[1] S. Williams b. M. Keys 7-6(5) 6-3
Se c’è qualcosa di davvero impressionante quando si vede giocare Serena Williams è la capacità quasi sovrumana di leggere in anticipo il colpo dell’avversaria. È probabilmente questo il segreto del successo di una signora di quasi 35 anni dotata di una mobilità che non è mai stata il suo punto di forza ma che è appunto compensata, oltre che dalla solita potenza, da questo istinto tennistico fuori dal comune. E se impressiona chi guarda dalla tribuna, figuriamoci cosa devono pensare le avversarie, che scendono in campo con le migliori intenzioni e si ritrovano dall’altra parte quella inesorabile montagna che rimanda indietro i soliti missili. Anche Madison Keys ha finito con l’avvilirsi quando ha dovuto constatare che Serena era perfettamente in grado sia di leggere il suo servizio sia di posizionarsi con un certo anticipo sulle risposte profonde. Le condizioni climatiche hanno fatto forse il resto, visto che un fastidiosissimo vento finiva con l’allungare molti colpi profondi di entrambe.
La partita iniziava con un break a zero per Madison, cosa che sembrava preludere ad un match equilibrato. E in effetti Serena all’inizio sembrava più preoccupata di trovare il ritmo che dei nuvoloni che si addensavano sulla testa delle due ragazze. Al sesto game Serena decideva che poteva bastare aiutata da una Keys che forse sperava di mantenere le stesse velocità di crociera di ieri contro Muguruza. Le due arrivavano al tiebreak senza mai arrivare a 40 sul servizio dell’altra, preludio ad un tiebreak non bello ma corredato da un paio di punti di grandissima classe, come quello che portava Madison sul 5 pari – uno strepitoso lungolinea di dritto dopo uno scambio abbastanza duro – applaudita anche da Serena. Prima la Keys aveva invece dovuto cedere un punto fatto, di nuovo grazie grande attenzione di Serena che si produceva in uno splendido pallonetto. Serena si aggiudicava il tiebreak cosa che scorava più del dovuto la ventunenne di Rock Island, che in pochissimo tempo si trovava sotto 0-3 e due break. Serena si rilassava e veniva di nuovo aggredita sulla riposta da Madison che almeno recuperava un break, portandosi sul 3 a 2. A questo punto però la partita diventava come tante altre prima, a Serena bastava semplicemente fare un po’ d’attenzione per ristabilire le distanze e andare a servire sul 5 a 2. Ancora la Keys, che si avvicina al suo best ranking (16, da domani sarà 17), trova il modo di giocare un gran game di risposta prima di arrendersi, col servizio, al primo match point.
Finale così così, con la buona notizia del ritorno di Serena alla vittoria (non era mai arrivata a Roma senza aver prima vinto un torneo) cosa che non le capitava a questo punto davvero da tanto tempo (a Cincinnati, in finale contro Simona Halep) e Madison Keys che si ripropone come una possibile star di un futuro non troppo lontano. Qui ha giocato la sua prima finale di un Premier 5 incontrato e battuto Kvitova e Muguruza e non sfigurato con Serena. Serena Williams aveva vinto il suo primo torneo su terra rossa proprio a Roma. A Madison non dispiacerebbe di certo una carriera più o meno come quella della sua antagonista di oggi…
