nel secondo set, mentre nel primo ha dovuto cancellare due palle break consecutive nel secondo game, e poi altre due (ma non consecutive) anche sul 5-4 quando serviva per il set.
Quando ha messo la prima Flavia ha fatto 29 punti su 34, un quasi incredibile 85 per cento. Direi che questo è il dato statistico più sorprendente, perchè che Flavia fosse più agile negli spostamenti e più regolare nei palleggi lo si poteva dare quasi per scontato. Ogni volta che scambiavano sulla diagonale dei rovesci non c’era gara. I punti li faceva tutti Flavia. Se guardiamo gli errori non forzati si vede che la Stosur ne ha fatti 35, quasi il triplo di Flavia che se ne è concessi appena 13, pur dovendo ribattere ad alcune terribili mazzate dell’australiano dal braccio ipermuscolato. Non sono sicuro che Serena Williams ce l’abbia più grosso.
Flavia, dopo quelle minime incertezze iniziali, ha giocato un match quasi perfetto. Sotto il profilo tattico soprattutto. Pur prevalendo negli scambi d rovescio incrociato Flavia è stata ben attenta e come la Stosur si muoveva per tentare di aggirare la palla e colpire di dritto dall’angolo sinistro, lasciando scoperto il fianco destro, la impallinava con il rovescio lungolinea. Tante volte davvero, con una rapidità e un timing sulla palla impressionante per una ragazza di 33 anni. Grande condizione fisica la sua, anche se per sua fortuna è scesa in campo quando oramai sull’Arthur Ashe era calata l’ombra, alle 16,05 locali (e 22,05 italiane) e l’aria era molto più respirabile che non nelle ore immediatamente precedenti. Va poi detto che la Stosur è tennista che gioca a strappi, o bene bene o male male, e quindi gli scambi prolungati sono stati abbastanza pochi.

Così Flavia ha potuto restare lucida e fresca per tutto il match durato appena 1h e 18 minuti. Il match avrebbe potuto girare male soltanto se Flavia si fosse fatta strappare il servizio sul 5-4 del primo set, quando è stata davvero brava ad arginare un paio di missili tirati dalla Stosur. L’australiana le aveva consentito di salire sul 3-2 e break quando era andata sotto 0-30 con un doppio fallo, poi aveva annullato una prima pallabreak sul 15-40 con un tracciante di dritto ma sul punto successivo Flavia aveva giocato una risposta anticipata e si era procurato il break che di fatto le ha consentito di vincere il primo set.
Quel primo set è durato 37 minuti. E nel secondo Flavia è cresciuta in fiducia tanto quanto la Stosur sembrava in preda alle sue angoscie. Già sul 2 a 2 avrebbe rischiato un break nell’esatta situazione di punteggio del primo set ma si sarebbe salvata con un ace esterno pieno di kick sulla prima palla break e con un doppio smash sulla seconda, ma niente sarebbe riuscita a fare due games più tardi. Sul 3 pari, quando con il doppio fallo numero 3 è andata sotto 0-15, poi 0-30 e 0-40 con l’ennesimo errore di rovescio, l’australiana amazzone dal cuor fragile, ha cancellato una palla break ma è stata poi sorpresa da una straordinaria palla corta – la prima giocata da Flavia – che l’ha lasciata di sasso. Fantastica scelta di tempo, straordinaria esecuzione.

Come detto all’inizio dell’articolo dal 3-2 al 6-4 finale Flavia Pennetta non avrebbe più perso un solo punto sul proprio servizio, nemmeno fosse Karlovic!
Certo brava lei, ma la Stosur con la testa dov’era finita? Beh, se l’australiana fosse stata solida di testa avrebbe vinto molto di più che non uno Slam, l’US Open del 2011 quando battè Serena Williams in quella finale che viene ricordata anche per quell’alterco che Serena ebbe con il giudice di sedia in seguito ad un punto perso per “hindrance”.
Ad ogni modo adesso Flavia dovrà cominciare a preoccuparsi di Petra Kvitova con la quale ha un bilancio in parità, 3 a 3, ma con le ultime tre sfide tutte perse. Conta poco quella sull’erba, perché la Kvitova è bicampionessa a Wimbledon e sull’erba non c’è gara, e poi sono tutte molte datate. L’ultima al torneo olimpico di Wimbledon, 6-3 6-0, ma si parla di 3 anni e mezzo fa. Vero che il tempo avrebbe dovuto giocare a favore della mancina ceca, però – a parte il fatto che in questo momento in cui scrivo la ceca deve ancora battere la sorprendente Konta (con la quale Flavia non si è mai misurata) – la Kvitova non gioca sempre bene.
Flavia aveva raggiunto i quarti anche un anno fa, quindi scenderebbe forse a n.27 da n.26 se perdesse nei quarti, salirebbe a 23 o 24 se andasse in semifinale, fra 16 e 18 se andasse in finale, e – chiaro si teorizza – diventerebbe n.8 se vincesse l’US Open.

Mentre sto scrivendo l’articolo, uno degli altri inviati di Ubitennis ha incontrato Thanasi Kokkinakis, che su Flavia si è espresso in termini molto positivi, anche se non l’ha mai conosciuta personalmente. Il giovane aussie ha detto di averla vista ieri nel doppio che la Pennetta e la Errani hanno vinto ieri (accedendo ai quarti del torneo di doppio femminile), confermando che già ieri aveva messo in mostra un ottimo servizio, chiave oggi per avere ragione della Stosur. Sul resto del gioco di Flavia, ad esempio il rovescio che le ha permesso di portare a casa molti punti oggi sulla relativa diagonale, Kokkinakis non ha detto che cosa ne pensava precisando che un conto è giocare il singolare, un altro è giocare il doppio.

Concludo con una statistica più che rilevante: sempre negli ultimi 4 anni, dal 2012 a oggi, sono arrivate ai quarti degli USOpen due tenniste italiane:

  • nel 2012 ci fu il derby delle Cichis, Errani-Vinci, con la vittoria della prima 6-2 6-4
  • nel 2013 fu la volta di Pennetta-Vinci, con Flavia che raggiunse le semifinali col punteggio di 6-4 6-1 (perdendo poi da Vika Azarenka 6-4 6-2)
  • nel 2014 Flavia perse il proprio quarto con Serena Williams 6-3 6-2 e la Errani strappò un solo game alla Wozniacki (6-0 6-1)
  • quest’anno le due italiane ancora in corsa, Vinci e Pennetta, sfideranno rispettivamente la Mladenovic e la vincente di Kvitova-Konta.

Queste infine le dichiarazioni di Samantha Stosur a fine match:

“Credo che Flavia abbia giocato un’ottima partita. In realtà sono piuttosto contenta di come ho giocato, ho avuto un paio di occasioni per breakkarla, ma lei lì ha giocato molto bene. È stato nel secondo game del match che ho avuto la mia occasione migliore, ma non sono riuscita a sfruttarla”.

“Per qualche motivo Flavia riesce a rendere inoffensive tutte le mie migliori armi. Le mie rotazioni sembrano non darle alcun tipo di fastidio, sembra che abbia sempre tutto il tempo di cui ha bisogno per giocare i suoi colpi, e contro di me sembra sempre servire molto bene, anche se il servizio non è necessariamente il punto di forza del suo gioco”.

“Quando giochi contro una giocatrice con cui hai sempre perso, credi comunque di poter vincere. Altrimenti non scendi nemmeno in campo. Certo, se capita che vai subito sotto all’inizio, può accadere di demoralizzarsi. Ma non è stato questo il caso nel match di oggi”.

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