US Open 2016: il giro del mondo in 80 cucine

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US Open 2016: il giro del mondo in 80 cucine

Non solo dritti e rovesci, ma nemmeno solo hot dog. Dai classici hambuger con patatine, passando per tanta cucina etnica si arriva fino alle ostriche fresche

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Tra un incontro di cartello sull’Arthur Ashe e un doppio sul Grand Stand gli spettatori hanno l’opportunità di ristorarsi nell’immensa food court allestita al centro del USTA Billie Jean King National Tennis Center. Gli avventori che non si accontentano dell’immancabile e classico hot dog possono fare un vero e proprio giro del mondo culinario.

Immancabili gli stand con cucina orientale, dalla Corea alla Cina, ma tra i più gettonati, proprio al centro della corte, ecco la pizzeria Napoli (avanguardia pura nella scelta del nome) che sforna migliaia di pizze ogni giorno e accanto a essa una gelateria Ben & Jerry’s, un vero e proprio must negli Stati Uniti. Quest’anno fanno inoltre il loro debutto agli US Open le Tapas, grazie alla catena Toro. Effettivamente il tipico piatto spagnolo non poteva mancare a Flushing Meadows dove Rafael Nadal è tra i giocatori più acclamati. “Lo scopo dell’azienda Toro è di svilupparsi globalmente, pertanto gli US Open sono una delle occasione più eccitanti che potevamo sfruttare” spiega Doug Jacob, uno dei soci della compagnia. Per par condicio, soprattutto visto l’epico match di ottavi di finale tra Nadal e il francese Lucas Pouille, non potevano mancare le deliziose Crêpe Suzette d’oltralpe.

Food Court US Open 2016

Non fa certo difetto il cibo USA per antonomasia, ovvero hamburger, snack di pesce fritto, carne BBQ e i messicani, ma ormai naturalizzati, Tacos, tanto amati da Serena Williams. Visto il numero sempre crescente di richieste, allo storico angolo vegetariano, si è affiancato nel 2016 un punto di ristoro espressamente vegano. A lato di questo, per i più attenti al benessere fisico, un bar che offre succhi ma soprattutto spremute fresche. L’intera corte dispone di più di 2000 posti a sedere, riparati da grandi ombrelloni e offre inoltre un patio coperto per i momenti di pioggia, fortunatamente finora rari. Da questa zona si può accedere all’Oyster bar per gli amanti delle ostriche e accompagnare le stesse con un calice ghiacciato di Moёt Chandon, che viene servito in qualsiasi zona del tennis club. Per chi alle bollicine preferisse qualcosa di più forte la vodka Grey Goose ha lanciato un cocktail esclusivo per questi US Open.

E i giocatori dove possono rifocillarsi? Semplice al primo piano della Players’ lounge a loro dedicata. Qui chef selezionati preparano un buffet salutare completo di  proteine e verdure. I giocatori europei ci svelano i cuochi, impegnati a soddisfare ogni richiesta, amano molto il pesce fresco. La mensa, anche se pare riduttivo chiamarla così, per i tennisti e il loro entourage resta aperta dalle 8 del mattino, orario in cui viene preparata la colazione, fino a sera inoltrata in base alla durata dei match del giorno.

Virginia Woolf diceva: “Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene se non si è mangiato bene.” E non si può nemmeno giocare bene a tennis o assistere soddisfatti a un match, aggiungiamo noi.

 

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