da New York, Ruggero Canevazzi
La conduttrice di ESPN parla di due ragazze cresciute insieme nel tennis come due sorelle, elogia la Pennetta come “la giocatrice che al 49° Slam giocato, vince e si ritira”. Chris Evert esprime il dispiacere per l’addio al tennis di Flavia: “Sono triste per il suo ritiro”.
McEnroe: “Lei in realtà ha deciso un mese fa, come ha detto in campo, ora che ha vinto è ancora più incredibile che la vittoria sia arrivata all’ultima occasione!”. La Evert ipotizza: “Aveva deciso di dire basta a tutta questa pressione, ora lo può fare da vincitrice Slam. Voglio sottolineare anche come sulle facce delle giocatrici di solito si vede il dolore e la tensione, alla fine ma anche durante il match su entrambe le ragazze si vedevano espressioni di gioia e serenità, è bellissimo”.
La presentatrice di ESPN parla del match come della “meno probabile delle finali ma assolutamente incantevole, tra due ragazze italiane, una delle quali ha vinto il suo primo Slam, trovando così il momento più bello per annunciare il suo addio al tennis”.
Arriva Flavia Pennetta col trofeo e la sua gioia traspare su tutto il viso. La Evert le chiede se si ritira anche per la pressione che il circuito riserva:
“Amo questo sport, ma hai ragione, mi libero di molta pressione, è bella questa vita ma a volte è molto dura competere”.
“Il box sapeva del tuo ritiro?”
“Sì, ovviamente”.
“Cosa vi siete dette tu e Roberta alla fine del match?”
“Le ho detto ‘ti voglio bene’, abbiamo fatto i tornei junior insieme, io avevo 15 anni e lei 14, siamo stati nella stessa stanza per 4 anni, come due sorelle. Lei è stata fantastica ieri a giocare un tennis che a noi del circuito manca spesso, è sempre difficilissimo giocare contro Serena e lei ce l’ha fatta e ha vinto”.
“Grazie Flavia, siamo felici di celebrare il successo tuo e del tennis italiano”, conclude la conduttrice di ESPN, dopo che la folla riunitasi sotto lo studio dell’emittente americana ha per tutto il tempo dell’intervista (e anche prima) acclamato il nome della brindisina: “Flavia! Flavia! Flavia!”.
